Preferiva osservare mamma Francesca, detta Franca, mentre lavorava. Il parco giochi di Gianni Versace è sempre stata una piccola bottega in centro a Reggio Calabria, proprio vicino al Duomo. Apparteneva alla madre e il piccolo Giovanni Maria rimaneva accanto a lei. La osservava in ogni cosa che faceva, le dava una mano, nonostante non fosse quello il mestiere che Franca avrebbe voluto intraprendere: lei sognava un futuro da medico. Ma il padre, calzolaio, la spinse a rimanere in qualche modo nel settore.

Affari di famiglia

Affari di famiglia. Gianni Versace stesso lo ha sempre detto, parlando di sé e della sua attività. Affari di famiglia. Lo sono ancora. Sua sorella Donatella è il direttore creativo di Capri Holdings, nome del gruppo scelto dopo l’acquisizione di Michael Kors nel 2018. La società è quotata in borsa a Wall Street e ha chiuso un anno fiscale positivo, con ricavi da 5,65 miliardi di dollari, in crescita del 39% su base annua e profitti pari a 822 milioni (contro il rosso da 63 milioni dell’esercizio precedente). Nel suo testamento aveva lasciato tutte le sue azioni, il 50% di Gianni Versace S.r.l, alla nipote allora undicenne Allegra Versace Beck, figlia di Donatella, successivamente proprietaria del 100% delle quote del brand.

Gianni non aveva figli. Fidanzato dal 1982 con Antonio D’Amico, modello e poi stilista. Il primo a soccorrerlo fu proprio lui, quando Andrew Cunanan, per motivi mai accertati, sparò due colpi di arma da fuoco contro lo stilista mentre rientrava nella sua grande villa di Miami Beach, Florida, acquistata nel 1992 per 10 milioni di dollari e sulla quale Versace investì oltre 33 milioni per la ristrutturazione. Accadeva 25 anni fa.  Ed ecco che tutto il mondo si ritrova nuovamente a celebrare il genio dello stilista calabrese, milanese di adozione.

Time: “Gianni Versace l’uomo del momento”

No, nessuna dimenticanza. Non è soltanto il mondo della moda a ricordarlo. La sua morte ebbe un gigantesco impatto mediatico sia in Italia sia negli Stati Uniti. La sua fama era uscita ben oltre i confini dell’alta moda, entrando di prepotenza nella cultura popolare. “L’uomo che rese il sesso glamour e per di più indossabile ogni giorno”. Comincia così il fondo del Foglio a firma Fabiana Giacomotti che nel 2017 celebrava il ventennale dalla morte di Versace.

Il Time lo nominò “uomo del momento”, dedicandogli la copertina, nel 1995. A quell’epoca Versace era già Versace. Aveva già capito l’importanza delle top model e dei volti famosi per le sue campagne e le sue sfilate. L’anno prima Elizabeth Hurley fece il giro delle riviste e delle tv indossando l’abito che Gianni aveva fatto per lei per la “prima” di “Quattro Matrimoni e un Funerale” accompagnando il fidanzato di allora Hugh Grant. All’epoca, lui era l’attore del momento. Il tubino disegnato da Versace, poi definito pin dress, fece diventare la Hurley, fino a quel momento semisconosciuta, la donna del momento.

Versace e la sua bacchetta magica

Gli abiti dello stilista trasformavano le aspiranti celebrità in star. Qualche anno prima un cortissimo abito da sposa fece apparire Kate Moss come forse mai nessuno l’aveva mostrata. E a inizio Anni ’90 una collezione bondage (sfilò anche Claudia Schiffer) fece gridare allo scandalo tutto il mondo, lo stesso che nel 2018 si è poi spellato le mani dagli applausi per l’emozione, per il tributo di Donatella al fratello, celebrando i 20 anni dalla scomparsa. Era venerdì 22 settembre. Sulla passarella sfilarono assieme Cindy Crawford, Carla Bruni, Naomi Campbell, la stessa Schiffer ed Helena Christensen, le donne in passerella più belle del mondo che all’epoca sgomitavano, pur di lavorare con lo stilista.

