Con il Terzo Polo, i programmi elettorali delle quattro principali coalizioni da votare il 25 settembre ci sono tutti. Gli ultimi a presentarli, anche in virtù di un’alleanza “last minute”, Carlo Calenda e Matteo Renzi.
L’agenda da seguire è quella di Mario Draghi. E in questo senso né il lead di Azione, né quello di Italia Viva hanno mai nascosto quella che per loro era la linea politica migliore, quella del cosiddetto “buon governo”, citato da Calenda stesso in conferenza stampa a Roma.
Mario Draghi sindaco d’Italia, se possibile
Riparte da qui dunque il nuovo Terzo Polo, tutta un’altra anima rispetto a quello più raffazzonato alle elezioni del 2013 con Casini, Fini e Rutelli. Mario Draghi possibilmente a Palazzo Chigi, questo è l’auspicio, e il ruolo del presidente del Consiglio è centrale nel programma. Perché, sorpresa sorpresa, il presidenzialismo piace a renziani e calendani per quanto riguarda l’elezione diretta del premier, ribattezzato, sempre in conferenza stampa, “Sindaco d’Italia”.
All-in sul Pnrr, Calenda: “Mancano 431 obiettivi e nessuno lo dice”
Con la crisi energetica e l’inflazione a livelli record, mai come in questa campagna elettorale i temi economici si trovano al centro dei programmi. Quella del Terzo Polo non fa eccezione. Come detto, è l’agenda Draghi l’unica da seguire per Renzie Calenda, e allora davanti a tutto quanto c’è un vero e proprio all-in sulle riforme del Pnrr, da completare così com’è stato delineato “ma di cui manca ancora l’85% degli obiettivi” spiega l’ex ministro dello sviluppo economico.
Il quale ha ricordato che dal 2023 l’Italia inizierà a essere monitorata sull’implementazione del Pnrr, pena il taglio dei fondi. E a oggi, ha aggiunto, mancano 431 obiettivi, uno dei quali è il forte sostegno ai comuni nella progettazione e amministrazione dei cantieri.
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Salario minimo, revisione del reddito di cittadinanza
No al superbonus del 110%. No a scostamenti di bilancio per finanziare Quota 100. No alla flat tax e a qualunque aumento delle tasse, anche se solo più ricchi. Così Calenda ha preso le distanze dalle promesse delle altre coalizioni. Tuttavia ci sono anche dei punti in comune.
Come il Pd, ma anche come il M5S, il Terzo Polo dice sì al salario minimo: è impensabile che si lavori a meno di 9 euro l’ora, questo sembra essere il tetto minimo indicato. Renzi avrebbe voluto l’abolizione del reddito di cittadinanza, fortemente voluto e mantenuto dal movimento presieduto da Giuseppe Conte (e che Draghi non ha eliminato), tuttavia Calenda ha ribadito di voler agire per una profonda revisione (c’è già stato il tentativo, respinto al mittente, di un’offerta a una riduzione di un terzo dopo 2 anni).
Sanità (su cui punta molto anche il centrodestra), istruzione (vedi un massiccio impiego di investimenti per realizzare nuovi asili nido), infrastrutture e formazione sono gli altri punti su cui il Terzo Polo intende agire, destinando a questi tre ambiti ogni euro in più del bilancio pubblico.
Meno tasse, alle imprese ires dimezzata in caso di fusione
Un punto in cui Azione e Italia Viva si trovano distanti anni luce dal Pd, almeno secondo le parole di Calenda, è la questione delle tasse su imprese e famiglie. “Loro vogliono alzarle, noi vogliamo abbassarle” ha spiegato il leader di Azione, anche in questo caso allineato, più o meno, con Meloni e la sua coalizione. Tagli sostenibili, secondo Calenda, attraverso la lotta all’evasione e una revisione degli sprechi.
Sì dunque alla riduzione delle aliquote, ma ovviamente, come detto, un fermo no alla flat tax. “Un falso, perché la proposta del centrodestra prevede ben 18 aliquote, senza contare che a sinistra si continua con il populismo sindacale”. Al contrario, come ha già rilanciato il Pd, il Terzo Polo vede di buon occhio la mensilità in più alla fine dell’anno, detassata e decontribuita, finanziata per metà dalle imprese e metà dallo stato.
A sostegno delle imprese c’è il dimezzamento dell’Ires in caso di aggregazioni e fusioni, più detassazione completa degli utili che rimangono in azienda. Come da copione dell’agenda Draghi, sui dossier industriali il Terzo Polo è per la vendita di Alitalia e la riprivatizzazione dell’ex Ilva, ora Acciaierie Italia.
Calenda e Renzi: sì al nucleare e ai rigassificatori
Sulla questione energetica, tra le più delicate, l’apertura al nucleare già vista anche tra i punti programmatici di Meloni e soci è una delle vie da percorrere per raggiungere gli obiettivi Ue, e anche per iniziare l’indipendenza completa dal gas russo, con l’introduzione di un tetto al prezzo e l’utilizzo dei rigassificatori che invece al centrodestra non piace per niente.