Enel ha stipulato un accordo di esclusiva con la società greca Public Power Corporation(Ppc) in relazione alla potenziale cessione di tutte le partecipazioni detenute dal gruppo Enel in Romania.

Durante il periodo di esclusiva, fino alla fine di gennaio 2023, le parti negozieranno la documentazione relativa all’operazione e Ppc effettuerà un’adeguata due diligence sugli asset target. Al termine della due diligence, il Cda di Ppc determinerà se quest’ultima presenterà un’offerta vincolante a Enel.

In occasione del Capital Markets day che si è tenuto a Milano il mese scorso, l’amministratore delegato, Francesco Starace (nella foto), aveva sottolineato che per quanto riguarda la Romania, mercato in cui Enel è presente da oltre 10 anni, “abbiamo raggiunto un punto in cui non è possibile crescere ulteriormente. Abbiamo saturato lo spazio di investimento sulle reti e abbiamo raggiunto una certa posizione per quanto riguarda i clienti che non lasciano margini di crescita. Non lasciato questo Paese perché non ci piace il quadro normativo del governo che non è né peggiore né migliore rispetto ad altri Paesi. Abbiamo fatto un buon lavoro e ora possiamo monetizzarlo”.

Le maxi dimissioni di Enel

La mossa di Enel rispecchia quindi pienamente i target del piano industriale 2023-2025. In particolare il business plan contempla dismissioni che taglieranno il debito di 21 miliardi di euro che raggiungerà un livello massimo nel 2023, quando si prevede che supererà i 12 miliardi di euroun impatto sull’Ebitda ordinario di Gruppo a regime di circa 2,8 miliardi di euro e sull’utile netto ordinario di Gruppo di circa 900 milioni di euro nel 2024. L’uscita dai Paesi considerati ormai meno strategici; confermata la policy dei dividendi con una cedola di 0,43 euro nel prossimo triennio; elettrificazione sostenibile, con il 90% dell’offerta carbon-free già dal 2025 e una generazione da fonti rinnovabili a circa il 75% del totale.

“Nei prossimi tre anni ci concentreremo su modelli di business integrati, know-how digitale nonché business e aree geografiche che possano aggiungere valore nonostante le complessità dell’attuale scenario, attraverso una struttura più snella e indicatori finanziari più solidi. Ciò aumenterà la nostra resilienza di fronte a potenziali future persistenti turbolenze, oltre a posizionare la nostra creazione di valore in un percorso di ulteriore crescita, a vantaggio di tutti gli stakeholder e accelerando l’indipendenza energetica nei Paesi core. La sostenibilità, pienamente integrata nelle nostre decisioni, continua a collocarsi alla base della nostra strategia, facendo anche leva sull’accelerazione dell’elettrificazione in tutte le economie. Questi risultati potranno essere raggiunti grazie alla grande competenza e motivazione dei colleghi del Gruppo Enel e all’assetto organizzativo basato sulle piattaforme digitali che abbiamo adottato”, aveva spiegato Starace.

 La nuova configurazione geografica

Nel periodo 2023-2025 il gruppo prevede un’ulteriore razionalizzazione della propria struttura, uscendo da alcuni business e aree geografiche non più allineate
alla propria strategia. Enel punta inoltre di continuare a implementare il proprio modello di Stewardship nei Paesi “non-core”. Al contempo, in linea con l’obiettivo di uscire dalle attività carbonintensive, il Gruppo prevede di fare leva sull’attuale contesto di mercato per avviare l’uscita dalle attività nel settore del gas. Questo programma complessivo di dismissioni è parte integrante del piano per ridefinire la struttura del Gruppo, massimizzando il valore per gli azionisti.

Si prevede che il 2023 sarà l’anno chiave per la strategia di razionalizzazione a lungo termine del gruppo. Nello specifico è previsto che le attività in Europa si concentrino in Italia e Spagna con la cessione degli asset in Romaniain America Latina, il Gruppo prevede di uscire da Perù e Argentina; si prevede che alcune aree geografiche, come Australia e Grecia, siano inserite nel perimetro del modello di Stewardship; è prevista la cristallizzazione del valore del portafoglio gas in Spagna; si prevede che gli asset in Ceará siano ceduti al fine di focalizzarsi maggiormente sulle reti di distribuzione nei grandi agglomerati urbani (Rio e San Paolo); sarà inoltre cristallizzato il valore di altri asset minori nelle rinnovabili non legati a consistenti basi clienti a valle. Nel 2024, il Gruppo inoltre prevede di cristallizzare il valore dei suoi asset negli Stati Uniti e di Enel X Way.

Nuovo bond fino a 2 miliardi

Il Cda di Enel ha autorizzato l’emissione entro il 31 dicembre 2023, di uno o più prestiti obbligazionari non convertibili, sotto forma di titoli subordinati ibridi, anche di natura perpetua, per un importo massimo complessivo pari al controvalore di 2 miliardi di euro, da collocare esclusivamente presso investitori istituzionali, europei ed extra-europei, anche attraverso
“piazzamenti privati”.

Il Board ha inoltre revocato la precedente delibera del 16 dicembre 2021 non ancora eseguita, relativa all’emissione di uno o più prestiti obbligazionari della medesima natura da parte della società. I nuovi prestiti, ove emessi, consentiranno a Enel di rifinanziare le scadenze di alcuni prestiti obbligazionari ibridi in circolazione.

Inoltre il Consiglio di amministrazione ha demandato all’ad il compito di decidere in merito all’emissione delle nuove obbligazioni e alle rispettive caratteristiche e, quindi, di fissare per ogni
emissione, tenendo conto dell’evoluzione delle condizioni di mercato, i tempi, l’importo, la valuta, il tasso di interesse e gli ulteriori termini e condizioni, nonché le modalità di collocamento e l’eventuale quotazione presso mercati regolamentati o sistemi multilaterali di negoziazione

 

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