Lo stock complessivo di non performing exposures (npe) a fine anno sarà pari a 345 miliardi di euro, di cui 90 miliardi ancora sui libri delle banche e il resto in mano a operatori del settore.
E’ quanto prevede Banca Ifis nel report “Market Watch Npl”, presentato in occasione del Npl Meeting, organizzato a Cernobbio dall’istituto guidato da Frederik Geertman (a sinistra nella foto di copertina) e dal vicepresidente Ernesto Fürstenberg Fassio (a destra nella foto di copertina).
Nuovi flussi per 73 miliardi tra 2022 e 2023
Secondo le stime di Banca Ifis, nel 2023 lo stock di npe salirà a 430 miliardi, di cui solo il 25% circa (113 miliardi) in capo alle banche. Quest’anno lo npe ratio degli istituti italiani sarà inferiore a 5%. Nei prossimi anni, però, tornerà a crescere, per arrivare al 5,9% nel 2023.
Il trend è la conseguenza dell’aumento del tasso di default nel 2022 per il termine delle moratorie sui crediti, destinato a diminuire già nel 2023.
I nuovi flussi di crediti deteriorati, pari a 41 miliardi nel 2022 e a 32 miliardi nel 2023, saranno inferiori ai 71 miliardi registrati nel solo 2013, sia in valore assoluto, sia in termini percentuali.
Attualmente, i finanziamenti che godono di una moratoria sono il 25% (71 miliardi di euro) delle richieste effettuate inizialmente (280 miliardi di euro), per il 77% in capo a imprese.
Secondo le previsioni di Banca Ifis, a partire dall’anno prossimo lo stock di unlikely-to-pay (utp) sorpasserà quello dei non performing loans (npl).
Transazioni di npl per 34 miliardi nel 2021
Nel 2021 le cessioni di portafogli npl potrebbero raggiungere quota 34 miliardi di euro, con un’incidenza del 26% del mercato secondario, sempre più dinamico. Nel biennio 2022-23 si stimano vendite per 80 miliardi di euro di valore.
In crescita, quest’anno, a 11 miliardi di euro anche le operazioni su portafogli utp (20 miliardi le transazioni stimate per questa asset class tra 2022 e 2023). Nei primi nove mesi del 2021 sono state finalizzate transazioni npl per 8 miliardi di euro. La pipeline vede ancora 26 miliardi di euro di operazioni attese entro fine anno. Per quanto riguarda gli utp si annunciano 10 miliardi di vendite entro dicembre 2021.
L’aumento medio dei prezzi degli npl unsecured, nota Ifis, riflette la migliore qualità dei portafogli in termini di documentazione e minore vintage. Invece, il pricing medio dei portafogli secured e utp resta condizionato da grandi operazioni e dalle transazioni assistite da gacs.
Con la proroga di un anno della garanzia pubblica, Ifis stima nuove operazioni assistite da gacs per circa 7 miliardi. L’ammontare complessivo dei portafogli cartolarizzati dal 2016 a oggi salirà a 94 miliardi. Sette i servicer impegnati nei deal realizzati finora, l’80% di questo ammontare è concentrato sui primi quattro operatori: doValue, Prelios, Cerved e Credito Fondiario. Le performance di recupero nel 2021 sono generalmente in calo, a eccezione di due portafogli: POP npls 2018 e BCC NPLs 2019.
Il Covid-19 ha bloccato nei tribunali immobili per 13 miliardi
Dal report di Banca Ifis emerge che l’industria del servicing dei crediti non performing gode di ottima salute. Per quest’anno gli operatori stimano na crescita dei fatturati del 6% e dei margini del 15%. Dal 2013 i ricavi sono cresciuti del 21%, le masse in gestione del 12%, gli investimenti del 35%, l’ebitda del 14% e l’occupazione del 16%. I primi tre investitori (Amco, ex Quaestio Capital Management e Banca Ifis) hanno acquisito 80 miliardi di euro di volumi dal 2015 a oggi.
L’analisi dedica un focus alla ripresa del mercato immobiliare: nel 2021 le compravendite potrebbero arrivare a 600mila unità residenziali. Inoltre, l’anno potrebbe chiudersi con 125mila immobili in asta, per 11 miliardi di valore.
Lo stop imposto dal Covid-19 ad aste e pignoramenti, stima Ifis, ha bloccato nei tribunali immobili per un controvalore di circa 13 miliardi. La buona notizia arriva dagli effetti positivi generati dall’avvio del processo telematico e della riforma del 2015, con la riduzione di circa due anni, tra il 2018 e il 2020, del tempo medio di chiusura delle aste, che scontano comunque ancora 5,8 anni di vita media.