Ostile. Lanciata in condizioni del tutto inusuali. Che espone gli stakeholder a forti incertezze, con pesanti ricadute occupazionali. Ecco che cos’è per Banco Bpm l’offerta pubblica di scambio lanciata da Unicredit. Il giudizio è stato espresso in una nota al termine del Cda dell’istituto di piazza Meda.

Ops bocciata dunque. Innanzitutto da Mauro Paoloni, membro del consiglio dell’istituto di piazza Meda che stamattina rivolto all’Ansa ha definito l’offerta “ostile”, per l’appunto, poco prima di entrare in riunione. Poi perché “non è stata in alcun modo preventivamente concordata con la banca”.  Le condizioni di prezzo, che includono un premio dello 0,5% rispetto alla chiusura di venerdì scorso, “non riflettono in alcun modo la redditività e l’ulteriore potenziale di creazione di valore per gli azionisti”, anche alla luce delle ultime operazioni straordinarie annunciate.

Problemi inoltre per quanto riguarda la trattativa con Commerzbank: “Un altro fronte di espansione, quello in Germania -continua la nota della banca guidata da Giuseppe Castagna- espone gli azionisti di Banco Bpm all’incertezza legata al suo esito. Peraltro, una crescita in Germania porterebbe ad una significativa diluizione dell’attuale esposizione geografica, concentrata nelle aree più ricche dell’Italia, verso mercati oggi segnati da una minore crescita e un maggiore rischio geopolitico”.

Offerta Unicredit, le altre aree di rischio

La perdita del brand Banco Bpm, in seguito alla fusione tra le due banche, che UniCredit afferma di volere conseguire nel minor tempo possibile, e i tagli di costi che una integrazione comporterebbe sono gli altri aspetti bocciati dalla banca milanese. In particolare, le sinergie di costo lordo stimate da UniCredit per 900 milioni di euro – “ossia più di un terzo della base costi di Banco Bpm” – destano “forti preoccupazioni sulle prevedibili ricadute a livello occupazionale e sociale”.

Altre considerazioni effettuate dal board questa mattina riguardano l’effetto dalla ‘passivity rule’ susseguente al lancio dell’Ops, che condizionerà gli spazi di manovra delle strategie del gruppo “determinandosi così un quadro di elevata incertezza”. Il riferimento è all’Opa totalitaria che Banco Bpm ha lanciato sulla partecipata Anima lo scorso 6 novembre e al recente acquisto di una quota del 5% di Mps nell’ambito dell’ultimo collocamento da parte del Tesoro.

Mossa, quest’ultima, che il mercato ha letto come un primo passo verso la creazione di un terzo polo bancario in Italia auspicato dal governo e che un esito positivo dell’offerta di Unicredit metterebbe a repentaglio.

Banco Bpm, ecco le priorità

“La Banca rimane focalizzata sull’implementazione del piano 2023-2026, sull’esecuzione dell’Opa su Anima e sul conseguente aggiornamento del piano industriale”, conclude Banco Bpm, aggiungendo che non trascurerà “alcuna opzione strategica” per raggiungere i propri obiettivi di crescita di valore per tutti i suoi azionisti. La banca ricorda che dopo queste prime valutazioni, condivise all’unanimità da tutto il board, dovrà esprimersi sull’Ops “con le tempistiche, gli strumenti e secondo le modalità previste dalla legge”.

Intanto gli azionisti di Unicredit si espongono sull’operazione. “L’Ops lanciata da UniCredit su Banco Bpm è un’operazione inattesa che segue le regole di mercato”. Lo ha affermato il Ceo di Allianz in Italia Giacomo Campora aggiungendo che la mossa di UniCredit, di cui il gruppo è azionista e principale partner assicurativo, “ha sorpreso tutti”.

La fondazione Cariverona non commenta ma conferma la “fiducia di sempre” al management di Piazza Gae Aulenti. Lo riferisce una fonte dell’ente, azionista di UniCredit con l’1,09%.

Credit Agricole smentisce il Sole 24 Ore

E stamattina sono arrivate infine le smentite, da parte del Credit Agricole, maggiore azionista in Banco Bpm con il 9,18% con tanto di partnership assicurative e di finanziamento al consumo in essere,  della notizia pubblica dal Sole 24 Ore (qui la notizia riportata da Borsa Italiana) riguardo voci di mercato secondo cui la banca francese avrebbe stipulato contratti derivati per aumentare la sua partecipazione di un ulteriore 10% salendo potenzialmente al 19%.

Il portavoce ha dichiarato che il Credit Agricole non ha presentato alcuna domanda alla Bce.

Il commento di Scope Ratings

Alessandro Boratti e Marco Troiano del team Financial Institutions di Scope Ratings, hanno così commentato: “UniCredit si avvale di una solida posizione finanziaria per perseguire la crescita in Italia e in Europa. Persegue la crescita sia a livello nazionale che internazionale e se l’offerta per Banco Bpm avrà successo, riequilibrerà l’esposizione del gruppo al mercato italiano e rimodellerà il panorama competitivo nazionale”.

Gli analisti concludono: “Consideriamo la mossa di UniCredit ampiamente positiva, ma è chiaro che aumenterà la dipendenza del gruppo dall’Italia (BBB+ Stabile) e si allontanerà dai suoi recenti sforzi di diversificazione geografica attraverso l’espansione dell’impronta paneuropea. Questa maggiore esposizione italiana potrebbe avere un impatto sui costi di finanziamento se il rischio sovrano italiano dovesse aumentare. Con Banco BPM, l’Italia avrebbe rappresentato il 56% dei ricavi del gruppo nei nove mesi, rispetto al 46%”.

Reazione del mercato

Attorno alla parità Unicredit, a 36,2 euro ad azione, negativa anche se con perdite inferiori al mezzo punto percentuale Banco Bpm, appena sotto i 7 euro. Al giro di boa, aspettando Wall Street, queste le reazioni dei titoli delle due banche coinvolte nel risiko bancario. L’istituto guidato da Andrea Orcel ha chiuso con un rosso del -4,7% nella seduta della viglia, mentre piazza Media arriva da un rally che l’ha portata a un guadagno superiore ai 5 punti percentuali.

Il resto del comparto bancario è incerto, spicca però il +3,5% di Mps e il -1,7% di Unipol. Negativa Intesa Sanpaolo: -0,6%.

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