Il 28 luglio scorso Bastogi e Brioschi Sviluppo Immobiliare hanno comunicato che Infrafin (società interamente posseduta da Camabo s.r.l., il cui capitale è detenuto da Bastogi per il 51% e da Brioschi per il restante 49%) ha concesso all’Inter un diritto di esclusiva fino al 30 aprile 2024, finalizzato a verificare la possibilità di realizzare uno stadio e alcune funzioni accessorie all’interno dell’area di proprietà di Infrafin nel Comune di Rozzano.
Ma chi è Bastogi?
Fondata nel 1862, è la più antica società quotata a Piazza Affari, avendo debuttato nel 1863. Opera prevalentemente in tre settori: l’immobiliare (attraverso il Gruppo Brioschi e altre controllate minori), nell’intrattenimento (gestisce strutture dedicate all’intrattenimento al Mediolanum Forum e Teatro Repower ad Assago, Milano, e Palazzo dello Sport a Roma; e produce spettacoli teatrali attraverso la società Compagnia della Rancia).
Il terzo ramo di business è l’arte e la cultura. In questo settore opera attraverso Open Care – Servizi per l’arte e fornisce servizi integrati per la gestione, la valorizzazione e la conservazione delle opere e degli oggetti d’arte.
La storia
Nata a Torino nel 1862 con la ragione sociale di “Società italiana per le strade ferrate meridionali” ha un capitale iniziale di 100 milioni di lire. La nascita dell’azienda avviene per iniziativa del conte Pietro Bastogi, con lo scopo di sfruttare la concessione per la costruzione e l’esercizio di linee ferroviarie nel Sud del Paese.
L’anno successivo si quota in Borsa, operazione che le consente di ampliare la propria attività ferroviaria e aumentare il capitale sociale, parte del quale viene investito in altre attività.
Nel 1906 lo Stato procede al riscatto e alla successiva nazionalizzazione delle linee ferroviarie. La “Società italiana per le strade ferrate meridionali” si trasforma in finanziaria, investendo nel settore elettrico, in imprese immobiliari e di costruzione, in obbligazioni e titoli di Stato nazionali ed esteri. Negli anni del primo dopoguerra, la “Società italiana per le strade ferrate meridionali” supera la difficile congiuntura finanziaria con l’intervento dello Stato. Assorbita dall’I.R.I. dopo la grande crisi del 1929, viene risanata e riprivatizzata nel 1937.
Negli Anni ’50-’60 la società assume un ruolo peculiare nel panorama industriale. Aumenta più volte il capitale e acquista importanti partecipazioni, tra le quali Montedison e Italcementi; nel suo Consiglio di Amministrazione siedono i rappresentanti dei principali gruppi industriali del Paese. Nel 1972 la “Società italiana per le strade ferrate meridionali” assume la denominazione di Bastogi Finanziaria e nel 1978, a seguito dell’incorporazione dell’Istituto Romano dei Beni Stabili, modifica la propria ragione sociale in Bastogi IRBS.
Bastogi, entra Italmobiliare
Nel 1983 Italmobiliare, con l’acquisizione del 23% della società, diviene il maggiore azionista di Bastogi IRBS, che avvia un processo di alienazione delle partecipazioni industriali, concentrandosi sul settore immobiliare. Nel 1986 la Sapam assume una quota del 58,4% di Bastogi IRBS e, un anno dopo, viene modificata la denominazione sociale in Bastogi.
Nel 1990 il Gruppo Cabassi rileva il 47% della società, consolidando la sua presenza nel campo immobiliare e in quello dei servizi. Il 21 marzo del 1992, dopo quarant’anni di lavoro nel Gruppo che ha fondato, viene a mancare Giuseppe Cabassi. Nel 1994 Bastogi acquisisce il 50,3% di Brioschi Finanziaria e affianca alla tradizionale attività immobiliare quella della conservazione, tramite la storica Frigoriferi Milanesi, di cui rileva l’83,11% del capitale sociale.
