Consolidamento e risiko bancario? Magari dopo. Intanto comincia quello nel risparmio gestito italiano. Banco Bpm lancia un’offerta pubblica di acquisto volontaria tramite Banco Bpm Vita sulla totalità delle azioni di Anima Holding. Prezzo: 6,20 euro per azione, per un controvalore massimo pari a circa 1,58 miliardi di euro. L’Opa è finalizzata a ottenere il delisting dell’asset manager dall’Euronext Milan.

L’offerta è principalmente preordinata a rafforzare il modello di business di Banco Bpm Vita, che sarà trasformata in una fabbrica prodotto integrata Assicurazione Vita e Risparmio Gestito”. Ed è condizionata, tra l’altro, al raggiungimento di una quota complessiva nel capitale di Anima pari ad almeno il 66,67%, nonché alla conferma della possibilità per Banco Bpm di applicare all’operazione il trattamento regolamentare del ‘Danish Compromise’.

Quanto ai tempi dell’operazione, una volta ottenute le autorizzazioni regolamentari entro marzo, Banco Bpm stima di completare il deal entro la prima metà del 2025.

Dalla fusione previsto aumento dell’utile per azioni del 10%

Il corrispettivo incorpora un premio dell’8,5% rispetto al prezzo delle azioni alla chiusura di ieri, mercoledì 6 novembre. Il conglomerato finanziario potrà contare su masse complessive da Assicurazione Vita e Risparmio Gestito pari a circa 220 miliardi di euro, all’interno di un totale attività finanziarie della clientela pari a circa euro 390 miliardi.

Dal completamento dell’operazione l’apporto complessivo ai ricavi di gruppo delle fabbriche prodotto dovrebbe aumentare a 1,6 miliardi, rispetto a 1,18 miliardi previsti nel piano al 2026. E deriverà un miglioramento della performance reddituale – con un aumento dell’utile per azione di circa il 10% e un incremento del RoTE al 2026 dal 13,5%, obiettivo di piano, a oltre il 17% – mentre rimarrà limitato l’assorbimento patrimoniale, quantificabile in una riduzione del Cet1 Ratio pari a circa 30 punti base, sottolinea la nota.

Nella compagine di Anima ci sono Poste (con poco meno del 12%), Fsi (con il 9,77%) e Francesco Gaetano Caltagirone (con circa il 3,5%). Secondo i calcoli di Milano Finanza, Anima capitalizza 1,98 miliardi. Dunque le Poste, in caso di adesione, incasserebbero 238 milioni; Fsi 193 milioni circa; Caltagirone poco più di 69 milioni. Considerando il 22,4% già in portafoglio, l’esborso massimo per il Banco ammonterebbe a poco più di 1,5 miliardi.

Reazione del mercato

L’annuncio a sorpresa sul lancio dell’Opa totalitaria su Anima da parte di Banco Bpm viene accolto con favore dalla Borsa che apprezza un’operazione di consolidamento industriale basato sullo sviluppo delle attività di assicurazione e risparmio gestito e destinata ad aumentare la redditività della banca di Piazza Meda in un contesto di tassi in discesa.

Il titolo Banco Bpm balza in testa al Ftse Mib con un rialzo del +10,5% intorno alle 10,25, mentre Anima corre del +9,6% a 6,3 euro, appena sopra il prezzo di 6,2 euro per azione offerto dalla banca milanese per puntare al pieno controllo del principale asset manager italiano indipendente, di cui già detiene il 22,38%.

Già nel suo piano strategico Banco Bpm aveva indicato di voler rafforzare il proprio business assicurativo e di risparmio gestito per incrementare la quota di ricavi derivanti dalle commissioni. “A nostro avviso, l’operazione ha senso nel contesto di una crescente diversificazione dei ricavi con un impatto contenuto sul Cet1”, commenta Jefferies in una nota. Sulla stessa linea Intermonte: “L’operazione su Anima ha un solido razionale industriale in quanto consentirebbe di aumentare significativamente il contributo commissionale senza impatti rilevanti a livello di capitale”.

Gli advisor

Il team multidisciplinare di Legance è stato guidato da Filippo Troisi, coadiuvato da Giacomo Gitti, Stefano Bandini, Marino Ghidoni, Valerio Severo Marotta e Emilio De Niro e Francesco Taverna per i profili capital markets e societari.

Gli aspetti regolamentari sono stati seguiti da Federico Vezzani, con Cristiana Ferrari, Caterina De Stefano, Armenia Riviezzo, Claudia Comi, Federico Fasoli e Anastasia Paciotti.

Vito Auricchio, Guendalina Catti de Gasperi, Jacopo Figus Diaz e Tommaso Olivieri hanno curato i profili antitrust, golden power e FSR.

Claudia Gregori, Paolo Ronca e Matteo Lamaro hanno prestato assistenza fiscale nella fase di strutturazione, mentre Marco d’Agostini ha seguito i profili labour connessi ai piani incentivanti di Anima.

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