Lanciare un nuovo giornale in un periodo storico come quello che stiamo vivendo potrebbe sembrare una cosa da pazzi. Da un lato l’editoria giornalistica vive ormai da decenni una crisi di redditività, vittima di una rivoluzione digitale che non è ancora stata realmente compresa, dall’altro con i social network il giornalismo ha perduto la sua funzione di intermediario tra le notizie e i lettori, che ormai si informano su Facebook o sulle chat di Whatsapp. E senza più un ruolo definito, il giornalismo si è snaturato, perdendo lentamente e inesorabilmente credibilità.

Tuttavia, una delle lezioni che la pandemia dovrebbe averci insegnato è che c’è davvero tanto bisogno di giornalismo, cioè di quella capacità di mettere insieme i pezzi del puzzle e raccontare delle storie, cercando di districare la complessità che viviamo, di trovare la melodia dal continuo rumore informativo a cui siamo sottoposti. In ogni momento della giornata veniamo bombardati di notizie, tutte scollegate, provenienti da soggetti diversi. E questo ci sta facendo perdere di vista il quadro generale.

Sto facendo queste dovute premesse perché anche se forse è davvero una cosa da pazzi, dare vita a Dealflower è per noi l’occasione di raccontare ciò che accade unendo tutti i punti e fornendo quindi ai nostri lettori il disegno complessivo nel modo più accurato possibile.

Con Dealflower facciamo questo lavoro dedicandoci a un settore particolare, quello della finanza. Un settore che, come abbiamo visto, sta diventando sempre più importante e capace di influenzare ogni singolo aspetto della nostra vita, sociale e personale. L’accordo storico annunciato al G7 finanziario di Londra dello scorso weekend lo dimostra chiaramente: la tassazione globale e unica alle multinazionali è un modo per ricollegare la finanza alla società. Il dualismo stato-capitalismo si è imposto con forza nel dibattito pubblico, in questo anno e mezzo di pandemia, perché si ha la percezione che la finanza stia andando in una direzione tutta sua, lasciando indietro quella che solitamente chiamiamo economia reale.

Ma anche la finanza è reale, i suoi effetti sulla nostra vita lo sono. E come tale è fatta di tante sfaccettature, che noi con Dealflower ci proponiamo di presentarvi, di approfondire e di svelarne i retroscena. ln particolare, il nostro focus sarà sulle operazioni, sul mercato e sulle attività delle imprese che popolano e animano il settore. Il nome della testata richiama proprio il deal flow, il flusso di operazioni che alimentano il mercato e che sono lo specchio dell’economia del Paese.

Come lo faremo? Sfruttando al massimo le potenzialità dell’online, innanzitutto, e attraverso due modalità: il primo è quello dei dati. Infografiche, ricerche e studi saranno il nostro, e il vostro, pane quotidiano, perché solo attraverso i numeri è possibile avere chiara la fotografia di ciò che accade. I numeri vanno però interpretati e posizionati all’interno del contesto, e qui entra in gioco il video, uno strumento apprezzato ed estremamente versatile, attraverso il quale vogliamo dare voce a chi quelle operazioni le realizza ogni giorno. Aziende, advisor finanziari e legali, società di investimento, banche e consulenti sono e saranno i nostri interlocutori, i nostri Virgilio che ci aiuteranno a capire il quadro della situazione, a dare un senso alla complessità. Con loro, è il nostro auspicio, realizzeremo interviste e incontri in presenza, con il duplice obiettivo di far emergere elementi che possano contribuire al dibattito pubblico e di fornire ai nostri lettori – protagonisti occasioni di networking e di scambio, alimentando quindi l’attività del mercato stesso.

Il tutto seguendo un’unica bussola: quella dell’informazione di qualità. La qualità è l’unica caratteristica che resiste e sopravvive al tempo che passa e l’unica che da quell’autorevolezza che auspichiamo di raggiungere.

Con la lungimiranza che viene dall’esperienza del team e la vitalità di una startup, con orgoglio vi presento quindi Dealflower, nella speranza di dare anche noi un contributo al dibattito pubblico e di riportare un po’ di fiducia verso il giornalismo.

morelli@dealflower.it

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