Dalla prima sfilata all’abito indossato da J-Lo che “ispirò” Google

Gianni Versace è sinonimo di successo. Sin da subito. Sin dalla prima collezione datata 1978 alla Permanente di Milano, sei anni dopo essersi trasferito nel capoluogo lombardo una volta imparato tutto quello che poteva imparare da mamma Franca (e lasciato il liceo classico dopo due anni). Lavora per Florentine Flowers come freelance designer. Il suo nome inizia a circolare nell’ambiente. Avvia collaborazioni con Callaghan, Complice e Genny, ed ecco che arriva la fortunata sfilata meneghina e la successiva apertura della sua prima boutique, sostenuto dal fratello Santo e poi da Donatella, che prende il controllo di Versus, nel 1988 la linea più giovanile. Qualche anno prima si inventa il tessuto oroton, con cui realizza maglie metalliche usate per abiti tutti in oro e argento, ancora oggi segno distintivo del suo stile.

Una forma rara di cancro all’orecchio, è il 1993, lo spinge a cedere il controllo della compagnia alla famiglia. Il 20%  delle quote vanno a Donatella, il 30% a Santo. Gianni si tiene il 50% che poi nel suo testamento decide di cedere alla nipote, figlia di Donatella. Che proprio il giorno del 25esimo anniversario, su Instagram ha salutato il fratello così:

Il successo andrà avanti oltre la sua morte, celebrata al Duomo di Milano una settimana dopo l’omicidio, in presenza, tra gli altri, di Elton John, Lady Diana, Sting e Naomi Campbell. Mostre su di lui e le sue collezioni vengono inaugurate a New York e Londra. Nel 2000 l’abito disegnato per Jennifer Lopez definito “Jungle Dress” viene cercato sul web da milioni di utenti. Google sperimenta la ricerca di massa con numeri più alti in quel momento e crea successivamente lo strumento: “Google Immagini”.

Crisi e rinascita, riportando tutto a casa

La crisi finanziaria che colpisce la società attorno al 2002 viene risolta grazie a Giancarlo di Risio, nominato amministratore delegato del Gruppo. Cinque anni dopo, dal 2009 al 2013, veste i calciatori e il personale dell’Inter, squadra per cui la famiglia fa il tifo. L’anno dopo, il 20% della controllante GiVi Holding (il 30% in mano a Santo Versace, il 20% a Donatella Versace, il 50% a Allegra Versace Beck) viene acquisito dal fondo Usa Blackstone Group per 210 milioni di euro, valutando la società un miliardo di euro.

Nel 2018 a Michael Kors rileva il marchio per 1,82 miliardi di euro. Oggi il gruppo si chiama Capri Holdings ed è quotato a Wall Street. Il direttore creativo è Donatella Versace. Il marchio Gianni Versace S.r.l è ancora oggi una tra le più importanti maison di moda a livello internazionale e rappresenta un simbolo del lusso e lifestyle italiano in tutto il mondo. La società disegna, realizza e vende prodotti di abbigliamento, accessori, gioielli, orologi, occhiali, profumi e arredamento per la casa, tutti caratterizzati dal logo con la Medusa, voluta e scelta da Gianni Versace stesso nel 1993 come simbolo del suo marchio, su ispirazione da alcune rovine di origine greca dove giocava con i fratelli a Reggio Calabria.

In tutto sono 180 le boutique nelle principali città e più di 1500 rivenditori in tutto il mondo. Tra questi, c’è una  “Boutique Versace” proprio a ridosso del Duomo di Reggio Calabria, laddove una volta mamma Franca lavorava come sarta, accanto al piccolo Giovanni Maria, che invece di giocare con gli amici della scuola rimaneva sempre lì, con lei. Perché chissà, forse un giorno sarebbe diventato bravo anche lui.

 

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