Il testamento contenente le volontà di Silvio Berlusconi, scomparso all’età di 86 anni il 12 giugno scorso, è stato aperto davanti a due testimoni, gli avvocati Luca Fossati dello studio Chiomenti e Carlo Rimini. Ora si attende la lettura del documento ai figli dell’ex premier.

È probabile che le volontà del Cavaliere saranno svelate a mercati chiusi, e quindi dopo le 17.30, considerando che Mfe (ex Mediaset) e Mondadori sono quotate in Borsa. Un’altra possibilità è che il contenuto venga reso noto domani.

Dalle indicazioni contenute nel testamento si capiranno le sorti, in primis, delle aziende di famiglia. I nodi da sciogliere sono diversi, a cominciare dalla distribuzione delle aziende che sono in pancia a Fininvest, la holding di famiglia. C’è poi tutto il capitolo dei beni mobili e immobili posseduti dall’ex presidente del Consiglio.

Pier Silvio Berlusconi, no alla vendita di Mfe

Intanto in occasione della presentazione dei palinsesti di MfePier Silvio Berlusconi si è soffermato sul futuro dell’azienda, escludendo qualunque tipo di vendita. “No”, non c’è nessuna ipotesi di vendita di Mfe-Mediaset, ha detto l’ad. “In famiglia non ne abbiamo parlato. Mi ha dato fastidio che con la morte di mio padre ci siano state simili ipotesi, ma è normale”.

“C’è compattezza” con gli altri fratelli. “Voglio un bene enorme a mia sorella Marina e voglio un bene enorme ai miei tre fratelli, Barbara, Eleonora e Luigi. Ognuno fa il proprio mestiere ma c’è compattezza assoluta”, ha agiunto. Berlusconi ha poi descritto come “normalissimi” e “cordiali” i rapporti con Vivendi, secondo socio di Mfe  e che lo stesso ad ha definito “silente”. Secondo indiscrezioni Vivendi sarebbe interessato ad avere un ruolo più rilevante nel futuro del gruppo televisivo italiano.

Per quanto riguarda poi i rumors su un possibile interesse per Mediaset da parte di Urbano Cairo, patron di Rcs,  Berlusconi ha spiegato: “io sono un fan di Urbano Cairo, ho un bellissimo rapporto con lui fin da ragazzino, è bravo, simpatico, capace. Lui ha sempre smentito e non c’è niente ad oggi – ha detto -Se mai ci fosse, non so, Mondadori con Rcs? Rcs con Mediaset mi sembra un incastro un po’ spericolato visti i valori in ballo: in una fusione ci mangeremmo Rcs. Lui ha parlato di fanta-televisione, io la chiamerei fanta-editoria”.

Berlusconi, solo Mediaset può riuscire a costruire player paneuropeo

L’ad di Mfe si è soffermato sul ruolo strategico che l’azienda può giocare nel panorama europeo. “Vogliamo fare un agglomerato europeo della tv free-to-air: senza Germania non esiste un agglomerato, senza di noi non esiste la Germania. Siamo in una posizione di forza: vogliamo fare in fretta ma d’altro canto non c’è fretta”, ha detto. Il riferimento è al progetto di creazione di un broadcaster europeo che coinvolga anche la partecipata tedesca Prosiebensat, di cui Mfe detiene quasi il 30%. “La nostra presenza in Germania ci vede come azionisti di lungo termine: ci interessa portare avanti il progetto industriale in cui crediamo, pensiamo che la tv nazionale abbia ancora tantissimo da dire, ma per stare al passo con i giganti del web bisogna fare una crescita dimensionale“ ha aggiunto.

Sul fronte degli ascolti, sia nei risultati finanziari, Berlusconi ha sottolineato le performance del gruppo. “Mediaset non è mai stata ferma: dal 2020 abbiamo fatto un cambio di passo privilegiando il prodotto ‘made in Mediaset’, negli ascolti nell’ultima stagione abbiamo superato il 41% sulle 24 ore e nel 2022 abbiamo superato il 40% come totale quota del mercato pubblicitario. Tra il 2019 e il 2022 il risultato medio degli utili dei broadcaster europei è sceso del 6,3% mentre quello di Mediaset è cresciuto del 14% rispetto al 2019” e anche in Borsa “Mediaset si è difesa molto meglio degli altri broadcaster – ha detto ancora – Da inizio anno il settore ha registrato un calo medio dell’8% mentre Mfe è cresciuta del 43% circa, questo è un segnale che il mercato crede nelle nostre prospettive di sviluppo”.

Per quanto riguarda poi Prosiebensat, il top manager ha sottolineato la necessità di accelerare. “A noi interessa il progetto industriale; vorremmo arrivarci il prima possibile, perché non c’è molto tempo da perdere. Per rimanere in partita bisogna crescere e bisogna investire fuori dai confini, per questo motivo ci siamo mossi e siamo arrivati alla fusione con Mediaset Espana e alla soglia del 30% in Germania”. Secondo Berlusconi il polo europeo della tv in chiaro non è “fondamentale” solo per Mediaset “ma anche per tutta l’editoria italiana e il sistema industriale del nostro Paese”: “Siamo orgogliosi che per una volta siamo noi il motore della crescita internazionale e non ci sono invece pezzi di Italia che vengono conquistati da altre aziende”.

Nasce Mfe Advertising

La presentazione dei palinsesti è stata anche l’occasione per lanciare Mfe Advertising. “Abbiamo appena costituito una nuova società che ha il compito di portare avanti e sperimentare quello che unisce l’advertising moderno, legato alle nuove tecnologie, in ambito internazionale. La nuova società si chiama Mfe Advertising“, ha detto Pier Silvio Berlusconi. “Partiamo con un lavoro concreto – ha detto – che nasce dall’unione di Italia e Spagna e dalle sinergie che a velocità alta stiamo iniziando a mettere in atto. Amministratore delegato di Mfe advertising è Stefano Sala e  mi ha chiesto di essere io il presidente della società”

 

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