Divorzio alla tedesca in casa Axel Springer Se: il colosso si scinde in due. Da una parte il settore media che passa sotto il controllo della famiglia Springer e dell’ad Mathias Doepfner, dall’altra la pubblicità (soprattutto piattaforme di ricerca di lavoro e dedicate all’immobiliare) nelle mani del private equity e dei fondi Kkr (che in Italia possiede la rete di accesso di Telecom Italia) e Cpp Investments.

Perché si è arrivati fino a qui

L’obiettivo dell’operazione sembra essere quello di un maggior controllo della famiglia Springer della parte media e allo stesso tempo della realizzazione dell’obiettivo degli eredi dello storico editore di portare avanti la missione dell’informazione pura. Così separare il business non puramente giornalistico e storcere il naso di fronte al mercato (dal quale si è delistato nel 2020 e a cui è seguita la partnership con Kkr) e alla quotazione in Borsa sembra la strada più ovvia per compierla. Springer torna quindi privata in una misura ancora più ampia del 2020. 

Bild, Business Insider e Politico in mano alla famiglia Springer

Dal punto di vista del portafoglio, la mossa significa che l’attività media di Axel Springer (con Bild, Business Insider, Politico, Welt, idealo, Bonial, Morning Brew, Dyn Media, Emarketer e la joint venture Ringier Axel Springer Poland) sarà principalmente in mano agli eredi e al delfino di Springer, Dopfner. Friede Springer – vedova del fondatore Springer – e l’ad Mathias Dopfner deterranno insieme quasi il 98% della società. Axel Sven Springer, uno dei nipoti del fondatore della società, manterrà le azioni rimanenti, una porzione più piccola della sua precedente quota di minoranza.

Friede Springer: “Siamo un’istituzione giornalistica con valori chiari”

Per Springer c’è del resto un’indipendenza dichiarata negli intenti, se Friede Springer, vicepresidente del Consiglio di sorveglianza di Axel Springer ha spiegato che “in tutto questo tempo, non abbiamo mai perso ciò che ci definisce veramente: essere un’istituzione giornalistica con valori chiari. Quindi, la visione di Mathias Dopfner e mia era che un giorno Axel Springer sarebbe tornata ad essere un’azienda privata e gestita. La realizzazione di questa visione ora mi riempie di grande gioia”. O almeno questa è l’immagine da regalare al mondo.

Annunci pubblicitari sotto il controllo di Kkr e Cpp Investments

Invece Stepstone Group (di cui si vocifera di un possibile sbarco in Borsa), Aviv Group, finanzen.net e Awin saranno separate e detenute da Kkr e Cpp Investments come azionisti di maggioranza, Axel Springer come co-azionista di minoranza e con una partecipazione dei nipoti di Axel Springer.

I risultati di Axel Springer

Attraverso la partnership con Kkr e Cpp Investments, Axel Springer avrebbe subito una significativa trasformazione, spiegano dal colosso. Sin dalla sua revoca dalla Borsa nel 2020, gli azionisti hanno fornito competenze, risorse globali e consentito oltre 1,9 miliardi di euro di investimenti per aiutare Axel Springer ad accelerare la sua trasformazione digitale ed espandersi in nuovi mercati e aree limitrofe, sia organicamente che attraverso una significativa attività di m&a (come l’acquisizione di Politico negli Sati Uniti). La società ha ottenuto una crescita notevole, con ricavi annuali in aumento del 30% a quasi 4 miliardi di euro.

Inoltre, anche se l’esatta partecipazione dei rispettivi azionisti deve essere finalizzata nel processo di raggiungimento di accordi vincolanti, il gruppo fa sapere in una nota che “questo rende Axel Springer una società di media completamente privata e gestita per la prima volta dalla Ipo dell’azienda nel 1985”.

Al contrario di quanto avviene per i maggiori gruppi editoriali italiani, dove gli affari non legati strettamente al settore media convivono con una pericolosa vicinanza ad altri settori di impresa: dalla sanità, all’immobiliare, all’automobilistico e dove la missione dell’editoria pura non è nemmeno nell’aria.

Gli editori impuri italiani

Infatti in Italia, il gruppo Gedi che controlla Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX e altre testate e magazine, è controllato da Exor, che a sua volta detiene Ferrari, Stellantis, Cnh Industrial, Philips, Iveco Group, The Economist, Shang Xia e Casavo, per citare le attività principali.

Cairo Communication, che a sua volta controlla Rcs Mediagroup, (Corriere della Sera, Oggi, Amica e non solo) nella compagine societaria, oltre a Cairo, vede Mediobanca, Della Valle, azionista di maggioranza di Hogan e Tod’s e dell’azienda italiana di trasporti Nuovo Trasporto Viaggiatori, Unipol, e anche China National Chemical Corporation e Pirelli.

Caltagirone Editore, controllato dal gruppo Caltagirone, oltre alla partecipazione in Mediobanca ha quote nel settore immobiliare, a cominciare da Cementir, e nell’editoria con la proprietà del quotidiano romano Il Messaggero, e pure nei settori bancario e assicurativo.

La famiglia Angelucci che controlla Il Tempo, Il Giornale e Libero, con l’agenzia Agi nel mirino, opera attraverso la propria finanziaria, Tosinvest, che investe in real estate, ecocleaning e ovviamente sanità. O ancora il caso di Romeo Editore (Il Riformista) che ha alle spalle Romeo Immobiliare e Romeo Alberghi. Un altro pianeta insomma.

 

 

 

 

Lascia un commento

Articolo correlato