Una domanda dieci volte superiore alla raccolta prevista. Buone notizie arrivano per Giorgia Meloni e il suo governo. Non solo corporate bond per questo inizio 2024: il Mef aveva infatti dato mandato a un pool di banche per l’emissione di un nuovo Btp a sette anni, scadenza 15 febbraio 2031. A fronte di una previsione di circa 15 miliardi di euro, gli ordini ricevuti ammontano per un totale di 66 miliardi di euro, più altri 81 miliardi per la riapertura di un bond a 30 anni di scadenza.

Cosa c’entrano i tassi d’interesse

Un segnale senz’altro positivo per il finanziamento del debito italiano, spiegano gli analisti. Una domanda forte, quella del mercato, che conferma le aspettative degli operatori dei primi tagli dei tassi d’interesse da parte della Banca centrale europea nel 2024. Conferma ben visibile dai numeri se paragonati a quelli dello scorso anno: allora, quando la Bce era ancora impegnata con una politica monetaria aggressiva, Roma aveva registrato ordini per 26,5 miliardi su un’emissione da 7 miliardi di euro, poco più del doppio.

Cifre più “modeste”, dovute al fatto che non esisteva ancora certezza sulle intenzioni dell’Eurotower inerenti al numero dei rialzi dei tassi. Al contrario, oggi la certezza che prevale è quasi matematica sullo stop all’aumento del costo del denaro. Ed è solo questione di quanti tagli verranno effettuati, e non se arriveranno davvero.

Btp, il rendimento

Tornando al bond a sette anni, con scadenza il 15 febbraio 2031, pagherà un rendimento di 6 punti base in più rispetto al bond in scadenza a novembre 2030, in calo dai circa 8 punti base iniziali. La riapertura del bond trentennale con scadenza il 1 ottobre 2053 pagherà un rendimento di 21 punti base in più rispetto al bond in scadenza a settembre 2052, in calo dai circa 23 punti base iniziali.

La sostenibilità del debito pubblico italiano è ancora considerata un potenziale punto debole per la stabilità dell’area euro a venti stati. Nonostante le preoccupazioni legate all’impatto del rialzo dei tassi di interesse della Bce e alle finanze di Roma, i bond italiani hanno sovraperformato i principali mercati obbligazionari lo scorso anno. Inoltre hanno resistito a una serie di revisioni delle agenzie di rating potenzialmente rischiose, con un upgrade delle prospettive da parte di Moody’s, che ha alleviato la minaccia di un downgrade del debito italiano a junk.

Btp, a dicembre la Bce cede 540 mln euro in ambito Qe

Intanto, sempre la Bce ha comunicato di aver ridimensionato di 540 milioni di euro l’ammontare detenuto in titoli del settore pubblico italiano nell’ambito del programma di acquisto denominato ‘quantitative easing’.

La banca centrale ha riferito anche che il mese precedente era stato ridotto di 2,644 miliardi. A partire da luglio scorso Francoforte ha sospeso i reinvestimenti in ambito Qe. Avviato la prima volta nel marzo 2015, sotto l’egida del presidente Mario Draghi, il Qe è stato poi chiuso alla fine del 2018. L’istituto centrale ne ha varato una seconda edizione l’1 novembre 2019 terminata definitivamente a fine giugno 2022. Da allora però sono proseguiti i reinvestimenti nei titoli in scadenza fino allo scorso luglio.

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