Via libera a Fibercop. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcom) ha accettato gli impegni proposti da Tim, Fastweb, Tiscali e dalle società del fondo Kkr riguardo l’azienda italiana che opera nel mercato delle infrastrutture di rete, fornendo agli operatori autorizzati servizi di accesso alla propria rete secondaria passiva. L’Autorità – di cui il presidente è Roberto Rustichelli (nella foto) – monitorerà sull’adempimento degli obblighi assunti. Una prima verifica avverrà entro sessanta giorni.
L’istruttoria era stata avviata il 15 dicembre 2020 per la presenza di numerosi problemi concorrenziali. In particolare, si legge in una nota, si sarebbe ridotta la concorrenza nei mercati all’ingrosso delle telecomunicazioni fisse senza determinare una reale infrastrutturazione degli operatori alternativi che avrebbero assunto il ruolo di rivenditori di servizi di Tim, senza alcuna differenziazione qualitativa o economica significativa.
“Il procedimento – evidenzia l’Agcom – ha riguardato aspetti molto complessi della rete e l’Autorità ha orientato la propria azione bilanciando i benefici in termini di condivisione di investimenti con i rischi di restrizioni della concorrenza”. Secondo l’Antitrust, infatti, “la concorrenza infrastrutturale, la pluralità di reti e di fornitori all’ingrosso e al dettaglio in concorrenza è un elemento imprescindibile nel mercato delle telecomunicazioni, guidato dalla logica della scala degli investimenti”.
L’indipendenza infrastrutturale si traduce, si legge in una nota, in migliori servizi, come profili di velocità maggiori e differenti rispetto agli standard regolati, in maggiori efficienze economiche della rete che conducono a vantaggi per gli operatori di telecomunicazioni e a benefici per i consumatori.
Le disposizioni di Agcom
Nel dettaglio, gli impegni accolti dall’Autorità si basano su due pilastri: ridurre le barriere all’acquisizione dei clienti, cioè gli operatori di telecomunicazione, nel mercato all’ingrosso delle telecomunicazioni fisse, favorendo una piena concorrenza infrastrutturale e favorire l’infrastrutturazione tramite la riduzione dei costi e l’individuazione di stringenti scadenze temporali e obiettivi di copertura.
In questo modo si diminuiscono i rischi di preclusione della domanda di servizi di telecomunicazione all’ingrosso da parte degli operatori di telecomunicazione, riducendo i minimi garantiti e la scala geografica di adesione al progetto (da nazionale a comunale o sub-comunale) e introducendo profili di adesione al progetto Fibercop basati su diritti di lungo periodo, senza minimi garantiti.
Le promesse
Sul fronte degli investimenti, Tim si è impegnata a dare insieme a Fibercop informazioni idonee alla pianificazione degli investimenti da parte degli operatori alternativi. Inoltre l’azienda italiana di telecomunicazioni faciliterà l’infrastrutturazione degli operatori alternativi offrendo loro la fibra spenta in rete primaria, riducendone quindi i costi e le tempistiche di infrastrutturazione.
Sempre dal punto di vista dell’infrastrutturazione, Fastweb si è impegnata a effettuare un percorso fino al 2026, così da accedere ai servizi di Fibercop in qualità di operatore effettivamente indipendente da Tim, e Tiscali ha modificato e/o risolto alcuni contratti che non determinavano alcuna infrastrutturazione, limitando allo stesso tempo la contendibilità della fornitura all’ingrosso.