Eni, attraverso Eni gas e luce, ha siglato un accordo con Azora Capital, investment manager spagnolo, per l’acquisizione di un portafoglio di nove progetti di energia rinnovabile in Spagna.

L’operazione, nel dettaglio, prevede l’acquisizione di tre impianti eolici in esercizio e un impianto eolico in costruzione nel centro-nord del paese, per un totale di 230 MW, e cinque grandi progetti fotovoltaici in avanzato stato di sviluppo per circa 1 GW. Per tutti gli impianti attualmente in costruzione e in sviluppo, Eni ed Azora lavoreranno insieme per garantire l’entrata in produzione entro il 2024 e insieme le due realtà “stanno lavorando a una più ampia intesa strategica per ampliare ulteriormente la piattaforma di energia rinnovabile di Eni in Spagna”, si legge nel comunicato dell’azienda guidata da Claudio Descalzi.

L’accordo è parte della strategia di crescita di Eni nel mercato spagnolo basata sullo sviluppo congiunto della generazione elettrica da fonti rinnovabili e della base di clienti retail. Già a febbraio di quest’anno Eni aveva siglato un accordo con X-Elio, sviluppatore e costruttore di progetti di questo tipo, per l’acquisizione di tre progetti fotovoltaici nel sud della Spagna per una capacità complessiva di 140 MW. Anche in quella sede Eni aveva annunciato l’avvio di discussioni con X-Elio per una collaborazione strategica tra le due aziende per lo sviluppo di progetti di energia verde in Spagna, dove il Cane a sei zampe punta a una crescita pari a 1 GW nei prossimi cinque anni, contribuendo al raggiungimento dell’obiettivo di 5GW di capacità installata da rinnovabili entro il 2025.

Questi ultimi accordi si aggiungono poi a quello siglato da Eni gas e luce con il Grupo Pitma per l’acquisizione del 100% di Aldro Energía Y Soluciones S.L., attiva in Spagna e Portogallo nel mercato della vendita di energia elettrica, gas e servizi a clienti residenziali e grandi, piccole e medie imprese.

Per Descalzi, l’operazione con Azora “ci consente da un lato di incrementare fin da subito la nostra capacità di generare energia rinnovabile, in linea con i nostri obiettivi di piano, e dall’altro di rafforzare, attraverso la pipeline di progetti fotovoltaici, le nostre prospettive di crescita in un mercato strategico come quello spagnolo, dove Eni gas e luce sta lavorando a questo progetto con un forte partner spagnolo come Azora e sta potenziando la propria offerta legata alle rinnovabili, con l’obiettivo di proporre alla propria base clienti un’offerta di energia sempre più decarbonizzata”.

Gli advisor

Santander Corporate & Investment Banking ha affiancato Eni con un team italiano-spagnolo composto da Roberto Segantin, Alejandra Lopez, Javier Sobrini, Francesco Lello, Ruben Rodriguez Gallego, Ruben Becerril, Antonio Nicolas Martinez Garcia, Maria Teresa Sanz Gomez, Giovanni Labombarda, Lorenzo Tezzele. La società è stata assistita anche da Clifford Chance (Javier Hermosilla Rojo, Juan Valcárcel), RINA (María Cruz Fernández), AECOM (Lucyna Mocka), KPMG España (Jaime Muñoz Estrada, José María Puebla Tomás, David Pascual, Elena Valladares).

Azor Capital è stato invece affiancato da Lazard con un team italo-spagnolo.

Clifford Chance ha assistito Eni con un team cross-border guidato dall’Italia dal partner Paolo Sersale e dal counsel Filippo Isacco, affiancati dagli associate Javier Hermosilla e Juan Valcárcel della sede di Madrid. Nell’operazione ha agito anche il team in-house di Eni composto da Federica Andreoni, Michele Ausiello e Shirin Niazi per parte legale M&A.

Le altre operazioni nelle rinnovabili

Quella in Spagna è solo uno dei progetti che Eni sta portando avanti all’estero nell’ambito delle energie alternative.

