Per la prima volta che succede dalla fondazione della Borsa del commercio di Milano nel 1808 ci sarà uno sciopero in Borsa Italiana. Sarà il 27 giugno, per due ore fino a fino servizio. A proclamarlo sono stati i sindacati Fabi, First Cisl e Fisac Cgil, in contrapposizione con la gestione Euronext di Piazza Affari.

Nel comunicato non sono indicati numeri precisi sull’adesione alla mobilitazione,  per cui non è chiaro cosa succederà quel giorno sui mercati. Chiare però sono le rimostranze dei sindacati, secondo i quali, stando a quanto si legge nella nota, si assiste al “costante, sistematico e complessivo disinvestimento dall’Italia del gruppo Euronext e lo svuotamento dall’interno delle strutture italiane”.

Tra le quattro ragioni indicate ci sono «la preoccupazione per la tenuta occupazionale sul territorio nazionale» mentre si delineano «progetti di delocalizzazione e nearshoring di intere aree di attività fuori dall’Italia», l’organizzazione del lavoro, che richiede un ricorso «sistematico e strutturale agli straordinari, la scelta di non corrispondere gli aumenti salariali previsti dal rinnovato CCNL e la governance. Su quest’ultimo fronte i sindacati temono infatti che le società del gruppo Borsa Italiana stiano progressivamente perdendo la loro autonomia in favore della capogruppo francese, in particolare tramite lo “spostamento dei ruoli apicali in altre aree geografiche del gruppo Euronext», sottolineano i sindacati. Aspetto questo confermato anche da fonti interne contattate da questo giornale, che hanno lamentato l’uscita di manager di peso e la centralizzazione del controllo in altre sedi. Insomma, nonostante “la rilevanza nazionale dell’infrastruttura di mercato”, per i sindacati Borsa Italiana sarebbe sempre meno italiana.

Accuse forti che stridono con quanto comunicato finora da Euronext che ha infatti ha replicato negando ogni accusa e ricordando la realizzazione di alcuni obiettivi come lo sviluppo della Clearing House italiana a livello europeo e la migrazione dei mercati italiani sulla piattaforma Optiq oltre che «le oltre 100 nuove posizioni che si sono create dall’integrazione di Borsa Italiana nel nuovo gruppo». Euronext, borsa pan-europea nata a Parigi, ha acquisito ufficialmente Borsa Italiana nell’aprile 2021, quando alla guida del governo c’era Giuseppe Conte, dal gruppo London Stock Exchange per 4,44 miliardi di euro affiancata da Intesa Sanpaolo e Cassa depositi e prestiti – tramite Cdp Equity – quali azionisti di riferimento con rispettivamente oggi l’1,50% e il 7,82%, stessa quota detenuta dalla cassa francese Caisse des Dépôts et Consignations (Cdp). Cdp equity, tra l’altro, nel marzo scorso aveva arrotondato la partecipazione di uno 0,5% acquistando assieme  alla belga Federal Holding and Investment Company (SFPIM) e la francese Caisse Des Dépôts (CDC) parte della quota detenuta da Euroclear, a conferma, dicono fonti interne, del sostegno all’azionista di controllo.

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