Fsi prosegue lo shopping in Anima e sale al 9% del capitale. Nel dettaglio, secondo quanto emerge dalle risultanze della Consob, il fondo guidato da Maurizio Tamagnini (in foto) il 15 febbraio scorso deteneva un partecipazione pari all’8,547% del capitale della Sgr. La quota è detenuta in indiretta proprietà tramite Fsi Holding 2 Srl. Successivamente, il 17 febbraio il fondo ha incrementato la partecipazione salendo al 9%. Anche in questo caso la quota è detenuta in indiretta proprietà tramite Fsi Holding 2 Srl.
L’investimento in Anima tramite Mediobanca
Il 14 febbraio con un’operazione di reverse accelerated bookbuilding, Fsi ha investito tramite Mediobanca il 7,2% di Anima Holding, pari a circa 24.979.358 azioni ordinarie.
Il corrispettivo per l’acquisto delle azioni, spiega una nota, è pari a 4,35 euro per azione, per un esborso complessivo di 108,7 milioni, cifra che incorpora un premio del 7,4% rispetto alla chiusura del titolo di martedì a 4,05 euro per 1,38 miliardi di valore.
Mediobanca aveva annunciato l’acquisto da parte di un intermediario finanziario di una quota della società di gestione del risparmio guidata da Alessandro Melzi d’Eril specificando, aspetto rilevante, che l’acquirente cioè Fsi non intende promuovere alcuna offerta pubblica d’acquisto (Opa) nei prossimi 12 mesi.
L’impatto sulla governance
L’acquisto da parte del fondo di una quota considerevole in Anima arriva proprio nel momento in cui scadrà il termine per la presentazione delle liste per il rinnovo del cda, prevista per il prossimo 24 febbraio. Il vertice della società dovrà essere rinnovato dall’assemblea convocata per il 21 marzo e ai grandi soci spetterà la scelta dei nuovi amministratori.
Con questo ingresso Tamagnini diventa uno dei soci di riferimento di Anima, accanto al primo socio Banco Bpm (20,6%), Poste (10,3%), Amundi (5,1%) e a seguire Caltagirone (3,2%). A presentare una rosa di nomi dovrebbero essere Banco Bpm, Poste e Assogestioni che già nell’ultimo rinnovo avevano espresso il board di Anima mentre Amundi pare essersi chiamato fuori dai giochi alla luce di una partecipazione acquisita lo scorso anno che avrebbe valenza puramente finanziaria.