Aprire il mondo degli investimenti alternativi al risparmio privato è ormai diventata una missione, se non un’esigenza, dell’industria finanziaria. Unimpresa stimava quasi 2mila miliardi di euro parcheggiati sui conti correnti degli italiani e queste risorse, se correttamente veicolate verso l’economia reale, cioè le imprese, potrebbero innescare un circolo virtuoso di crescita a più livelli (delle aziende, del lavoro, del Pil).

È per questo che negli ultimi due anni sono fiorite una serie di iniziative che puntano proprio a coinvolgere il retail nel private capital. L’ultima in ordine di tempo è Hope (acronimo di Holding di Partecipazioni Economiche), Sicaf retail classificata come PIR alternativo lanciata a febbraio e operativa dallo scorso settembre, guidata dall’amministratore delegato Claudio Scardovi (qui la sua intervista su Dealflower) e presieduta dal prorettore alla Bocconi Stefano Caselli.

I principali soci di Hope a oggi sono Unicredit (19%), Amundi sgr (14,5%), Banca Generali (9%) e Bnl (5,4%), ma nel capitale figurano con quote minori anche Cnp Unicredit Vita, Banco Bpm, Popolare di Ragusa, Banca Mediolanum e Banca Popolare di Puglia e Basillicata, così come alcuni investitori privati, fra i quali Urbano Cairo, Rcs, Stefano Aversa e Piero Masera di Alix Partners e Isabella Seragnoli, azionista di riferimento di Coesia Group.

Il Cda è composto da sette membri, di cui sei non esecutivi. Oltre a Scardovi e al presidente Caselli ci sono anche Francesco De Giglio (ex partner di Arcadia sgr ed ex managing director di Advent International in Italia), Mauro Del Rio, l’avvocato  Nunzio Luciano, Alessandra Manuli e l’economista Lucrezia Reichlin.

Il board è affiancato da un nutrito Comitato di Sostenibilità che comprende Anna Gervasoni, direttore generale dell’Aifi, Carlo Ratti direttore del Senseabe City Lab del Mit di Boston, Cinzia Tagliabue, ceo di Amundi Italia, ma anche l’attrice Cristiana Capotondi, l’ex modella Bali Lawal e l’atleta Larissa Iapichino. Il comitato d’investimento corporate è presieduto invece da Galeazzo Pecori Giraldi, già country head di Morgan Stanley, oltre che dallo stesso Scardovi, affiancati da Stefania Petruccioli, partner di Progressio sgr, e Stefano Sostero, ex managing director di Muzinich. Infine, il comitato di investimento sustainable cities è presieduto da Andrea Beltratti, e comporto oltre che da Scardovi da Armando Borghi, ceo di Citylife, Luca Malighetti, managing director di Varde Partners, e Mirko Tironi, membro del cda di Borio Mangiarotti.

La società è stata presentata ufficialmente in un evento organizzato lo scorso sabato 23 ottobre al Teatro Dal Verme a Milano, con 800 invitati e la presenza di star dello spettacolo e artisti quali l’intramontabile Ornella Vanoni, che ha aperto i lavori intonando alcuni dei suoi principali brani, Annalisa, Carlo Cracco e Caterina Balivo, che ha condotto la serata.

 

Ipo e obiettivo 500 milioni

Hope nasce come piattaforma innovativa di investimento equity e quasi-equity per convogliare il risparmio privato degli investitori istituzionali e delle famiglie per investimenti in imprese e città d’eccellenza con un’ottica di lungo periodo. La sicaf punta infatti a quotarsi a Piazza Affari, con una ipo che è appunto destinata anche ai piccoli investitori, attraverso una soglia minima di investimento di mille euro. Il target di raccolta è di  500 milioni di euro, con l’obiettivo di lungo termine, da qui al 2031, di arrivare a 10 miliardi di raccolta complessivi.

Per il collocamento retail sarà necessario attendere il via libera della Consob al prospetto, che arriverà nel 2022, ma nel frattempo avverrà il collocamento presso gli investitori istituzionali, ai quali si aggiungeranno i 43 soci fondatori che hanno inizialmente capitalizzato Hope per circa 15,7 milioni di euro.

Il rendimento lordo atteso potrebbe attestarsi a doppia cifra.

Da Azimut a Eurizon

Tra le altre iniziative di “democratizzazione” degli investimenti in private capital ci sono state esempio quella di Azimut, che ha creato Azimut Libera Impresa sgr con otto i fondi dedicati a private equity, venture capital e private debt, fra i quali Demos 1, il fondo chiuso di private equity accessibile anche alla clientela retail grazie a un importo minimo di sottoscrizione pari ad appena 5mila euro.

Anche Neuberger Bergman, quest’anno, ha lanciato un Eltif (European Long-Term Investment Fund) di investimenti di private equity con l’obiettivo di rendere l’offerta globale della società accessibile agli investitori retail e non professionali e ai loro consulenti finanziari.

Nel febbraio 2020 era stata la volta di Eurizon, l’asset manager del gruppo Intesa Sanpaolo, che ha lanciato Eurizon Capital Real Asset sgr, società di gestione che si dedicherà agli  investimenti nel private market. La newco è nata con un patrimonio di 3,4 miliardi di euro, ricevuto in delega di gestione da Intesa Sanpaolo Vita, e gestisce mandati e fondi di investimenti alternativi destinati alla dvisione insurance, agli investitori istituzionali, ai family office e alla clientela privata della divisione private banking e di Banca dei Territori.

 

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