Dopo giorni di rumors, è ufficiale: il consiglio di amministrazione di Monte dei paschi di Siena (Mps) ha deliberato il ritiro delle deleghe dell’amministratore delegato, Guido Bastianini, e ha nominato al suo posto Luigi Lovaglio (nella foto), ex banchiere di Unicredit, di cui ha guidato la controllata polacca Bank Pekao, per poi approdare alla testa di Creval fino a Credit Agricole. Lovaglio si inserisce quindi come nuovo consigliere a cui saranno affidate le deleghe di amministratore delegato prendendo il posto della consigliera Olga Cuccurullo che la scorsa settimana aveva rassegnato le dimissioni.

Il consiglio, spiega una nota, “è giunto all’unanimità alla conclusione che Luigi Lovaglio, in virtù della sua rilevante esperienza anche a livello internazionale, unita alla profonda conoscenza del settore bancario italiano, sia il profilo più idoneo a ricoprire il ruolo di amministratore delegato e direttore generale della banca”.

A far cadere la testa di Bastianini ci sarebbero stati il fallimento della trattativa per la cessione di Mps a Unicredit ma anche il piano industriale, e in particolare la richiesta di un aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro che non sarebbe gradito al ministero dell’Economia guidato da Daniele Franco – azionista del Monte con il 64,2%.

Chi è il nuovo ad

Laureato in Economia e commercio all’Università di Bologna, Luigi Lovaglio è stato amministratore delegato del Credito Valtellinese da febbraio 2019, dove ha ricoperto anche la carica di presidente dal 15 ottobre 2018 al 25 febbraio 2019. Con oltre 40 anni di esperienza nei servizi bancari, per la maggior parte del tempo dedicato al gruppo bancario Unicredit, in cui è entrato a far parte nel 1973. Nei successivi 20 anni ha ricoperto diverse posizioni dirigenziali di crescente responsabilità, guidando per più da oltre 10 anni aree commerciali in tutta Italia.

Nel 1997 ha assunto la responsabilità del responsabile della direzione pianificazione e strategia di gruppo del Credito Italiano, dove ha partecipato al processo di fusione delle banche di nuova acquisizione che ha dato origine all’odierno gruppo Unicredit. Due anni dopo, nel 1999, in virtù della sua vasta esperienza nelle fusioni, è stato nominato head of foreign banks group planning diventando uno dei principali fondatori della Divisione new Europe, con l’obiettivo di sviluppare il gruppo Unicredit nell’Europa centro-orientale.

Negli anni 2000-2003 Luigi Lovaglio ha ricoperto la carica di vice/presidente del Consiglio di gestione e direttore esecutivo di Bulbank, banca della Bulgaria. Nel settembre 2003 ha assunto la responsabilità di direttore generale e vice presidente di Bank Pekao.

La partita con l’Europa

Sullo sfondo c’è la complessa e delicata partita con la Commissione europea che entro la fine di febbraio dovrebbe dare il via libera alla proroga della nazionalizzazione, necessaria dopo la fumata nera dell’unione con Unicredit, che concederà al Tesoro altri 12-18 mesi. La luce verde non sarà gratuita ma sarà con ogni probabilità subordinata a un’ulteriore ristrutturazione dell’istituto e  un nuovo aumento di capitale per rafforzare il patrimonio che potrebbe essere sull’ordine della stessa cifra . Sul piatto c’è anche la possibilità di un exit spezzatino o una cessione in più tappe a partire, stando a indiscrezioni, dalla rete del Monte.

I conti del 2021

La cacciata di Bastianini è avvenuta nonostante negli scorsi giorni più di una voce si fosse levata a difesa dell’ormai ex ad, nominato alla guida della banca senese nell’agosto 2020 su indicazione del Movimento 5 Stelle. E nonostante poi conti positivi, approvati dal cda: il Monte Paschi ha chiuso il 2021 con un utile netto di 310 milioni dopo aver archiviato con un ‘rosso’ di 79 milioni l’ultimo trimestre dell’anno e una perdita consolidata di 1.689 milioni nel 2020. È l’utile netto più alto dal 2015 (388 milioni) per la banca di Rocca Salimbeni che realizza anche un risultato operativo netto di 629 milioni. La redditività (Rote) è del 5,3% nonostante l’impatto negativo per gli oneri di sistema pari a circa 3 punti percentuali. Lo stock dei deteriorati è stabile a 4 miliardi mentre il contenzioso legato all’informativa finanziaria è calato del 70% rispetto al 2020. Il ratio patrimoniale Cet1 fully loaded è cresciuto all’11% (9% a dicembre 2020).

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