Una scelta che non sorprende. Alla fine il Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd) ha deciso di concedere l’esclusiva per la cessione di Carige a Bper che batte così Crédit Agricole e il fondo Cerberus, due presunti interessati alla banca ligure anche se non hanno mai dato disclosure dell’offerta.

Bper – che “prende positivamente atto” della scelta del fondo – aveva avanzato un’offerta per la banca a metà dicembre poi ritoccata nel fine settimana appena trascorso a seguito del rifiuto del fondo interbancario alla luce dell’incompatibilità tra la proposta e il nuovo statuto approvato lo scorso anno. Dal miliardo di ricapitalizzazione chiesto in capo al Fitd, Bper è scesa dunque a 530 milioni l’asticella della domanda di capitale, in linea con le richieste del fondo, mentre ha mantenuto l’offerta simbolica di un euro per la banca e il lancio di un’Opa sul restante delle azioni che sarà di 0,80 centesimi per azione.

La drastica riduzione della richiesta di “dote” da 1 miliardo a 530 milioni è legata, hanno spiegato da Bper, alla proroga dei benefici sulle Dta contenuta nella Legge di bilancio e alla “stima di minori oneri sia di ristrutturazione che derivanti da risoluzione anticipata di taluni contratti”. 

Fitd indica anche una data, il 15 febbraio, entro la quale Modena dovrà compiere la due diligence, definire e sottoscrivere un contratto di cessione, che quindi deve avvenire “nel più breve tempo possibile”, spiega una nota del Fitd. Non è difficile immaginare che la fretta sia necessaria per beneficiare della trasformazione dei circa 400 milioni di dta (imposte attive differite) in crediti fiscali.

La partita è dunque formalmente iniziata e apre il gioco del risiko edizione 2022, quella dedicata al terzo polo bancario.

Gli advisor

Nel processo di valutazione il Fitd è stata affiancata da Deutsche Bank, Kpmg e Prometeia e dallo studio Gatti Pavesi Bianchi Ludovici per le questioni legali.

Bper è assistita da Mediobanca e Rothschild & Co.

 

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