Quasi non c’è notizia. Nel senso che il taglio dei tassi di 25 punti base era ampiamente previsto. E così è stato. Un quarto di punto per il tasso sui depositi. Un quarto sulle operazioni di rifinanziamento principali e un quarto di punto per quelle marginali. La Bce non tagliava tutti e tre gli oneri finanziari dal 2016 e per la prima volta nella storia si muove prima della Federal Reserve. L’Europa mostra segnali di ripresa dopo due anni di stagnazione, una condizione che ha salvato l’Eurozona dalla recessione tecnica, eccezion fatta per alcuni Paesi come Germania, Polonia e Olanda. Il Pil è di nuovo positivo. L’inflazione è scesa di due punti e mezzo percentuali rispetto a settembre 2023 e anche il tasso di disoccupazione ha aggiornato nuovamente il minimo storico ad aprile: +6,4%.
Tutte condizioni che aggiunte a un primo taglio dei tassi, questo è scritto nel comunicato stampa ufficiale della Banca centrale europea (potete leggere il testo integrale qui), dovrebbero rilanciare i consumi e migliorare più in generale le condizioni finanziarie. Gli analisti si dividono: per alcuni sono in arrivo altri due tagli, uno in autunno, l’altro alla fine dell’anno. Per altri è previsto un solo intervento, in autunno.
Visualizza questo post su Instagram
Data dependant e proiezioni dell’inflazione: 1,9% nel 2026
La verità è che la Bce prenderà le sue decisioni unicamente in base all’andamento dell’inflazione e delle variabili macroeconomiche, con un approccio alla politica monetaria di tipo “data dependent”. Francoforte mette così in chiaro che non intende in alcun modo impegnarsi riguardo alle prossime decisioni sui tassi, che verranno adottate volta per volta sulla base dei dati, soprattutto quelli di inflazione. La stessa variazione dell’indice dei prezzi al consumo a maggio invita alla prudenza: +2,6% dopo il +2,4% di aprile.
“Dopo 9 mesi di tassi invariati è opportuno moderare ll grado di restrizione della politica monetaria. Da settembre 2023 l’inflazione è diminuita del 2,5%, le prospettive sono migliorate con chiari segnali di un indebolimento sui prezzi. Allo stesso tempo persistono pressioni interne sui prezzi poiché la crescita delle retribuzioni è elevata; l’inflazione resterà probabilmente sopra l’obiettivo nel 2024: la media finale stimata è del 2,5%, nel 2025 sarà del 2,2% mentre nel 2026 l’indice dei prezzi al consumo scenderà finalmente all’1,9%” questo è un estratto del comunicato stampa del consiglio direttivo della Bce.
Il nuovo tasso dei depositi (grafico Tradingeconomics)
Le parole di Christine Lagarde: “Un taglio hawkish”
“Siamo ancora in una fase di politica monetaria restrittiva, semplicemente stiamo moderando questa posizione restrittiva” ha detto il presidente della Bce Christine Lagarde in conferenza stampa, a conferma della prudenza che Francoforte intende perseguire. “Non possiamo dire che siamo entrati in una fase definita di riduzione del costo del denaro. Resta molto probabile ma rimarremo strettamente dipendenti dai dati e sappiamo che ci saranno ostacoli lungo il percorso”. L’attuazione piena delle politiche fiscali Ue, che aiuterà i governi a ridurre il disavanzo di bilancio e il rapporto debito/Pil contribuiranno ad attenuare le spinte sui prezzi nel medio periodo, ma nel breve, sottolinea Lagarde: “I salari restano in una crescita superiore alle attese e questo sta determinando un aumento dei prezzi nel settore dei servizi. Il percorso discendente inizierà nel corso del 2025”.
L’ex direttore del Fmi ha poi aggiunto: “Malgrado i progressi degli ultimi trimestri, persistono forti pressioni interne sui prezzi poiché la crescita delle retribuzioni è elevata; l’inflazione resterà probabilmente al di sopra dell’obiettivo fino a gran parte del prossimo anno”. Sulla riduzione del Pepp, Christine Lagarde ha spiegato: “Nella seconda parte dell’anno ridurremo il portafoglio del Pepp di 7,5 miliardi di euro al mese, in media. Il Consiglio direttivo intende terminare i reinvestimenti nell’ambito di tale programma alla fine del 2024”.
