Articolo a cura di Gruppo Del Barba Consulting
Dai recenti dati emersi dall’Osservatorio di Unioncamere – InfoCamere sull’imprenditorialità femminile, si evidenzia che le iscrizioni di nuove attività guidate da donne nei primi nove mesi del 2021 sono più numerose di quelle registrate nello stesso periodo del 2020 (+7mila) ma sono meno dello stesso periodo del 2019 (circa 9.200 in meno). Le difficoltà dovute all’emergenza sanitaria hanno infatti rallentato i ritmi di crescita delle imprese femminili degli ultimi anni e continuano a pesare sulla voglia delle donne di mettersi in proprio e fare impresa. Infatti, nonostante l’incremento delle iscrizioni tra 2020 e 2021, il peso delle nuove imprese femminili sul totale delle iscrizioni si è ridotto passando dal 27,1% di due anni fa, al 25,4% di settembre 2021.
Si nota però che, di queste nuove imprese femminili, quasi il 24% nasce come società di capitali, tipologia di azienda più solida e strutturate sotto il profilo organizzativo e gestionale. Questo dimostra quanto le scelte aziendali siano più consapevoli e meditate, dopo il rallentamento dovuto alla pandemia.
In questo scenario, per stimolare una maggiore partecipazione delle donne all’interno del tessuto produttivo e imprenditoriale del Paese, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) finanzia nuovi interventi per sostenere la crescita di imprese femminili nella Missione 5 di “Inclusione e Coesione”, investimento 1.2 “Creazione di imprese femminili”.
Il Piano mette a disposizione una dotazione di 400 milioni di euro, distribuiti in varie misure, sia nuove – come il Fondo Impresa Donna – che già esistenti – come Smart&Start e NITO “Nuove Imprese a Tasso Zero” – per aumentarne l’efficacia. L’opportunità più attesa e rilevante per il 2022 è sicuramente il Fondo Impresa Donna, per il quale sono stati stanziati ben 160 milioni della dotazione complessiva. Il Fondo finanzia attraverso contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati sia l’avvio di nuove attività che lo sviluppo e consolidamento di imprese già costituite.
“Nella stragrande maggioranza dei casi – commenta Marco Barbieri, amministratore unico di Gruppo Del Barba – le imprese femminili si finanziano in proprio o attraverso il capitale di famiglia mentre molto scarso è l’utilizzo del credito bancario e, ancora meno, dei finanziamenti pubblici. Le difficoltà di accesso al credito bancario hanno rappresentato un forte freno alla loro crescita: l’auspicio è che queste misure possano dare il giusto slancio alla crescita dell’imprenditoria femminile e agli investimenti in innovazione”.
Come richiedere i fondi
Ma come si possono richiedere i fondi? Gli aiuti del Fondo Impresa Donna possono essere richiesti sia da lavoratrici autonome, con Partiva IVA, sia da imprese operanti nei settori dell’industria, dell’artigianato, della trasformazione dei prodotti agricoli, dei servizi, del commercio e del turismo, con i seguenti requisiti:
- cooperative e società di persone con almeno il 60% di donne socie;
- società di capitale con quote e componenti di cda per almeno due terzi di donne;
- imprese individuali la cui titolare è una donna.
Le spese finanziate dal Fondo riguardano immobilizzazioni materiali e immateriali, servizi in cloud funzionali ai processi portanti della gestione aziendale, personale dipendente e capitale circolante. Sono invece escluse dall’agevolazione le spese relative alla mera sostituzione di impianti, macchinari e attrezzature.
La linea di intervento per lo sviluppo di nuove imprese femminili, costituite da meno di 12 mesi, consiste in un contributo a fondo perduto, di intensità variabile dal 50% al 80% in base alla soglia di investimento. Per le donne disoccupate che avviano un’impresa individuale, la quota sale al 90%.
L’agevolazione per il consolidamento delle imprese femminili è invece così diversificata:
- per le imprese costituite da almeno 12 mesi e da non più di 36 mesi, l’incentivo è composto per il 50% da una quota a fondo perduto e per il restante 50% nella forma di finanziamento agevolato a tasso zero, a copertura dell’80% delle spese ammesse;
- per le imprese costituite da più di 36 mesi è previsto un contributo a fondo perduto pari al 50% dei costi ed un finanziamento agevolato, a tasso zero, della durata massima di 8 anni.
Con gli interventi previsti dal PNRR a supporto dell’imprenditoria femminile, il governo mira a finanziare 700 nuove imprese guidate da donne entro giugno 2023, per arrivare a 2.400 entro giugno del 2026.