Cinque miliardi e 958 milioni. È questa la somma degli utili netti semestrali dei sei grandi gruppi bancari nazionali UniCredit, Intesa Sanpaolo, Mps, Bper, Banco Bpm e Carige. Una cifra che triplica i risultati del 2020, quando la prima ondata della pandemia aveva colpito duramente i numeri delle banche. E una cifra che testimonia, anche, come la ripresa della prima metà del 2021 abbia giovato ai conti italiani. Numeri positivi anche per Banca Ifis con un utile netto a 48,3 milioni di euro, Illimity con un utile di 27,4, milioni e Banca Sistema che guadagna 8,5 milioni.
Tutti i risultati principali
La performance migliore è quella di Intesa Sanapolo che comunica un utile netto semestrale di oltre 3 miliaridi, ovvero +17,8% rispetto allo stesso periodo 2020, con il risultato del periodo aprile-giugno pari a 1.507 milioni, uno dei migliori trimestri di sempre. In una nota il gruppo riporta come questi numeri testimoniano “la capacità affrontare efficacemente la complessità del contesto conseguente all’epidemia da Covid-19” e siano dunque in linea, come spiega l’ad Carlo Messina, a raggiungere i 4 miliardi entro fine anno.
Mps, sotto i riflettori per l’avvio delle trattative per l’acquisizione da Unicredit, ha chiuso il primo semestre con un utile di 202 milioni dopo la perdita di 1,09 miliardi dello stesso periodo del 2020. I ricavi di Mps crescono del 7,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Una dinamica da ricondurre, sostanzialmente, alla crescita dei ricavi della gestione finanziaria, che hanno beneficiato dei maggiori utili da cessione titoli e alla crescita delle commissioni nette, principalmente per i maggiori proventi sulla gestione del risparmio e, in particolare, sul collocamento prodotti. I crediti deteriorati lordi sono invece pari a 4,2 miliardi, in lieve aumento rispetto a fine 2020.
Dopo il cambio al vertice dell’istituto, con l’arrivo di Andrea Orcel e una nuova struttura organizzativa con un team manageriale per l’Italia, Unicredit chiude i primi sei mesi 2021 con un utile netto di 1,92 miliardi grazie al balzo delle commissioni (+21,4% su base annua a 1,7 miliardi). Il risultato netto di gestione è balzato a 1,58 miliardi di euro, rispetto ai 788 milioni del secondo trimestre del 2020. Anche il risultato netto sottostante è stato positivo per 1,1 miliardi di euro. Numeri che sono stati superiori rispetto alle previsioni delle analisti.
Tiene anche Banca Carige anche se il primo semestre si chiude con una perdita netta di 49,9 milioni di euro e si confronta con il -97,8 milioni del periodo febbraio/giugno dell’esercizio 2020 e con il -39,7 milioni del primo trimestre 2021. I proventi operativi sono stati pari a 203,5 milioni di euro, beneficiando di un margine di interesse di 74,7 milioni di euro e di commissioni nette per 112,6 milioni. Secondo l’ad Francesco Guido i ricavi sono cresciuti a 203,2 milioni dai 148,2 milioni del periodo febbraio-giugno 2020, con l’aumento della raccolta diretta (+0,4 miliardi).
Al 30 giugno 2021, Banco Bpm ha invece registrato un utile netto di 361,3 milioni dai 105,2 milioni al 30 giugno 2020 (+243,4%). Nel secondo trimestre la raccolta diretta ammonta a 122,6 miliardi, in crescita nel confronto con il 31 dicembre 2020 del +2%. Le esposizioni performing registrano un incremento (+0,6%), con un volume di nuove erogazioni a famiglie e imprese nel periodo pari a 12,1 miliardi. Un modello di business flessibile – si ricordi l’accordo con Covea lo scorso giugno dopo quello con Cattolica Assicurazione – è secondo l’amministratore delegato Giuseppe Castagna una strada che porterà ancora maggior ricavi alla banca.
502 milioni è invece l’utile netto del primo semestre di Bper, mentre il risultato della gestione operativa si è attestato a 487 milioni. Tra le altre componenti principali del semestre si rilevano, segnala la nota, 55,6 milioni relativi al contributo del portafoglio titoli. In questi risultati va considerato che i dati non sono confrontabili con i periodi precedenti in seguito alla variazione dimensionale del gruppo che, a partire dal primo semestre 2021, include le attività e passività nonché il contributo economico apportato dal ramo acquisito, dal 22 febbraio 2021 per le 587 filiali ex Ubi Banca e dal 21 giugno 2021 per le 33 filiali di Intesa Sanpaolo.
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