La settimana in Borsa che precede i sette giorni più importanti del 2023 per Mediobanca, al termine dei quali si terrà la tanto attesa assemblea dei soci chiamati a votare il nuovo Cda, è la peggiore degli ultimi sette mesi.
La perdita non è distante dalla doppia cifra: -8,5% al giro di boa di venerdì 20 ottobre. Bisogna tornare alla seconda settimana di marzo per trovare di peggio, allora il rosso fu di oltre 9 punti percentuali: era la crisi delle banche americane. Da allora, Mediobanca ha segnato una ripresa del 26% circa.
Sia chiaro, anche l’ottava che va a concludersi, la penultima di ottobre, non è che sia così vivace, tutt’altro. Ma l’istituto di Piazzetta Cuccia rimane comunque il titolo peggiore del settore. Per intenderci, i rossi più profondi che seguono arrivano da Mps, che però dipende esclusivamente dalla stretta attualità che riguarda la banca senese, e Banca Generali, che ha però ceduto solo la metà di Mediobanca.
Mediobanca verso l’assemblea: conto alla rovescia
Tornando alla pesante performance di questa settimana, vien da chiedersi quali possano essere i collegamenti con l’assemblea in arrivo e c’è da dire che il titolo non è più sostenuto dagli acquisti di chi vuole prendere posizione. All’approssimarsi della record date e considerati i tempi tecnici per l’esecuzione degli ordini, i titoli comprati a partire da mercoledì non sono depositabili in assemblea.
Guardando al Cda, i giochi sembrerebbero già fatti, o quasi. Saranno rieletti il presidente Renato Pagliaro, l’amministratore delegato Alberto Nagel e il direttore generale Francesco Saverio Vinci. Certi dell’elezione, come conferma anche il Corriere della Sera Economia, altri sei candidati della lista del consiglio uscente (Cioli, Hortefeux, Penna, Pignatti Morano, Vilà Boix e Bonet).
Sicuro anche il duo in rappresentanza di Delfin: Sandro Panizza e Sabrina Pucci. Una lista, quella del primo azionista, “non in concorrenza, ma a completamento di quella presentata dagli amministratori uscenti” (come vi raccontiamo anche qui), come pure la rappresentante degli investitori istituzionali, Angela Gamba.
I posti rimasti per il Cda
Non rimane dunque che il 20% del Cda. Le liste in ballo sono tre: quelle di Mediobanca, di Delfin più una terza lista sostenuta da Assogestioni, che però parte dal 2,12 per cento dei voti. Poste Italiane, che ha in portafoglio poco meno del 3% di Mediobanca, ha già annunciato che non voterà.
Se a vincere sarà Delfin eleggerà tutti i suoi cinque componenti, lasciando nove posti al cda uscente e uno ad Assogestioni. Se invece vincerà Mediobanca, i posti ottenuti saranno 12, due andranno a Delfin e uno ad Assogestioni. L’obiettivo è superare il 35% dei voti. Ma la partita sarebbe tutta in mano agli investitori istituzionali.
Com’è andata la settimana precedente l’assemblea?
E a proposito della partita del rinnovo dei vertici di Piazzetta Cuccia, proprio due grandi fondi pensione americani, entrambi tra i primi 50 investitori in Mediobanca, hanno annunciato di aver preso posizione a favore della lista di candidati presentata dal Cda.
Calstrs e New York City Comptroller hanno pubblicato sul proprio sito la disclosure pubblica della decisione di sostenere la lista del board uscente e di votare dunque contro le rose presentate dal primo socio Delfin e da Assogestioni. Precedentemente, anche gli advisor Proxy Iss e Glass Lewis hanno consigliato agli azionisti di votare la lista del cda nell’assemblea del 28 ottobre.
La settimana di Mediobanca è iniziata con il perfezionamento dell’acquisizione da parte di Compass, la società di credito al consumo del gruppo Mediobanca, della fintech elvetica HeidiPay Switzerland, specializzata nel “buy now pay later” (Bnpl), di cui già deteneva il 19,5% da agosto 2022, primo passo del percorso di diversificazione geografica di Compass.