Diagnosticare una patologia e trattarla grazie all’analisi vocale. Sarà possibile grazie a VoiceMed, startup e web app, che permette di monitorare le malattie respiratorie da remoto tramite l’analisi vocale per facilitare l’accesso all’assistenza sanitaria. La voce, però, è difficilmente anonimizzabile e la privacy è sicuramente una sfida per lo sviluppo del business. Ne hanno parlato 21Wol di Milano al quarto appuntamento 2022 dell’Aperitech di Dealflower, Arianna Arienzo, ceo e fondatrice di VoiceMed, Luca Gambini, partner di Portolano Cavallo e Marco Sala, senior manager di Accuracy.
Proprio Accuracy insieme a Portolano Cavallo e Wave hanno lanciato Sprint Startup con l’obiettivo di aiutare le realtà italiane il percorso di crescita e si rivolge solo alle startup dei settori agri-food tech e life science. Il programma, che prevede 30 ore di consulenza gratuita nell’arco di 12 mesi e l’occasione di presentare l’idea di business a potenziali investitori, è stato vinto da due startup, di cui una proprio VoiceMed, che si inserisce nel più ampio mercato del digital health.
Un mercato con potenziale
Rispetto ad altri settori, il Covid-19 ha favorito lo sviluppo degli strumenti di telemedicina. Nel 2020, infatti, il fatturato aggregato delle 227 principali imprese del medtech italiano è stato pari a 18,6 miliardi di euro, di cui 8,9 miliardi da imprese produttive e 9,7 miliardi da quelle commerciali. Mediobanca ha sottolineato che anche nel 2022 si prospetta un anno positivo con un +6,1% sul 2021.
Insomma, la fiducia nella telemedicina è aumentata. “Negli Usa questi strumenti dopo il Covid sono stati usati 38 volte di più rispetto all’era pre-Covid”, ha sottolineato Marco Sala, senior manager di Accuracy. L’interesse non si è sviluppato solo dal punto di vista del consumatore, ma anche quello del legislatore. “Il governo italiano, infatti, ha deciso di prevedere 15,63 miliardi dei 191,5 miliardi di euro del Pnnr li ha destinati alla medicina, di cui 2 miliardi alla telemedicina”, ha aggiunto.
La spinta di crescita si può vedere anche lato m&a con diverse operazioni di rilievo, tra cui l’acquisizione di Nuance, nota per le sue soluzioni di intelligenza artificiale applicate al riconoscimento vocale e per i software e servizi relativi, da parte di Microsoft per 19,7 miliardi di dollari (per il colosso di Redmond si tratta della terza acquisizione più grande della sua storia dopo quella di Linkedin da 26,2 miliardi di dollari).
Per la società di salute digitale ResApp Health, che sviluppa applicazioni per smartphone per la gestione e la diagnosi delle malattie respiratorie, Pfizer, tramite la controllata Pfizer Australia, ha offerto circa 74,3 milioni di dollari australiani. Ma anche, la startup di biomarcatori vocali per la salute mentale Kintsugy ha raccolto 20 milioni di dollari in un round di finanziamento di serie A guidato da Insight Partners. Un’investimento che sarà utilizzato per migliorare il suo test vocale della startup per rilevare sottili segni di ansia, depressione e altri potenziali problemi di salute mentale.
La storia di VoiceMed
VoiceMed, invece, “nasce con l’obiettivo di dare a tutti la possibilità di conoscere il proprio stato di salute, avvicinando l’assistenza sanitaria, sempre più accessibile, alle persone”, ha spiegato la ceo, Arianna Arienzo. Il team della startup, che è diventato in poco tempo internazionale e in cui hanno creduto investitori italiani (Digital Magics, Lazio Innova), ha sviluppato infatti una piattaforma digitale per identificare le malattie respiratorie tramite l’analisi vocale e attraverso lo sviluppo di un algoritmo è in grado di riconoscere le onde vocali. Voicemed si inserisce nel mercato dei biomarcatori vocali che “nel 2020 ha toccato quota 165 miliardi di dollari a livello globale e sembra crescere molto: si parla di oltre 400 miliardi entro il 2027”, ha spiegato Sala.
Digitale, deeptech e healthcare: “VoiceMed identifica parlato, respiro e tosse e analizza un campione di audio dal punto di vista della qualità. In particolare noi ci siamo concentrati su asma e Covid-19″, ha spiegato la ceo. La web app, che punta nel prossimo futuro a espandersi sul telefono, è utilizzata in via di sperimentazione dalla Asl di Torino e dal Laboratorio nazionale della salute del Lussemburgo ed è in fase di applicazione anche all’Ospedale Spallanzani di Roma, per il monitoraggio dei pazienti Covid-19. La startup prevede di chiudere l’anno con un round di finanziamento per migliorare ulteriormente il prodotto e giungere un giorno ad un ulteriore livello, cioè quello della diagnosi tramite la voce.
La sfida del dato
Raccogliere i dati vocali e il relativo consenso è un procedimento che deve essere attentamente seguito e non sottovalutato. “Il rischio, infatti, non attenendosi alla normativa, è quello poi di non poter utilizzare i dati raccolti per il fine che ci si era prefissati”, ha spiegato Luca Gambini, partner di Portolano Cavallo. Necessario quindi raccogliere il consenso, e non solo parzialmente, e prevedere che il dato raccolto possa essere utilizzato anche in futuro. “Tutta la strategia deve essere pensata fin da subito così come la compliance”, ha aggiunto Gambini.