Poco più di una sterlina a persona. Questo è l’equivalente delle tasse sostenute dagli inglesi ogni anno a favore della famiglia reale, che piange la scomparsa della Regina Elisabetta II, morta a 96 anni nella residenza privata del castello di Balmoral, nell’Aberdeenshire, in Scozia. Questo è il contributo pubblico per le spese dei Windsor: per l’anno fiscale 2021-2022 i sudditi del Regno Unito hanno sborsato 86,3 milioni di euro, 1,29 sterline a persona, valuta che all’indomani della morte della sovrana, curiosamente ha registrato un forte rialzo, fino a un guadagno dell’1,1% sul dollaro, dovuto però sostanzialmente alle prese di beneficio del mercato nei confronti del biglietto verde.
Un sussidio per la regina
Tornando alla spesa degli inglesi a sostegno della Corona, si tratta del cosiddetto Sovereign Grant, una sorta di sussidio pubblico entrato in vigore nel 2012 in forma forfettaria emesso dal ministero del Tesoro. Sta alla base del patrimonio della Regina, erogato per permetterle di svolgere i propri compiti, coprire i costi degli eventi ufficiali, pagare gli stipendi, mantenere le proprietà reali. Il tutto a carico dei cittadini.
Qualche esempio? L’anno scorso sono state spese 31.796 sterline per il viaggio in treno verso il G7 in Cornovaglia, 226.383 sterline per il viaggio ai Caraibi del duca e della duchesse di Cambridge, 55 milioni di sterline per ristrutturare Buckingham Palace in occasione del Giubileo di Platino celebratosi a febbraio, lavori per i quali c’è da dire che la Regina ha ceduto alla tentazione di aumentare il contributo dei sudditi di un ulteriore 10%.
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Dal Sovereign Grant al Crown Estate
Tuttavia, gran parte dei guadagni provenienti dal Crown Estate vengono ceduti al governo inglese. Si tratta del patrimonio immobiliare della corona britannica, il cui valore stimato è di poco più di 8 miliardi di sterline. Immobili, palazzi, tenute, ippodromi (tra cui quello famoso di Ascot, nel Berkshire): un patrimonio di circa 45 mila ettari che tuttavia nessun re o regina può vendere, perché non è di proprietà. Gli introiti generati dal turismo, dalle visite nei musei regali o nei castelli aperti al pubblico vengono trattenuti dalla regina al 15%. Il restante 75% finisce nelle tasche del governo inglese, e quindi ai cittadini.
La Regina e il suo “borsello privato”
Ma ovviamente il giro d’affari legato ai Windsor e alla Regina non finisce qui. Gadget, film, francobolli, serie tv, viaggi. L’indotto economico passa anche da qui. Basti pensare al merchandising legato all’immagine di Elisabetta II e alle sole miniature e souvenir che la ritraggono mentre saluta con la bandiera britannica. Ogni anno porta nelle casse 50 milioni di sterline, un giro di affari che rientra nel cosiddetto Privy Purse (letteralmente borsello privato) reddito proveniente dalle proprietà del Ducato di Lancaster, suddivise in 4 asset diversi: commerciale, residenziale, agricolo e finanziario. Un portafoglio economico che fa parte della Corona dal 1399, e che stando al sito del Ducato stesso conta 577,3 milioni di sterline di attivività nette sotto il suo controllo, per generare un surplus netto di 22,3 milioni di sterline.
A statement from His Majesty The King: pic.twitter.com/AnBiyZCher
— The Royal Family (@RoyalFamily) September 8, 2022
Pagava le tasse. Perché lo ha voluto lei
A conti fatti insomma, al di là del Sovereign Grant, la royal family non grava sulle tasche dei sudditi cittadini, produce migliaia di posti di lavoro, genera centinaia di milioni di euro ogni anno nelle attività, e naturalmente sul conto dei Windsor. Ma è una regina diversa da tutti gli altri reali sparsi per il mondo, al di là del fatto il suo potere oggi è solo rappresentanza. Diversa, principalmente per un motivo: Elisabetta II era anche l’unica regina a pagare le tasse.
Non era tenuta a farlo. Scelse lei volontariamente di pagare, a partire dal 1992, tutte le imposte relative alle sue proprietà. Non è dato sapere quanto, ma chi ha provato a fare una stima, in primis il tabloid Metro, ha calcolato 10.000 euro l’anno, circa 8.700 sterline, somma di quanto dovuto per Buckingham Palace (avete capito bene, Elisabetta II pagava l’Imu… ), il castello di Windsor, quello scozzese di Balmoral e la residenza estiva di Sandringham House.
Tra le regine più “povere” del mondo
Non era la regina più ricca del mondo, Elisabetta II. La regina, primo reale a rendere pubbliche quantomeno parte delle sue spese, si “accontenta” di una cifra che stando al Sunday Times si aggira attorno ai 440 milioni di euro, patrimonio ben lontano dal re thailandese Maha Vajiralongkorn, irraggiungibile con i suoi 26,7 miliardi di euro. Ovviamente esentasse, come il Sultanato del Brunei, posizionato alle spalle di sua maestà Rama X, nome da sovrano residente nel grande palazzo reale di Bangkok. Con la differenza che il monarca thailandese, alle casse pubbliche, non fa arrivare un bel niente.
The Prime Minister’s statement on the death of Her Majesty The Queen. pic.twitter.com/CwxGL1N74h
— UK Prime Minister (@10DowningStreet) September 8, 2022