Sempre quest’anno, ad esempio, Eni e Red Rock Power, azienda scozzese attiva nello sviluppo di progetti eolici offshore, hanno costituito una partnership paritetica, cioè entrambe al 50%, in vista della partecipazione congiunta al prossimo tender dell’eolico offshore in Scozia, ScotWind. Le aziende energetiche uniscono le loro competenze con l’obiettivo di presentare una proposta competitiva in ScotWind, il tender per l’eolico in Scozia, e per ulteriori progetti futuri in ottica di decarbonizzazione.

In Italia, invece, a marzo Eni aveva annunciato un accordo con CDP Equity per la costituzione di GreenIT, joint venture “per lo sviluppo, la costruzione e la gestione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in Italia”, spiegava una nota. Controllata da Eni al 51% (e il restante 49% in mano a Cdp) GreenIT ha lo scopo di produrre energia principalmente da impianti fotovoltaici ed eolici con l’obiettivo di raggiungere una capacità installata al 2025 di circa 1.000 MW, con investimenti cumulati nel quinquennio per oltre 800 milioni di euro.

Successivamente poi, a inizio luglio, il gruppo energetico aveva acquisito dalle società Glennmont Partners e PGGM Infrastructure Fund il 100% di un portafoglio di 13 campi eolici onshore in Italia, con una capacità complessiva di 315 MW già in esercizio.

Le rinnovabili rendono

La strategia di puntare sulle rinnovabili è parte del piano di Eni al 2050 che dovrebbe portare la società petrolifera a diventare “leader” nella fornitura di prodotti decarbonizzati e di conseguire un miglior bilanciamento del portafoglio, riducendo l’esposizione alla volatilità dei prezzi degli idrocarburi. A questo fine, la società aveva creato una nuova struttura organizzativa con la costituzione di due Direzioni Generali tra cui la DG Energy Evolution con il compito di sviluppare i business di generazione, trasformazione e vendita di prodotti, evolvendo il portafoglio verso rinnovabili (green) e prodotti sostenibili ottenuti da processi decarbonizzati (blue) e da biomasse (bio).

La scelta è dunque strategica e in un contesto in cui, dopo la la massima contrazione mai registrata della domanda petrolifera globale (-9% circa rispetto al 2019) nell’anno della pandemia, il mercato è ancora volatile e risente del crollo dei prezzi e dei margini delle commodity avvenute nel 2020: Brent -35%, prezzo del gas Italia -35%, margine di raffinazione SERM -60%, con rilevanti impatti sui risultati e i cash flow di Eni. Fatto sta che al 31 marzo 2021 la capacità installata è pari a 307 MW (+56 MW rispetto al 31 marzo 2020) e quella complessiva, cioè compresa quella in fase di sviluppo, è di oltre 1 GW, per una produzione di energia da fonti rinnovabili è stata pari a 117 GWh nel primo trimestre 2021, quasi triplicata rispetto al periodo di confronto (44 GWh nel primo trimestre 2020).

Nei primi tre mesi dell’anno, il business retail gas e power e rinnovabili ha conseguito l’utile operativo adjusted di 176 milioni in aumento del 17% rispetto al primo trimestre 2020 nonostante lo scenario ancora recessivo dell’economia italiana. La performance è stata sostenuta dal miglioramento delle performance del business extracommodity, anche grazie al contributo del fotovoltaico distribuito (acquisizione di Evolvere), dall’aumento del numero dei clienti, in particolare nel power, e dal minor unpaid atteso, a seguito del miglioramento del trend di incasso delle fatture.

Eni ha chiuso il primo trimestre 2021 con un utile netto adjusted a 270 milioni pari a quasi cinque volte quello conseguito nel primo trimestre 2020. L’Ebit adjusted é a 1,3 miliardi, in forte crescita rispetto al quarto trimestre 2020 (+171%) a parità di produzione (1,7 milioni boe/giorno).

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