E’ una delle più grandi operazioni spaziali degli ultimi dodici mesi. Centocinquanta milioni di euro. Questa è la raccolta di D-Orbit, scaleup spacetech italiana, al termine del secondo closing del suo round Series C guidato da Marubeni Corporation, colosso commerciale giapponese: una collaborazione destinata, nel lungo periodo, a rivoluzionare il settore della logistica spaziale, com’è riportato anche nel comunicato ufficiale che potete leggere qui. 

Le prospettive di crescita di D-Orbit hanno convinto anche gli investitori già esistenti a partecipare al round: in ordine sparso Cdp Venture Capital, Seraphim Space Investment Trust, Indaco Venture Partners, Neva SGR, la società di venture capital del Gruppo Intesa Sanpaolo, e Primo Ventures.

La partecipazione al round di ClubDeal Digital

Da segnalare ClubDeal Digital, piattaforma wealth tech per la gestione di investimenti in private asset, dall’emissione fino alla exit, che ha sottoscritto un ticket da oltre 2 milioni di euro con il coinvolgimento di diversi private banker e high net worth individual (Hnwi). L’operazione è stata resa possibile grazie anche a Cfo Sim, parte di Cfo-Corporate Family Office e specializzata nei servizi di wealth advisory, gestione del patrimonio mobiliare e creazione di prodotti finanziari “su misura”.

Quello di ClubDeal Digital è l’unico ingresso di investitori privati all’interno del round che D-Orbit ha offerto ad investitori industriali ed istituzionali. E segue una prima raccolta effettuata per D-Orbit nel 2020, in quell’occasione collaborando con le strutture di private banking di Banca Sella e Sparkasse.

Nuovi investitori: c’è anche la Bei

Tra i nuovi investitori ecco invece Avantgarde, family office con radici nell’industria farmaceutica e spaziale, Iberis Capital, gestore portoghese di portafogli di private equity e venture capital, il Fondo del Consiglio europeo per l’innovazione (Eic) che sostiene le aziende innovative che cambiano il mondo, Phaistos Investment Fund, fondo di venture capital gestito da 5G Ventures e sostenuto dallo Stato greco, e investitori privati con particolare attenzione agli investimenti tecnologici.

Inoltre, un consorzio guidato dall’attuale azionista United Ventures, tra cui la Banca Europea per gli Investimenti e il Fondo Europeo per gli Investimenti, partecipa ribadendo il forte sostegno al piano strategico della società.

Il track record di D-Orbit

Sedici le missioni di successo dal 2020 a oggi per il gruppo guidato dal Ceo Luca Rossettini, di cui 14 con Ion Satellite Carrier, veicolo di trasferimento orbitale della società. Altri sette lanci sono stati programmati per il 2025. Queste missioni hanno permesso e permetteranno all’azienda di testare in orbita le nuove tecnologie, che spaziano dai sensori progettati per tracciare e mappare dimensioni, velocità e percorsi dei detriti inferiori al centimetro di grandezza per proteggere i satelliti dalle collisioni, fino alle applicazioni progettate per rilevare tempestivamente le inondazioni e trasmettere le mappe delle inondazioni ai soccorritori di emergenza, accelerando così i tempi di risposta alle crisi ambientali, salvando potenzialmente vite umane e riducendo al minimo i danni alle comunità.

D-Orbit, strategie e obiettivi

Il finanziamento, guidato come detto da Marubeni, che distribuirà i servizi in Giappone di D-Orbit, in espansione nel sud-est asiatico, e che farà da acceleratore per D-Orbit stessa come fornitore leader di soluzioni logistiche satellitari nei principali mercati global, consente alla scaleup di continuare a sviluppare le proprie capacità di cloud computing spaziale e di assistenza in orbita.

Inoltre, faciliterà e accelererà le collaborazioni con i governi e le agenzie spaziali, oltre ad ampliare la portata dei suoi clienti in tutti i settori geografici e industriali. Parte dei fondi sarà utilizzata per effettuare acquisizioni strategiche al fine di ampliare la gamma di prodotti dell’azienda.

L’obiettivo del round è raccogliere risorse mirate anche allo sviluppo di una economia spaziale circolare, trasformando i detriti spaziali in una risorsa preziosa. Ciò comprenderà progressi nell’assistenza in orbita per consentire la raccolta e il riciclaggio dei detriti in orbita, nonché la produzione di veicoli spaziali per i viaggi interplanetari.

