Un Bitcoin così non si vedeva da due anni. Nella seconda settimana di gennaio il rialzo è stato del +21,8% per un guadagno complessivo da inizio 2023 di quasi il 30%, al di sopra dei 21.000 dollari. Per essere precisi 21.469 $ (prezzo aggiornato a martedì 17 gennaio alla preapertura di Wall Street), livello migliorato ulteriormente l’ottava successiva, oltre quota 21.400, sui valori di ottobre 2022.
Un avvio prudente, quello tra il 9 e il 15 gennaio: +0,2%. La prima spinta tra martedì e mercoledì: +4,4%. Metà settimana già con +10% di crescita, infine un altro +10% nel weekend. Un guadagno del genere su Bitcoin, come anticipato, non si vedeva dal primo trimestre 2021, +25,1% tra l’8 e il 15 febbraio, con un massimo di 49.659 dollari. Erano i bei tempi per gli investitori in criptovalute. Il prezzo infatti salirà poi fino al record storico appena sotto la soglia dei 70.000 dollari.
Cosa sta accadendo al mercato? Una performance del genere può apparire quasi un fulmine a ciel sereno, dopo i fatti di Ftx risalenti alla prima settimana di novembre, quando il prezzo di Bitcoin era crollato del 21% in appena tre sedute. Perdite che non a caso sono state sostanzialmente azzerate in questo inizio anno, ma nel giro di quasi un mese. Così gli investitori tornano a domandarsi se si stanno costruendo le basi per ripartire un rally importante, magari con direzione 30.000 $ (grafico Tradingview sotto), visti l’ultima volta a giugno 2022.
Sartorelli: “Propensione al rischio, e al Bitcoin, in corso”
“E’ una fase di forte risk on e si sta acquistando un po’ ovunque -spiega Eugenio Sartorelli, analista Siat-. Non bisogna dimenticare che assieme a Ethereum, Bitcoin è l’asset class che ha perso di più in assoluto nel 2022. E quindi adesso è ragionevole che stia recuperando un po’ più degli altri. Motivazioni particolari inerenti al mercato crypto, per ora, non se ne vedono”.
Una prima spiegazione dunque arriva dalle normali dinamiche di mercato. Se c’è un breve o medio periodo in cui le borse decidono di acquistare dopo una lunga fase di ribassi, è fisiologico che il denaro vada a concentrarsi soprattutto sulle asset class maggiormente vendute fino a quel momento. E le criptovalute, si sa, hanno attraversato l’annus horribilis per eccellenza, con tanto di giochi di parole che si sprecano, tra crypto crash e crypto cemetery.
Merone: “Un ritorno timido ma evidente. Ma è ancora presto”
Orlando Merone, country manager di Bitpanda, guarda al contesto macroeconomico, che poi è la motivazione che sta dietro al momento di propensione al rischio dell’azionario: “Ci sono diversi fattori. In primis l’inflazione americana, risultata a dicembre pari al 6,5% (grafico sotto), dato più basso da 14 mesi. Inflazione e politiche delle banche centrali sono storicamente importanti nell’andamento di Bitcoin, così come in generale di tutti gli asset di rischio”. Merone definisce “timido” il ritorno alle crypto in corso, per quanto un mini-rally di inizio anno sui listini azionari si sia visto un po’ in tutto il mondo, e sufficiente a dare fiato, per l’appunto, anche alla corsa di Bitcoin.
Il manager di Bitpanda però avverte: “Se il rialzo è stato sin qui significativo, bisogna esercitare cautela e osservare il quadro più ampio, anche a livello temporale. Se è vero che siamo tornati sopra i 20.000 dollari per la prima volta dalla bancarotta di Ftx, e che i 5 miliardi di dollari ‘recuperati’ dalla piattaforma per supportare i propri creditori possono essere stati interpretati come ulteriore segnale positivo, è anche vero che sono ancora validi diversi elementi, in primis l’incerto quadro geopolitico e l’attivismo delle banche centrali, che potrebbero rallentare il recupero di Bitcoin”.
Novembre 2022, collasso di Ftx ed effetto domino sulle crypto
Già, Ftx. Un salto indietro al 6 novembre scorso ci riporta a quando la piattaforma creata da Sam Bankman Fried dichiarava bancarotta. Un buco di 30 miliardi di dollari, con perdite significative anche per gli invesitori italiani che ha generato un effetto domino capace di portare al fallimento tante altre compagnie attive nel settore: BlockFi, Celsius, Voyager. Ma anche licenziamenti, diverse migliaia, per Crypto.com (taglio del 20% della forza lavoro), Coinbase e Silvergate. Infine, sospensione dei prelievi: è il caso di Gemini Earn.
E mentre Bankman-Fried, con una mossa un po’ insolita per una persona arrestata e che deve difendersi da otto accuse, ha aperto un suo blog su Substack per raccontare la sua innocenza, appare sorprendente l’andamento di Bitcoin (ma anche di Ethereum, +35% in questo inizio 2023) così sostenuto, con tanto di capitalizzazione nuovamente superiore ai 400 miliardi di dollari, al di sopra di alcuni colossi tech, Meta in primis.
Diodovich: “Bitcoin? Da tenere d’occhio il sentiment Fomo”
Proprio al comparto tecnologico si ricollega Filippo Diodovich, market strategist del broker Ig Italia. L’analista ricorda infatti come gli andamenti di Bitcoin e Nasdaq siano storicamente legati: “Una Fed meno restrittiva rispetto al 2022 darà più spazio alle aspettative di rialzo per il settore tecnologico, e lo stesso vale per le criptovalute. A contribuire agli acquisti è inoltre il sentiment al rialzo del Fomo (Fear of missing out) che nel comparto crypto accade spesso soprattutto nei rally. Crediamo infatti che dopo tutte le vicende negative causate dal collasso di Ftx gli investitori retail siano tornati ad acquistare in un momento di quiete e di prospettive positive da un punto di vista macro”.
La capitalizzazione totale del comparto crypto si sta riaffacciando di nuovo in area 1.000 miliardi, da molti considerato uno spartiacque psicologico. Un altro segnale dell’ottimismo, seppur moderato, rivolto al settore. Dal punto di vista tecnico, come spiega Pietro Paciello, ceo di Paciello Trading Academy: “La recente violazione di area 18.600 $ è un chiaro segnale di inversione rialzista di breve-medio termine. A conferma della precisione grafica con cui Bitcoin si muove da ormai 6 mesi è stato raggiunto il primo target a quota 21.500, precedente massimo relativo di novembre”.
Paciello: “Possibile punto d’arrivo a 25.500 dollari”
Guardando avanti: “Non si intravedono ostacoli sulla strada del rialzo, se non i rumors negativi sulle cripto, abbastanza diffusi e prolungati. Di sicuro siamo arrivati troppo velocemente in ipercomprato, e quindi una correzione ci potrebbe stare. Prossimo target rialzista? Quota 23.000 innanzitutto, livello toccato a marzo. E poi un ben più ambizioso 25.500 $ (grafico sopra NdR), a quasi esaurimento del movimento. Movimenti ribassisti importanti solo sotto i 19.000″.
Ottimismo moderato, si diceva. Anche se ovviamente le speculazioni, come accade ogni qualvolta Bitcoin mostra segnali di vita, non mancano. Per SkyBridge “se Bitcoin tornasse a 35.000 dollari, allora potrebbe raggiungere i 50.000-100.000 in due o tre anni”. Appuntamento dunque al 2024.