Prima la conferma. L’ennesima. Banca Mediolanum continuerà a crescere e lo farà da sola. Lo ribadisce Massimo Doris stesso, dopo i recenti rumors che avevano riguardato anche il suo istituto: “Fusioni? Non ci interessano”. Interessa eccome invece il business e i valori che rappresentano le fondamenta del modello avviato da papà Ennio, assente per la prima volta alla convention della banca. “Quei valori sono ancora gli stessi. Continueremo a evolverci, a rimanere al passo con i tempi e se possibile ad anticiparli”.

Proprio come ha fatto suo padre. “La banca si è sempre evoluta assieme a lui, non è mai rimasta ferma. Dal risparmio gestito è passato agli investimenti in tecnologia, alla gestione di una compagnia di assicurazione e puntato sui family banker. Continueremo ad andare in quella direzione mantenendo questa struttura. Con le facilitazioni e le opportunità che la tecnologia ci mette a disposizione”.

Doris fa un salto indietro di oltre quarant’anni. E ricorda il mestiere del consulente negli anni 80: “A quell’epoca si ndava dal cliente con un foglio a quadretti, una matita, qualche articolo di giornale e la carta millimetrata con cui riportava l’andamento delle borse. Oggi è cambiato tutto. E non si può ignorare”.

“Le big tech vogliono fare le banche? Una difficoltà aggiuntiva per noi. Ma…”

Poi ecco che arriva l’avvertimento. Dopo un “No comment” alla domanda sulle aspettative per gli utili a fine anno, ecco che spunta il tema spinoso delle grandi compagnie tecnologiche che stanno sbarcando nell’universo bancario (Apple in primis, ne parliamo qui). “Le big tech vogliono fare le banche? Sarà una difficoltà aggiuntiva, senza dubbio. Come ogni volta che accade quando si inserisce sul mercato un nuovo competitor. Ma la competizione può spingerti a fare meglio. Io cerco sempre di guardare il lato positivo delle cose”. E infatti aggiunge: “Ritengo che questo mercato, ancor di più la parte più interessante di esso, non troverà mai le risposte che cerca nelle big tech. Perché ci saranno sempre risparmiatori che desiderano di parlare con qualcuno”.

Questo significa che le piattaforme tecnologiche non avranno un futuro? “Ce l’avranno. Ma saranno molto poche. Saranno soprattutto quelle più grosse e lo faranno con margini molto bassi. E quindi avranno bisogno di tanti clienti. Ma chi cerca l’online rappresenta il 20% del mercato. Una parte minoritaria. Saranno in pochissimi a spartirselo”.

Aggiunge Doris: “Vorrei aggiungere che normalmente si guarda tanto e anche correttamente ai costi. Queste piattaforme lavorano a costi bassissimi ma se guardiamo il risultato del risparmiatore, esso è in funzione del costo ma anche di quello che fa il cliente. O di come gli viene suggerito di muoversi. Questo è l’elemento determinante. In passato è stato dato un riconoscimento del tipo: ‘miglior performance degli ultimi dieci anni’ a un fondo che dava una media del 10,9% annuo netto. Eppure,  analizzando quanto ha portato a casa chi ci ha investito, è emerso che il 20% ha portato a casa il 10,9% o di più. L’80% ha guadagnato meno. Quasi la metà ha perso soldi”.

Doris: “Lo scenario macroeconomico? Sono ottimista”

A livello globale, per la crescita di Banca Mediolanum ma anche per quella globale, Massimo Doris si dice ottimista: “Negli Stati Uniti non ci saranno altri rialzi dei tassi. In Europa al massimo ce ne saranno due. Per cui siamo arrivati alla fine. La crisi è molto probabilmente alle spalle”.

Guardando alla consulenza e al risparmio gestito, Doris poi aggiunge: “Noi però non vogliamo certo interpellare i nostri clienti per chiedere loro se è meglio investire oggi o tra un mese. Se questo sia un buon momento o meno per fare investimenti, i dati che abbiamo visto sono confortanti. Se poi guardiamo ancora più nel lungo periodo, l’essere umano si dà da fare e i problemi si risolvono. I paesi non vanno alla stessa velocità così come i settori. Ma globalmente guardo al futuro con ottimismo”.

Doris sul divieto di inducement

Infine, due parole anche sul piano di Bruxelles con cui la Commissione Ue intende rendere più trasparente e imparziale la consulenza finanziaria, con il possibile divieto di inducement: “Personalmente non sono d’accordo. Mi domando perché cambiare un sistema che funziona -conclude Doris-. Io sono per la libertà di scelta del cliente, nel segno della trasparenza da parte di chi fa risparmio gestito. Se vuoi pagare poco, vai pure sulle piattaforme. Se vuoi un consulente, devi pagare. E chi sbaglia, o chi prova a fare il furbo, va punito”.

Movimenti di mercato

Banca Mediolanum perde lo 0,8% dopo l’apertura negativa di Wall Street. Il titolo è rimasto piatto durante la mattinata appena sotto gli 8 euro ad azione, resistenza nonché soglia psicologica. Nel corso del pomeriggio, in quella che è una sessione pesante per le banche (Bper Banca la peggiore, -1,6%, Ftse Mib -0,5%), Mediolanum ha perso ulteriore terreno iniziando al ribasso l’ottava che segue quattro ribassi settimanali consecutivi, non distante ormai dai supporti in area 7,6 euro. Il 7 marzo il titolo aveva raggiunto il massimo da ottobre 2021 a quota 9,5, per poi raggiungere il punto minimo dell’anno appena sette sedute dopo, il 20 marzo, in area 7,5 euro.

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