“Facciamo progredire il settore spaziale con impegno e passione”

Grazie a questa raccolta D-Orbit può ora raccogliere i benefici degli investimenti e degli sviluppi globali nel settore spaziale, dove nel tempo l’azienda ha costantemente guadagnato una posizione competitiva sia nel mercato commerciale sia in quello istituzionale.

Questo investimento rafforza il nostro impegno nell’innovazione del trasporto spaziale -commenta Luca Rossettini, Ceo di D-Orbit- dei servizi in orbita e del vasto settore della logistica spaziale. Apprezziamo profondamente il sostegno dei nostri investitori, sia nuovi sia esistenti, mentre continuiamo a far progredire il settore spaziale con impegno e passione”.

Gli advisor

Eversheds Sutherland, con un team guidato dal Partner Lorenzo Fratantoni e composto dal Junior Associate Lorenzo Marinelli, ha assistito D-Orbit nella negoziazione ed esecuzione degli accordi di investimento, nonché nella definizione dei connessi aspetti societari e parasociali. Eversheds ha agito con un team multi-practice composto altresì dalla executive partner Valentina Pomares e dalla senior associate Francesca Ferrando per gli aspetti giuslavoristici. L’executive partner Sebastiano Sciliberto e la senior associate Federica Cipolletta hanno curato gli aspetti fiscali e per gli aspetti relativi all’autorizzazione Golden Power ha agito il partner Alessandro Greco coadiuvato dagli associate Lorenzo Maniaci e Alberto Venditti.

La prima fase del round di investimento è stata guidata dal lead investor Marubeni Corp, il gruppo industriale giapponese assistito dallo studio legale internazionale Gianni & Origoni, con un team composto dai partner Mauro Sambati e Donato Romano e dalle associate Monica Boccuzzi e Viola Cozzolino, per gli aspetti corporate, dal partner Francesco Maria Salerno e dall’associate Marco Grantaliano, per gli aspetti relativi all’autorizzazione Golden Power, dalla partner Cristina Capitanio, assieme alla senior associate Eleonora Rainaldi, per gli aspetti giuslavoristici, nonché dalle associate Giada Tombesi, Giulia Concato, Flavia Bavetta e Angela Tosto per la due diligence sugli aspetti ambientali, IP, privacy & cybersecurity e real estate; e ha visto anche la partecipazione di Avantgarde, assistito da Cba Studio Legale e Tributario; oltre che dei soci e degli obbligazionisti di D-Orbit, tra cui Indaco Venture Partners Sgr, Seraphim Space Lp, Cdp Venture, Simon Fiduciaria e Neva Sgr, quest’ultima assistita da Orrick con il partner Carlo Trucco e l’associate Elena Cozzupoli.

La seconda fase del round di investimento ha visto la partecipazione di United Ventures Sgr – per conto del fondo Uvt-Growth Space Co-Investment assistita dallo studio Giovannelli e Associati con il partner Francesco Peruffo, oltre che di nuovi investitori tra cui Iberis Capital, anch’esso assistito dallo studio Giovannelli e Associati con il partner Fabrizio Scaparro e la senior associate Paola Pagani,  Terna Forward – società del Gruppo Terna dedicata all’innovazione tecnologica e alle iniziative Corporate Venture Capital – assistita da Lca studio legale, con il partner Andrea Messuti, la senior associate Flavia Visco, l’associate Francesco Caselli e la trainee Anna Paola Pasin; Terna Forward per gli aspetti di financial due diligence è stato assistito altresì da Pirola Pennuto Zei & Associati con un team guidato dal partner Paolo Nagar, coadiuvato dall’associate partner Luca Palma e dal senior associate Giuseppe Giannotto ; EIC Fund – fondo d’investimento della Commissione Europea che si propone di supportare le imprese a vocazione fortemente innovativa investendo in società i cui progetti sono risultati essere vincenti all’esito del bando EIC Accelerator –da Eversheds Sutherland con un team guidato dal partner Alessandro Vischi e supportato dal senior associate Giovan Battista Biondo, dalla junior associate Elena Gangal e dal trainee Giovanni Accomanno per la parte corporate e per gli aspetti di proprietà intellettuale dalla partner Beatrice Bigonzi coadiuvata dall’associate Francesco Cavagnino; Blu Acquario Prima, ClubDeal Digital, 5G Ventures in qualità di gestore di Phaistos Investment Fund,  Endeavor Catalyst IV, Lp e Investis Fiduciaria.

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