Una rimodulazione del debito con le banche, un nuovo finanziamento e un aumento di capitale da 580 milioni di euro. Il consiglio di amministrazione di Ansaldo Energia, azienda genovese controllata per l’88% da Cassa depositi e prestiti e per il 12% da Shanghai Electric, mette in pratica quanto comunicato durante la presentazione del Piano industriale nel marzo scorso e convoca l’assemblea per dare il via a queste tre mosse, finalizzate a coprire il rosso dei conti.
Il risultato netto per lo scorso anno è stato infatti negativo per 559 milioni di euro (dopo i -583 dell’anno precedente) legato, stando a quanto comunicato dall’azienda, a “una revisione al ribasso per 390 milioni di euro del valore degli asset intangibili detenuti (impairment loss su costi di sviluppo tecnologia GT36 e avviamento). Il motivo è noto e lo spiega l’azienda stessa: le “dinamiche di andamento dei prezzi delle materie prime e dei costi di produzione in generale” hanno provocato una “conseguente, significativa revisione al ribasso della marginalità dei progetti New Units già a portafoglio”.
Ansaldo Energia stava già scontando una situazione complessa prima della guerra in Ucraina, condizione esacerbata appunto dalle ripercussioni del conflitto sul mercato dell’energia, in particolare su quello del gas, su cui aveva puntato gran parte del suo piano di sviluppo.
Le operazioni
Nel dettaglio delle operazioni, la prima è la sottoscrizione con le banche finanziatrici degli accordi di estensione al 2027 dei finanziamenti a medio-lungo termine, già stabilito e di cui il board ha preso atto, e la seconda è la sottoscrizione della nuova linea di credito assistita dalla garanzia di Sace “SupportItalia”. L’ammontare complessivo di linee per cassa a disposizione della società, si legge, rimane così pari a 450 milioni di euro complessivi.
Poi c’è l’aumento di capitale che il cda “ha deliberato di sottoporre all’assemblea degli azionisti, in sede straordinaria, una proposta di aumento del capitale sociale a pagamento per un importo massimo complessivo di 580 milioni di euro, in forma scindibile, da offrire ai soci in opzione”. L’aumento sarà fatto “mediante emissione di 1,81 miliardi di azioni ordinarie prive del valore nominale aventi le medesime caratteristiche di quelle in circolazione, a un prezzo di emissione per azione di 0,31906 euro , da offrire in opzione ai soci entro il 30 aprile 2024 e di annullamento di 11.250 azioni proprie senza corrispondente riduzione del capitale sociale”. Il Consiglio ha anche preso atto dell’estensione al 2027 della linea di credito per l’emissione di garanzie commerciali a supporto del Piano.
Di conseguenza, il cda ha appunto convocato l’assemblea – in sede ordinaria per l’approvazione del bilancio e in sede straordinaria per l’aumento di capitale – per giugno prossimo.
Il bilancio
Tornando ai conti, il gruppo guidato da Fabrizio Fabbri ha registrato ricavi per 1,23 miliardi di euro in calo di 253,9 milioni rispetto all’anno precedente. Nel corso dell’anno sono stati raccolti nuovi ordini per 898,4 milioni di euro, raggiungendo così i 4,1 miliardi di euro di portafoglio ordini complessivi.
L’Ebitda è risultato negativo per 46,1 milioni di euro (-206,5 milioni rispetto all’anno precedente) mentre l’indebitamento netto è “pari a 1,04 miliardi, in aumento di 193,3 milioni rispetto all’anno precedente”.
Gli advisor
Nell’intero processo, Ansaldo Energia è stata assistita da Mediobanca in qualità di advisor finanziario, con un team guidato da Giuseppe Baldelli e composto da Andrea Giorgianni, Riccardo Briguglio, da Chiomenti e Studio Zoppini in qualità di advisor legali e da EY e Studio Laghi rispettivamente per l’analisi e l’aggiornamento del piano industriale e per gli aspetti economico-aziendalistici.
Le banche finanziatrici sono assistite da Lazard, che ha agito un team guidato da Igino Beverini, deputy ceo, e composto da Leandro del Rojo, vp, e Luca Giacani, associate, e Wepartner, con un team formato da Guido Rivolta, consigliere delegato, dal partner Massimo De Buglio e dal manager Davide Giovannini.