La vicenda dell’acquisto di diamanti tramite la società Intermarket Diamond Business (Idb), fallita nel gennaio 2019, costituisce una spina nel fianco per le banche coinvolte (Banco Bpm e la controllata Banca Aletti, Intesa Sanpaolo, Banca Monte dei Paschi di Siena e UniCredit) e un fattore di rischio – sebbene in fase di risoluzione – che emerge dai bilanci.
Compreso quello di Banco Bpm. È quanto si evince dalla relazione alla semestrale dell’istituto guidato da Giuseppe Castagna (nella foto di copertina).
Banco Bpm fa sapere di essersi adoperato per risolvere la vicenda con misure ad hoc e collaborando con le autorità giudiziarie, mettendo in campo diverse soluzioni per i clienti e predisponendo azioni di discontinuità manageriale. Peraltro, i fatti legati al processo diamanti si riferiscono all’attività di segnalazione svolta nel periodo 2003 – 2016 e precedono la nascita di Banco Bpm, avvenuta nel 2017.
Gli accantonamenti per rischi e oneri
La voce “Fondi per rischi e oneri” al 30 giugno scorso vedeva iscritte poste per 933,485 milioni. Una parte consistente (407,410 milioni) è legata agli oneri per il personale, ovvero il fondo di solidarietà per le buonuscite concordate con i sindacati.
La banca, inoltre, ha iscritto a bilancio oneri pari a 101,97 milioni conseguenza di controversie legali e fiscali. Nella relazione si puntualizza che le pretese legate a contenziosi fiscali ammontano a 222,7 milioni. Per quanto riguarda le vertenze legali, “le pretese classificate come possibili ma non probabili ammontano complessivamente a 427,7 milioni. Le pretese classificate come probabili ammontano complessivamente a 269,2 milioni, a fronte delle quali risultano stanziati nella voce “Fondi per rischi e oneri” 62,8 milioni.
La voce “Altri” ammonta a 161,727 milioni “e comprende principalmente gli stanziamenti a fronte delle seguenti passività: a) rischi connessi a vertenze e reclami sia pendenti che attesi legati all’operatività con la clientela e a possibili evoluzioni interpretative di talune norme regolamentanti l’attività bancaria (94 milioni); b) passività stimata a fronte di probabili rimborsi di commissioni conseguenti ad eventuali estinzioni anticipate da parte della clientela di polizze assicurative (20,7 milioni); c) rischi connessi a garanzie concesse e/o impegni assunti nell’ambito degli accordi di partnership a fronte di cessioni di partecipazioni o altre attività o gruppi di attività (12,5 milioni); d) rischi connessi a garanzie rilasciate a fronte della cessione di crediti, riconducibili ai progetti Exodus, ACE, Titan, Django e Rockets (3,3 milioni)”.
La vicenda Intermarket Diamond Business
Nell’ambito della categoria a), spiega la banca, “è incluso l’accantonamento a fronte dei rischi connessi all’attività di segnalazione della clientela interessata all’acquisto di diamanti. La vicenda è oggetto di un procedimento penale della procura di Milano, che nel febbraio 2019 ha portato al sequestro di 84,6 milioni e all’invio di un’informazione di garanzia a Banco Bpm e Banca Aletti “per illecito amministrativo per i reati presupposto di autoriciclaggio” e al solo Banco BPM “per l’ipotesi di ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza”.
Nell’avviso di chiusura delle indagini preliminari, inoltre, “la procura ha contestato ad alcuni ex manager e dipendenti il reato di truffa aggravata, autoriciclaggio, ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza e corruzione tra privati”.
Dopo il rinvio a giudizio, avvenuto nel febbraio scorso, il 19 luglio si è tenuta l’udienza preliminare, che proseguirà il 20 settembre, riferisce Banco Bpm.
“Tali vicende hanno determinato la ricezione di un elevato numero di reclami da parte della clientela coinvolta e l’avvio di contenziosi in sede civile”. Il gruppo dice di aver risposto con “un’ampia iniziativa di customer care, che prevede un’analisi caso per caso… finalizzata al perfezionamento di transazioni che prevedono il mantenimento della proprietà della pietra da parte del cliente unitamente all’erogazione di un ristoro economico”.
Al 19 luglio scorso “risultavano pervenuti oltre 24.000 reclami e contenziosi, per un petitum complessivo di circa 713 milioni; di questi, circa 1.460 hanno dato luogo a procedimenti civili che vedono la banca convenuta per un petitum complessivo pari a circa 77 milioni”.
Banco Bpm, grazie all’attività di gestione e di customer care, riferisce di aver definito “reclami e contenziosi per un petitum complessivo superiore a 560 milioni”. A fronte dei reclami e dei contenziosi… “nella sottovoce in oggetto risulta compreso lo specifico fondo posto a presidio delle suddette vertenze con la clientela ammontante a 91,7 milioni”.
Infine, l’istituto sottolinea di aver messo in campo, oltre ai ristori economici, servizi gratuiti di assistenza alla clientela.