Prima come magistrato poi come politico, tutta la carriera di Carlo Nordio (nella foto) ruota intorno al Veneto, sua regione d’origine. Ora inizia un nuovo capitolo a Roma per l’ex magistrato, sia come nuovo parlamentare – sua prima volta – dopo essere stato eletto alla Camera con Fratelli d’Italia e con il 56,24% e sia come ministero della Giustizia, al fianco della prima donna presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni.
La sua candidatura non sorprende, soprattutto dopo che il suo nome è stato fatto solo qualche mese fa come possibile nuovo presidente della Repubblica, poco prima della rielezione di Sergio Mattarella.
Dall’aula di Tribunale a quella della Camera
Nato a Treviso nel 1947, Carlo Nordio si è laureato in giurisprudenza a Padova nel 1970. Dal 1977 ha ricoperto il ruolo di procuratore a Venezia e durante gli anni ’80 poi ha guidato le indagini sulla presenza delle Brigate Rosse in Veneto. Nel 1993 si è occupato delle cosiddette “coop rosse”, l’indagine per finanziamento illecito nata a carico dei vertici veneti del Psi e della Democrazia cristiana. Partendo dai fallimenti di alcune cooperative agricole venete, Nordio infatti aveva ipotizzato che il meccanismo fosse di creare coop agricole per ottenere finanziamenti pubblici, spostare il denaro al partito per poi farle fallire. Alla fine, però,è stato Nordio stesso a chiedere l’archiviazione per i vertici del Pds.
Nel nuovo millennio tra i processi più importanti a cui ha partecipato c’è quello legato al Mose, il progetto architettonico per proteggere Venezia dall’alta marea, che ha seguito da procuratore aggiunto di Venezia. L’indagine del 2014 ha portato all’arresto di 35 persone, tra cui Giancarlo Galan – per 15 anni presidente della regione Veneto con Forza Italia – che ha poi scontato due anni ed è stato condannato al risarcimento di 5,8 milioni di euro.
Il lavoro di studioso e teorico del diritto lo ha portato a diventare presidente della Commissione per la riforma del Codice penale ai tempi del ministro della Giustizia Roberto Castelli e a partecipare come consulente a diverse Commissioni parlamentari. Di recente ha ricevuto anche l’incarico come consulente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi, ex capo comunicazione di banca Mps precipitato dalla finestra del suo ufficio il 6 marzo 2013.
In occasione degli ultimi referendum sulla giustizia – che poi non sono passati -, è stato tra i promotori delle ragioni del Sì. Nordio, infatti, si è schierato per il sorteggio per la composizione del Csm e firmato vari referendum sulla giustizia proposti da Radicali e Lega, a partire da quello sulla separazione delle carriere tra giudici e pubblico ministero.