Aeroporto Bologna (società che gestisce lo scalo Guglielmo Marconi) si lascia alle spalle la crisi causata dal Covid e che ha impattato l’intero settore aeroportuale non solo italiano ma mondiale; e a giugno punta a superare i numeri registrati nel 2019 che hanno rappresentato il massimo storico per il gestore aeroportuale. In questa intervista rilasciata a Dealflower, l’ad di Aeroporto Bologna, Nazareno Ventola (in foto), traccia la rotta per il futuro. I prossimi mesi saranno positivi anche da un punto di vista finanziario, il che dimostra la solidità dell’azienda. Sul fronte del consolidamento del settore, il top manager ha spiegato che, pur non essendoci al momento dossier sul tavolo, Aeroporto Bologna è pronto a giocare un ruolo attivo.
Come è andata la prima parte dell’anno per quanto riguarda il traffico passeggeri?
I dati di maggio, che sono gli ultimi che abbiamo pubblicato, indicano che siamo su un percorso di ripresa ormai molto solida, che abbiamo ulteriormente consolidato con l’inizio della stagione estiva che è partita alla fine di marzo. A maggio i passeggeri su voli nazionali sono stati 227.149 (+31,1% sullo stesso mese del 2019 e +11,3% su maggio 2022), mentre i passeggeri su voli internazionali sono stati 696.114, in crescita del 7,4% sul 2019 e del 17,8% sul 2022. Di fatto con i numeri di maggio sfioriamo i numeri di traffico del 2019. Ormai la ripresa è consolidata. Già alla fine del 2022 si era vista una ripresa che tutto sommato era superiore alle attese e che ora si sta ulteriormente rafforzando. Anche i timori e le preoccupazioni legate da una parte alla situazione geopolitica e dall’altra al tema dell’economia, dell’inflazione e del potere di acquisto delle persone, non sta influendo sulla domanda che continua ad essere molto sostenuta. Se questo trend continuerà supereremo a giugno i numeri del 2019 in termini progressivi.
Che estate vi aspettate?
Ci aspettiamo un’estate buona, positiva. Da un punto di vista della tipologia del traffico c’è stato durante la pandemia uno spostamento di mix con una maggiore quota di mercato delle compagnie low cost e questo deriva dal fatto che sono state più veloci a reagire alla ripresa della domanda dopo la pandemia, anche perché hanno un modello di business che non dipende dal traffico intercontinentale come invece avviene per le compagnie legacy. Questa quota di mercato maggiore si sta continuando a confermare anche se vediamo una buona ripresa anche delle compagnie legacy. Questa differenza è sempre meno evidente.
Può fornire una stima della crescita dei passeggeri in termini percentuali?
Non diamo numeri di forecast. Come tendenza avevamo ipotizzato a inizio anno, sulla base dell’andamento del 2022, di andare in un intervallo tra i dati del 2022 e un po’ sotto quelli del 2019. Con questo trend di crescita che registriamo potremmo essere molto vicini ai dati del 2019 che è stato il nostro massimo storico.
Quale è la situazione finanziaria di Aeroporto Bologna?
La società è solida. Già nel 2022 abbiamo avuto un buon risultato anche se chiaramente non comparabile con i risultati pre-Covid. Questo risultato dovrebbe ulteriormente migliorare nel corso di quest’anno. Da un punto di vista sia della struttura finanziaria che in termini reddituali stiamo andando verso un percorso di recupero. Il nostro obiettivo è quello di portare a raggiungere negli anni i livelli del pre-Covid. È un percorso, perché da un punto di vista del mix di traffico, sotto il profilo del passeggero la differenza tra low cost e legacy non è percepita, da un punto di vista dei conti la cosa è un po’ diversa. Però devo dire che abbiamo lavorato abbastanza bene come dimostrano i dati del primo semestre che hanno visto una crescita dei ricavi rettificati del 44,7% e un utile di 1,2 milioni, contro un risultato negativo per 0,8 milioni nel 2022 al netto del Fondo di compensazione per danni da Covid-19.
Mi auguro che anche i dati del secondo semestre confermeranno questo trend. Abbiamo intrapreso un percorso di recupero della marginalità sul versante del non aviation che ci sta dando buone soddisfazioni. In alcuni segmenti sono già stati superati i risultati del 2019 e questo compensa in parte la minore marginalità sul settore aviation legato al diverso mix.
C’è però il tema dell’aumento dei costi legato all’inflazione
Sì. Anche noi, come tutte le società del mondo abbiamo registrato un aumento dei costi a doppia cifra di alcune componenti. In primis l’energia dove nel 2022 abbiamo visto un incremento forte e prevediamo che questo trend continuerà anche nel 2023 anche se in modo meno drammatico. E poi abbiamo un piano di investimenti da sviluppare nei prossimi anni e anche qui i costi dei materiali, la capacità di approvvigionare l’appalto delle imprese sotto il profilo delle materie prime è un tema abbastanza critico che va monitorato. Questo potrebbe riverberarsi sull’incremento dei costi di investimento. Però abbiamo una solidità finanziaria che ci consente di guardare positivamente al futuro anche con queste incognite legate all’incremento dei costi
Si continua a parlare di consolidamento del settore. Ci sono spazi e che ruolo giocherete voi?
Il tema è sui tavoli da molti anni. Poi con il Covid è stato messo in secondo piano perché il settore doveva resistere per superare la crisi. È un po’ uscito dai radar dall’inizio del Covid e in questo momento è meno presente sui tavoli rispetto al passato. Noi siamo un aeroporto primario nell’area del Centro nord Italia e abbiamo una posizione strategica molto molto interessante in una logica di un potenziale consolidamento. È un tema di soci ma siamo nella condizione di essere un attore attivo e non passivo di questa dinamica. Sarà però un tema che riguarderà i soci. Come azienda nel caso ci fossero opportunità siamo pronti ma non ci sono progetti sul tavolo in questo momento.
Ita batte ufficialmente bandiera tedesca. Ci saranno impatti per Aeroporto Bologna?
Da Ita nel breve non ci aspettiamo grandi impatti. Per noi Ita, e prima Alitalia, da diversi anni ha una rilevanza limitata perché collega solo Bologna con Roma. In estate sono programmati fino a quattro voli giornalieri e nella media sono due. La percentuale è bassa. Il volo esiste per incrementare l’hub di Fiumicino come destinazione finale perché il 95% dei passeggeri che prende il volo da Bologna per Roma, non va nella Capitale ma in altre destinazioni. Se Ita intende mantenere Fiumicino come hub di riferimento, la nostra area geografica ha un potenziale che potrebbe essere sfruttato. Non ci aspettiamo modifiche a breve.
Che valutazione dà in generale dell’operazione Ita-Lufthansa?
Il fatto che Ita venga associata a un gruppo come Lufthansa dal mio punto di vista, di uomo del settore, rafforza la posizione di Ita e tifiamo perché questa operazione abbia successo. Ita aveva perso competitività e quote di mercato su vari segmenti negli ultimi anni. Entrare in questa alleanza rappresenta un’opportunità di stabilità e di inserimento in una strategia più globale dove lei porta in dote il mercato italiano che comunque è un mercato interessante. Ritengo quindi che finalmente dopo tanti anni si è fatta un po’ di chiarezza e si è data una prospettiva che vada oltre il breve termine.