Passano gli anni ma alcune cose non cambiano mai: la conferenza di Aifi, l’associazione del private capital, che come ogni anno si svolge nella sede di Assolombarda e la difficoltà per i private equity e private debt italiani di fare raccolta. Il fundraising insomma come eterno problema per l’industria, come nodo che sembra impossibile da sciogliere e che però tiene in scacco l’intero settore, ancora irrimediabilmente piccolo e sottovalorizzato rispetto a quello degli altri paesi europei.
E quindi, come è emerso durante l’assemblea dell’associazione guidata dall’intramontabile tandem Innocenzo Cipolletta, presidente, e Anna Gervasoni, direttore generale, il private equity ha raccolto oltre 15 miliardi di euro in tre anni. Per fare un paragone i colleghi tedeschi hanno racconto quasi 5 miliardi nei soli primi nove mesi del 2023 (dati Mergermarket).
Appare evidente dunque, come evidenziano dall’associazione, che queste risorse non sono sufficienti per rispondere alle esigenze di investimento nella transizione ecologica e digitale. E la cosa ancor più preoccupante è che queste risorse ci sarebbero, sia considerando gli investitori istituzionali, sia il risparmio privato.
Coinvolgere i privati
Dai dati presentati, l’Italia è caratterizzata da un tasso di risparmio, rispetto al reddito lordo disponibile, pari a 9,8 con un risparmio medio per famiglia italiana pari a circa 176 mila euro. La ricchezza italiana, tuttavia, è investita prevalentemente in immobili e titoli pubblici mentre è minore la quota destinata a supporto delle imprese che non siano di proprietà.
“Come Aifi – ha detto Cipolletta – insisteremo presso il governo perchè ci sia una maggiore spinta sugli investitori istituzionali per favorire l’investimento presso i fondi di private capital”. L’obiettivo dell’associazione è che la clientela privata, cosi’ come avviene in altri paesi, “possa investire direttamente nei nostri asset”. Cipolletta torna a evidenziare che “questo in Italia e’ fortemente limitato dalle regolamentazioni esistenti, per questo vogliamo allineare la regolamentazione del nostro settore a quello che e’ prevalente in altri Paesi”.
Per il presidente di Aifi, inoltre, “si apre una stagione di grandi investimenti, in cui la finanza deve giocare un ruolo importante per la crescita dell’Europa e del Paese”, spiega Cipolletta, sottolineando che “c’è un forte bisogno di investimenti da parte delle imprese” perché “dobbiamo recuperare terreno”, soprattutto di fronte alle sfide delle transizioni (ecologica e digitale) ma anche delle ricostruzioni, in particolare della ricostruzione dell’Ucraina.
Assicurazioni e previdenza ancora lontani
Restano però distanti, ancora, gli investitori istituzionali che investono cifre molto basse in questo comparto e spesso all’estero.
“L’apporto che casse, fondi, assicurazioni e investitori istituzionali in genere – ha detto Cipolletta – è fondamentale perché possono dare per veicolare tale risparmio a supporto delle attività imprenditoriali italiane”.
Il mercato
Nella attività di private equity, il 2023 ha visto un calo sia nella raccolta, pari a 3,8 miliardi di euro rispetto ai 5,9 del 2022, sia negli investimenti scesi da 23, 7 miliardi di euro a 8,2 miliardi. Il segmento di mid market, operazioni con equity versato inferiore ai 150 milioni di euro, ha tenuto portandosi a 5, 2 miliardi, il secondo valore più alto di sempre.
“Il mid market nel 2023 ha dimostrato di essere il focus principale degli operatori; nell’ultimo triennio sono state oltre 1.500 le società oggetto di investimento per un ammontare di circa 16 miliardi, occorre però che, in fase di fundraising aumenti la loro raccolta così che si possano moltiplicare le iniziative di investimento” ha affermato Gervasoni.
“Nei primi tre mesi dell’anno si sono registrate operazioni per circa 14,6 miliardi di euro di cui circa 8 miliardi relativi ad operazioni con Private Equity. Siamo dunque ottimisti, nonostante la flessione dei volumi. La probabile discesa dei tassi e la conseguente maggiore disponibilità di debito dovrebbero, infatti, favorire una forte ripresa dell’attività” ha commentato Stefano Cervo, Partner KPMG, Head of Private Equity.