La Bce ha tagliato i tassi di interesse per la quarta volta quest’anno tenendo la porta aperta a un ulteriore allentamento monetario mentre l’inflazione va verso l’obiettivo del 2% e l’economia mostra segnali di debolezza (qui il testo integrale). 

In particolare, il costo del denaro sui depositi è stato tagliato al 3% dal 3,25%. A giugno i tassi erano al livello record del 4%. I tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 3,15% e al 3,40%

Francoforte ha lasciato intravedere la possibilità di ulteriori tagli eliminando il riferimento al mantenere i tassi su livelli “sufficientemente restrittivi”, ovvero su un livello che limita la crescita dell’economia.

“Le condizioni di finanziamento si stanno allentando, mentre i recenti tagli dei tassi da parte del consiglio Bce stanno gradualmente rendendo i costi di finanziamento meno costosi per aziende e famiglie“, ha scritto la Bce nel comunicato. Che poi continua: “Tuttavia continuano a restare su livelli elevati perché la politica monetaria è ancora restrittiva e i rialzi dei tassi varati in passato stanno ancora trasmettendo il proprio effetto”.

La Bce taglia ancora i tassi, cosa ha detto Christine Lagarde

C’è stata la proposta per un taglio di 50 punti base, ha ammesso il presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde. Ma il consenso è stato poi unanime su quota 25. D’altronde “i rischi per l’economia rimangono orientati al ribasso. L’Europa potrebbe risentire in particolare da tensioni commerciali che potrebbero pesare sulle esportazioni dell’area”. Senza di esse, ha aggiunto, le esportazioni daranno al contrario un contributo positivo alla ripresa.

Sulle prossime mosse dell’Eurotower saranno sempre i dati a guidare il consiglio direttivo della Bce:  “Per definire l’orientamento di politica monetaria adeguato -ha aggiunto Lagarde- seguirà un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione, valutando le prospettive di inflazione, i nuovi dati economici e finanziari e l’intensità della trasmissione della politica monetaria”.

Sull’indice dei prezzi al consumo Lagarde ha concluso che “continuerà a fluttuare sui livelli attuali per i prossimi mesi per poi assestarsi attorno all’obiettivo di medio termine. Il processo disinflazionistico resta ben avviato”. Quanto alle proiezioni l’inflazione si collocherebbe in media al 2,4% nel 2024, al 2,1% nel 2025, all’1,9% nel 2026 e al 2,1% nel 2027, anno dell’entrata in vigore del sistema ampliato di scambio di quote di emissione dell’Ue.

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