Gli anni Duemila e il lancio dell’Opa
Nel 2002 la società acquisisce Nuova Accademia, società di gestione di Naba– Nuova Accademia di Belle Arti – Milano, nata nel 1980 su iniziativa di alcuni artisti di fama internazionale. Il complesso dei Frigoriferi Milanesi (1899) inizia un processo di riconversione, anche strutturale, volto a ospitare la nuova proposta di servizi integrati per l’arte sviluppati con il marchio Open Care. Iniziano i lavori di ristrutturazione anche al Palazzo del Ghiaccio (1923).
Nel 2004, a seguito di una riorganizzazione azionaria di controllo, viene lanciata un’Opa obbligatoria su circa 312 milioni di azioni Bastogi da parte di Sintesi Spa, holding del Gruppo Cabassi. A conclusione dell’Opa, Sintesi possiede il 64% del capitale di Bastogi.
Successivamente nel 2007 Bastogi dà avvio alla realizzazione di un progetto imprenditoriale per la gestione e lo sviluppo di attività alberghiere (H2C). Il Palazzo del Ghiaccio riapre dopo l’intervento di riqualificazione e diventa una struttura polifunzionale per ospitare eventi. L’anno successivo diviene efficace l’operazione di scissione parziale proporzionale inversa della società a favore di Brioschi Sviluppo Immobiliare. Nel 2009 viene dato avvio al progetto di valorizzazione del complesso dei Frigoriferi Milanesi, attraverso lo sviluppo di iniziative, collaborazioni ed attività dedicate all’arte e alla cultura. A dicembre viene ceduta l’intera partecipazione detenuta in Naba – Nuova Accademia di Belle Arti Milano al Gruppo Laureate.
Focus sui servizi dell’arte
Tra il 2010 e il 2012 la società, dopo la cessione di Naba – Nuova Accademia di Belle Arti, si focalizza maggiormente sui servizi per l’arte, e continua le attività dei Frigoriferi Milanesi e del Palazzo del Ghiaccio, con l’intento di trasformarli in un importante polo di proposte e iniziative culturali.
Dal primo gennaio 2015 diviene efficace l’operazione di fusione per incorporazione di Raggio di Luna in Bastogi, per effetto della quale Bastogi diviene attiva anche nei settori dell’immobiliare e dell’intrattenimento. E nel 2017 la Società, tramite la controllata Brioschi, sottoscrive un contratto preliminare di compravendita dell’intero complesso di Via Darwin a Milano, operazione successivamente perfezionata nel marzo 2018.
I conti del 2022
Lo scorso anno la società ha registrato al 31 dicembre 2022 un margine operativo lordo consolidato di 54,5 milioni di euro rispetto a un valore negativo di 3,4 milioni di euro al 31 dicembre 2021. Il risultato della gestione finanziaria registra un passivo di 6,3 milioni di euro rispetto a 6,8 milioni di euro al 31 dicembre 2021.
L’anno chiude con un utile complessivo di 32,4 milioni di euro (di cui 16,1 milioni di euro di pertinenza del Gruppo) rispetto ad una perdita di 0,4 milioni di euro al 31 dicembre 2021 (di cui un utile di 3,4 milioni di euro di pertinenza del Gruppo). Da un punto di vista patrimoniale il patrimonio netto consolidato al 31 dicembre 2022 ammonta a 86,5 milioni di euro (di cui 25,6 milioni di euro di pertinenza del Gruppo) rispetto a 49,6 milioni di euro (di cui 9,5 milioni di euro pertinenza del Gruppo) al 31 dicembre 2021.
La posizione finanziaria netta complessiva si riduce da 284,8 milioni di euro al 31 dicembre 2021 a 126,5 milioni di euro al 31 dicembre 2022. Il miglioramento è principalmente attribuibile alla cessione degli immobili “U1” e “U3”, al netto del parziale reinvestimento dei proventi della vendita nel fondo che ha acquisito gli stessi immobili, e all’incasso dell’indennità relativa al Carcere di Bollate.