Ha perso followers, Chiara Ferragni. Ha perso credibilità in ambito reputazionale. Ha perduto anche un cliente. Ma forse non ha perso un euro. Non ancora, quantomeno, secondo la stima effettuata osservando esclusivamente i post sponsorizzati su Instagram dell’influencer e imprenditrice cremonese.
I seguaci sono calati: sono più di 300mila ad aver abbandonato il profilo dopo l’episodio legato alla partnership con Balocco, stando a quanto riporta il sito Not Just Analytics negli ultimi trenta giorni (10 dicembre – 10 gennaio), la media è di 7.300 followers persi ogni giorno, risultato di una credibilità sicuramente precipitata dopo quella che l’imprenditrice stessa ha definito, nel suo messaggio di scuse, un “errore di comunicazione” a cui ha cercato di porre rimedio donando un milione di euro in beneficenza (e ricorrendo a vie legali per la multa milionaria dell’Antitrust, definita da lei stessa “eccessiva”).
Guardando il grafico, dopo un primo evidente crollo tra il 14 dicembre e il periodo di Natale, si può notare distintamente un ulteriore calo di seguaci tra Natale e la fine dell’anno, dovuto agli ultimi rumors legati all’imprenditrice e alla sua attività di beneficenza finite sotto la lente della Procura (non solo Dolci Preziosi, ma anche Trudi, stando a quanto risulta al quotidiano La Verità anche se l’entourage Ferragni ha smentito).
Da Safilo a Coca Cola
Mica per niente, almeno questa è l’idea più diffusa seppur tutta da verificare, qualche giorno dopo il pandoro-gate ecco che avrebbe preso il via quello che per qualcuno si tratta di “fuggi fuggi generale” dal marchio Chiara Ferragni. Safilo, attiva nell’occhialeria di lusso, ha deciso per primo di interrompere l’accordo in essere con l’influencer per “violazione degli impegni contrattuali assunti dalla titolare del marchio” e c’è chi ipotizza (senza tuttavia dimostrarlo) dati deludenti dal punto di vista delle vendite degli occhiali a brand Safilo-Ferragni.
Altrettanto rumore ha fatto la rinuncia di Coca Cola a realizzare uno spot pubblicitario, programmato per l’inizio 2024, che avrebbe visto protagonista proprio l’influencer cremonese, un dietrofront che tuttavia non significa per forza l’interruzione della collaborazione in essere che lega le due parti (Chiara ha pubblicato un post sponsorizzato Coca Cola lo scorso mese di novembre). Ultima notizia in ordine di tempo, che forse andrebbe più considerata “mezza notizia”, la decisione di Monnalisa, brand internazionale quotato in Borsa, di convocare un Cda per decidere se proseguire o meno con la partnership che lega il gruppo di Arezzo con il marchio Ferragni.
Chiara Ferragni, le domande sono due
E allora le domande diventano due. La prima: c’è il rischio che sempre più aziende decidano di defilarsi dagli accordi con Chiara per evitare che il calo di credibilità e reputazione possa ripercuotersi anche su di esse? Seconda domanda: guardando il profilo Instagram, i post sponsorizzati (identificabili con l’hashtag “#adv”) sono fermi al 14 dicembre. Un’immobilità che si potrebbe tradurre in perdita di denaro? E se sì, di quali cifre parliamo?
La risposta alla prima domanda passa dalla recente intesa tra Chiara Ferragni e due importanti studi legali, Gianni & Origoni e Marcello Bana, che seguiranno la vicenda Balocco e Dolci Preziosi affiancati dall’agenzia di comunicazione Community (ci sono anche fascicoli conoscitivi aperti dalla Procura di Milano a riguardo). L’obiettivo è ovviamente evitare o frenare un’emorragia che secondo Milano Finanza è quantificabile in “milioni di euro”.
Zero pubblicazioni dal 14 dicembre: a quanto ammonta la perdita?