Lagarde ha poi respinto l’idea lanciata dal presidente francese Emmanuel Macron di allargare il mandato dell’Eurotower alla crescita e alla transizione verde: “Non abbiamo bisogno di allargare il nostro mandato che è sancito dai trattati e con la stabilità dei prezzi poniamo le condizioni per favorire gli investimenti necessari nella transizione energetica e nella lotta contro il cambiamento climatico”. Infine l’unanimità della decisione del taglio dei tassi: solo un governatore di è discostato. Il consiglio invece è stato unanime nella decisione di continuare l’approccio del data – dependant.
Tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali by tradingeconomics.com
“Dinamiche differenti tra Usa ed Eurozona”
Sylvain Broyer, chief economist Emea di S&P Global Ratings, spiega: “La decisione della Bce di alzare i tassi dopo la Fed e di tagliarli prima indica dinamiche inflazionistiche differenti al di là dell’Atlantico. L’inflazione dell’Eurozona è attribuita a termini di scambio negativi piuttosto che a un eccesso di domanda. Detto questo, sembra improbabile che la Bce effettui più di due tagli dei tassi in solitaria prima che la Fed inizi quest’anno. Inoltre, si prevede che le riduzioni dei tassi della Fed si protrarranno fino al 2026, ben oltre il completamento dei tagli da parte della Bce”.
Kaspar Hense, BlueBay senior portfolio manager, non crede a un ciclo di tagli significativo. Spiega infatti: “La Bce aveva raggiunto il livello più alto dei tassi dalla sua esistenza per oltre un semestre, e anche se l’inflazione headline è scesa in modo significativo, non ci aspettiamo che a questa decisione faccia seguito un ciclo di tagli. Sebbene l’Europa sia stata colpita ancora di più dall’aumento dei prezzi del gas dopo l’invasione russa in Ucraina, questi effetti di base si sono attenuati notevolmente. La crescita rimarrà solida quest’anno grazie al reddito realee alle aspettative di una maggiore unità fiscale dopo le elezioni dell’Ue. Dall’altro lato, tuttavia, riteniamo che il tasso di disoccupazione rimarrà basso, o addirittura scenderà da qui in avanti, con le spese militari (e in alcuni casi il servizio militare obbligatorio) che faranno scendere ulteriormente il tasso di disoccupazione giovanile. Secondo le nostre previsioni, l’inflazione core rimarrà intorno al 2,5% nei prossimi 12 mesi”.
Tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale tradingeconomics.com
“Comincia la nuova era dell’inversione di rotta delle politiche monetarie restrittive”
Gurpreet Garewal, macro strategist, fixed income and liquidity solutions di Goldman Sachs Asset Management, parla di “una nuova era, quella dell’inversione di rotta delle politiche monetarie restrittive”. Aggunge che l’allentamento sarà gaduale e trimestrale. Ma aggiunge anche che “la traiettoria futura dell’allentamento monetario resta incerta, dato il momentum positivo registrato di recente dagli indicatori relativi all’inflazione e all’attività economica, oltre ai commenti cauti della Bce. Le aspettative di inflazione, l’andamento dei salari e l’inflazione dei servizi sono indicatori chiave sulla persistenza dell’inflazione. Anche le decisioni della Fed e la traiettoria dell’euro potrebbero influenzare la politica della Bce”.
Richard Flax, chief investment officer di Moneyfarm, sottolinea come la scelta di anticipare la Fed nel percorso del taglio dei tassi è motivata dal fatto che l’obiettivo dell’Eurozona dell’inflazione al 2% sembra essere raggiungibile: “L’approccio dell’Eurotower sarà prudente e ragionevole -spiega- concentrandosi sulle prospettive inflazionistiche e sui dati a esse relativi per orientare eventuali azioni future anziché impegnarsi con delle scadenze fisse”. Guardando Oltremanica, conclude, “i mercati non si aspettano un taglio dei tassi da parte della Bank of England fino a settembre”.
Per Dean Turner, chief Eurozone and Uk economist at Ubs Global Wealth Management si aspetta un ciclo di riduzione dei tassi continui fino al 2025, sottolinea come il taglio dei tassi sia un sollievo per l’economia dell’Eurozona. Le prospettive di inflazione indicano ulteriori riduzioni nel corso dell’anno, mentre il processo disinflazionistico saldamente in corso consentirà alla Bce di sentirsi abbastanza sicura di allentare la propria strategia, probabilmente a un ritmo di un taglio al trimestre”.