Nonostante il contesto difficile, caratterizzato da un livello inflazionistico molto alto e una crisi energetica come concausa del conflitto in Ucraina, Generali Assicurazioni continua ad essere una compagnia assicurativa e che guarda al futuro. Anche in termini di aggregazioni con un approccio ambizioso ma prudente. È il messaggio lanciato dal ceo del Leone di Trieste, Philippe Donnet, in occasione dell’Insurance Summit organizzato da Il Sole 24Oe.

“Stiamo lavorando ed esaminando opportunità”,  ha spiegato. “È un momento complicato perché c’è incertezza e nervosismo dei mercati e dobbiamo essere prudenti. Questo però non significa non essere ambizioso o stare fermi. Non siamo fermi ma siamo prudenti”.

L’ultima operazione in ordine di tempo è stata annunciata ieri. Il Leone ha siglato in Portogallo un accordo con il Gruppo Ctt, società attiva nei servizi postali, per la distribuzione di polizze vita e danni attraverso la rete di Ctt. Alla partnership si affiancherà l’acquisizione da parte di Generali di una partecipazione in Banco Ctt, attraverso un aumento di capitale riservato pari a 25 milioni di euro. In questo modo il Leone di Trieste diventerà così azionista dell’istituto con una quota pari a circa l’8,71%.

Il conteso macroeconomico

Il contesto in cui operano oggi le compagnie assicurative e in generale l’intero settore industriale non è facile. Come ha fatto notare lo stesso Donnet il mondo si è ulteriormente complicato nel 2020 con la pandemia da Covid-19 a cui è seguito lo scoppio della guerra in Ucraina. “Una tragedia innanzitutto umanitaria” che però inevitabilmente ha effetti e impatti anche sull’economica reale. A partire dalla crisi energetica legata al problema dell’approvvigionamento che ha assunto una dimensione globale; e un’inflazione che ha raggiunto livelli molto alti. Per uscire da questo impasse “servono risposte e soluzioni a livello europeo. Sono convinto”, ha spiegato il ceo “che su temi come quello economico, della politica monetaria e fiscale e sul fronte energetico non ci possono essere approcci individuali da parte dei singoli Paesi. la pandemia ci ha insegnato che l’unione aiuta a gestire meglio le crisi in modo più efficace. Come settore assicurativo e come Generali noi possiamo e dobbiamo giocare un ruolo importante”.

La solidità

Malgrado il contesto macro non sia roseo, il Leone si conferma solida da un punto di vista finanziario e patrimoniale. In attesa di conoscere i conti del terzo trimestre che verranno resi noti il 10 novembre prossimo, Donnet assicura che la compagnia raggiungerà tutti i target del piano industriale al 2024. “La scorsa semestrale”, ha sottolineato, “ha fatto vedere risultati molto solidi. Abbiamo confermato un solvency ratio che è il più alto del settore; e questo dimostra che la nostra strategia sta funzionando bene anche in un contesto molto sfidante. Quando abbiamo lanciato il piano al 2021 abbiamo avuto solo un anno normale: il 2019. Poi due anni di pandemia. Nonostante questo abbiamo raggiunto i target. A distanza di sei mesi, con uno scenario ancora più complesso, siamo in linea con il piano e sono fiducioso che riusciremo a portare a casa tutti gli obiettivi del piano al 2024″.

I numeri hanno inevitabilmente un riflesso sul titolo che è quotato a Piazza Affari. “Il mercato oggi ha una percezione molto positiva di Generali”, ha sottolineato l’amministratore delegato che ha ricordato come solo sette anni fa c’era molta preoccupazione sulla solidità della compagnia. “Oggi il mercato non ha più dubbi sulla qualità della gestione dell’azienda e anzi gli analisti e gli investitori vedono che trimestre dopo trimestre realizziamo performance operative sempre migliori”.

La governance

Nei mesi scorsi il Leone di Trieste è finito sotto i riflettori delle cronache finanziarie per una profonda conflittualità che si è consumata all’interno della governance. Frizioni iniziate con le dimissioni del vicepresidente Francesco Gaetano Caltagirone che avevano sancito la definitiva rottura all’interno del Cda.   In particolare Donnet era finito nel mirino dei due soci tra i più importanti della compagnia triestina (Caltagirone e Leonardo Del Vecchio) che gli imputavano una strategia poco aggressiva sul fronte delle aggregazioni ed erano quindi contrari al rinnovo del suo mandato che sarebbe scaduto ad aprile.

Dopo l’assemblea del 29 aprile che aveva rinconfermato Donnet alla guida, ci sono stati ulteriori strascichi nelle settimane successive che si erano risolte con l’ingresso di  Stefano Marsaglia nel cda e la nomina dei comitati endoconsiliari.

Uno scontro che oggi è alle spalle come ha spiegato lo stesso Donnet: “parlare di conflittualità nella governance di Generali mi sembra un pò esagerato. Questo tema si è risolto il 29 aprile con l’assemblea che ha fatto una scelta chiara e netta, i soci vogliono che questo piano sia implementato da questa squadra di management. Ciò è arrivato insieme alla scelta di un Cda nuovo, di alto standing e profilo internazionale, che lavora sotto la leadership del presidente Sironi e ha una maggioranza di consiglieri indipendenti. Oggi si lavora benissimo. Come sempre il consiglio è molto sfidante, ma ciò è buono e giusto, ma la maggioranza del Cda supporta il management e questo è molto importante in questo contesto. Quindi, direi tutto tranquillo dal punto di vista della governance“.

Il nuovo governo targato Meloni

Infine il top manager vede positivamente che l’Italia abbia un premier donna. “Come cittadino italiano e come capo delle Generali mi auguro il successo di questo governo perché questo significherebbe il successo dell’Italia e dell’Europa. Mi aspetto e mi auguro che il nostro Paese possa giocare un ruolo sempre più importante nell’integrazione europea e nella costruzione dell’Europa perché penso che il cosiddetto motore franco-tedesco non basti più. Sono convinto che  l’Italia debba diventare sempre più motore dell’Europa non cercando soluzioni nazionali ma condivise e globali”.

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