Siamo così alla seconda domanda. E se guardiamo alle pubblicazioni di Chiara Ferragni su Instagram, potrebbe non essere cambiato un bel niente, quantomeno per il mese di dicembre mentre ovviamente diverso è il discorso per il primo mese dell’anno nuovo, “inaugurato” con il passo indietro di Coca Cola. Il motivo è legato ai post accompagnati da sponsorizzazione, che l’influencer segnala puntualmente, come anticipato, dall’hashtag #adv. Mettendo sotto la lente l’ultimo trimestre del 2023, da ottobre a dicembre, siamo in perfetta media.
A ottobre i post sponsorizzati sono 14. Questi i brand presenti: Moorer, Falconeri, Ghd italia, Calzedonia, Louis Vuitton, Dior, Tommy Hilfiger, Gucci, Pantene, Ferragamo, Etro Vela, Arvalcosmetici, Fendi e Bmw. C’è da segnalare che la prima settimana, periodo in cui Fedez è stato ricoverato in ospedale per problemi di salute, è priva di pubblicazioni, e in sei giorni Chiara Ferragni arriva a pubblicare fino a cinque post sponsorizzati.
A novembre il numero di aziende è cresciuto: da 14 a 18, tra new entry come Nespresso, Douglas, MaxMara, Coca Cola, e conferme (Louis Vuitton, Bmw, Dior, Gucci, Pantene e Falconeri).
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Metà dicembre, stesso numero di pubblicazioni di ottobre
L’ultimo mese dell’anno va infine calcolato a metà. Chiara Ferragni non pubblica l’hashtag #adv dal 14 dicembre (ultima uscita: Falconeri, vedi link sopra). Tuttavia, i post brandizzati sono ben 14. Dunque in perfetta media con il mese di ottobre, con la differenza di un lasso di tempo decisamente inferiore. In aggiunta a Pantene, Dior, Falconeri e Calzedonia, ecco nuove aziende pubblicizzate come Alpro, Ghd Italia, Neonail, Prada, Yepoda e Pigna.
La stima di guadagno per ogni post, è bene ricordarlo, è molto varia. Non esiste infatti un tariffario ufficiale ed ecco perché c’è chi ha calcolato fino a 80.000 euro per post (La Repubblica), chi leggermente meno (fino a 75.000 euro secondo la ricerca effettuata da DeRev) chi un po’ di più: 93.000 euro, secondo la piattaforma Hopper Hq. Calcolando il massimo valore e utilizzando come tariffa quella indicata dal quotidiano del gruppo Gedi, 14 post ogni mese equivalgono a 1.120.00 euro complessivi.
Cautela nelle stime e nei numeri
Bisogna però considerare che, sebbene il numero dei brand di dicembre e di ottobre siano in egual numero, non è detto che lo stesso valga per i compensi. Anche perché non abbiamo considerato le stories, che sono sponsorizzabili, la durata degli accordi (Falconeri è presente a ottobre, novembre e dicembre mentre Bmw, giusto per citarne due, figura a ottobre e a novembre). Infine, il cachet può anche dipendere dal profilo che l’imprenditrice utilizza per i post #adv (Chiara Ferragni ha 28 milioni di followers, Chiara Ferragni Brand “solo” 1,7 milioni).
Anche per questi motivi, c’è un’ultima domanda, che forse è quella vera: in che modo il Pandoro-Gate, e in generale gli ultimi fatti di cronaca (Dolci Preziosi, Safilo, i fascicoli aperti, la donazione in beneficenza, la multa) andrà a impattare nel lungo periodo sulla reputazione e gli affari di Chiara Ferragni, il cui impero a oggi ammonta a circa 40 milioni di euro di fatturato all’anno? A questo proposito c’è da fare una riflessione, l’ultima, per quanto riguarda la reputazione di Chiara Ferragni che per qualcuno è in forte calo: potrebbe anche essere, ma non bisogna dimenticare che la tuta indossata dalla influencer nel suo messaggio di scuse è andata letteralmente a ruba, fino all’esaurimento delle scorte (ma anche in questo caso, c’è chi ha smentito).
Ha collaborato Martina Castrovinci