Dal prossimo 25 settembre saranno messi in vendita all’asta i non fungible token (Nft) ufficiali di Lamborghini sulla piattaforma Elysium Bridge. I proprietari ed eredi del Museo Ferruccio Lamborghini, Tonino e Ferruccio Jr, hanno annunciato l’asta, accessibile a tutti, in esclusiva dei pezzi più rari della loro collezione privata, ovvero delle supercar rarissime. La tecnologia blockchain farà sì che gli appassionati potranno aggiudicarsele ed avere così delle opere uniche ed eterne nel mondo digitale.
Ma non finisce qui, l’ingresso di Lamborghini nel mondo degli Nft rappresenta anche un altro debutto: la metodologia usata per digitalizzare questi pezzi unici del brand Lamborghini non è stata mai usata nella storia degli Nft. Si tratta di una speciale tecnica chiamata Light Painting, grazie alla quale i pezzi del Museo sono stati immortalati dal fotografo Paulo Renftle nei loro colori originali con estrema fedeltà e risoluzione così da ammirarli digitalmente in ogni singolo dettaglio.
Come fa notare Cryptonomist, c’è un’altra peculiarità: la piattaforma utilizzata. Quello che contraddistingue Elysium Bridge è la volontà di essere collegata ad una serie di eventi e di aste in presenza che si inserisce nella scena di grandi città del mondo tra cui Montecarlo e Dubai. La febbre crypto di Lamborghini, però, non è da ricondurre solo a quest’ultima iniziativa. Già da tempo, infatti, circola lo slongan “When Lambo?” legato alla possibilità di acquistare una supercar proprio utilizzando una criptovaluta. Era il 2018 quando Lamborghini veniva eletto brand principale del crypto boom.
Gli altri progetti
Ma l’operazione dell’italiana Lamborghini non è l’unica nell’universo degli Nft. Fra le supercar anche Porsche ha da poco venduto uno sketch Nft del designer Peter Varga per circa 90mila dollari. Non solo, la stessa Porsche ha annunciato pubblicamente di aver iniziato a testare diverse app basate su blockchain nei suoi veicoli, di fatto divenendo il primo produttore automobilistico a farlo. L’obiettivo, in questo caso, è quello di utilizzare la tecnologia blockchain per migliorare la sicurezza e le prestazioni dell’auto.
Sempre nel 2021, anche la casa automobilistica tedesca Daimler ha lanciato la propria valuta digitale basata su blockchain chiamata Mobicoin al Mobile World Congress di Barcellona. Il progetto ha l’obiettivo di premiare i conducenti più ecologici: tramite l’analisi di dettagli telemetrici nei veicoli Daimler verranno ritracciati i conducenti che viaggiano a bassa velocità e con abitudini ecocompatibili. Il sistema verserà direttamente la criptovaluta al conducente premiato in un’esclusiva app mobile.
Restando in Germania, anche Bmw ha annunciato che sta testando una piattaforma che utilizza la tecnologia blockchain come mezzo per tenere traccia del chilometraggio nei veicoli a noleggio. L’azienda automobilistica ha collaborato con una delle cinque startup che hanno aderito come parte dell’iniziativa Innovation Lab del Bmw Group UK per sviluppare il progetto. La startup blockchain si chiama DOVU e sta realizzando un sistema che sarà in grado di capire quanto si stanno muovendo i veicoli e quanto il movimento peserà sulla loro performance nel lungo termine.
Già dal 2018, invece, c’è una collaborazione fra IOTA, la criptovaluta focalizzata a fornire comunicazioni e forme di pagamento sicure tra le macchine nel contesto dell’internet delle cose, e Volkswagen. In questo caso si utilizza una tecnologia Tangle per fornire aggiornamenti software ai veicoli connessi. L’offerta rientra nell’intento di IOTA di guidare un’economia autonoma della macchina in cui i dispositivi possono comunicare e effettuare transazioni tra loro. L’obiettivo di Volkswagen è quello di sfruttare questa tecnologia per distribuire i dati in modo sicuro e wireless alle proprie nuove smart car.
Ci spostiamo, infine, negli Stati Uniti. Qui, di recente, un nuovo brevetto rilasciato da Ford si basa un meccanismo attraverso il quale una blockchain potrebbe essere utilizzata per promuovere una rete decentralizzata per la cooperazione da veicolo a veicolo nel traffico. Il brevetto creerebbe un sistema in cui le auto connesse potrebbero personalizzare e adattarsi alle preferenze di guida dei conducenti e, di conseguenza, potrebbero utilizzare queste informazioni per alleviare la congestione del traffico consentendo, così, a gruppi di veicoli di coordinare le loro velocità.