Ermenegildo Zegna approda a Wall Street. La casa di moda italiana ha concluso venerdì 17 dicembre la business combination con la spac Investindustrial Acquisition Corp (IIAC). Il debutto sul Nyse avverrà sulla base di una capitalizzazione di 2,4 miliardi di dollari e un enterprise value di 3,1 miliardi.

IIAC nel novembre 2020 aveva raccolto 402,5 milioni di dollari. All’annuncio della businsss combination con Zegna erano stati comunicati un private investment in public equity (Pipe) da 250 milioni e un forward purchase arrangement da 184,5 milioni di euro (circa 219,5 milioni di dollari), soggetto ad aggiustamento (la cifra definitiva è 217 milioni di dollari), sottoscritto da Strategic Holding Group, veicolo di investimento indipendente del fondo Investindustrial VII.
Alla luce dei recessi degli azionisti della spac, per un un totale di circa 23,37 milioni di azioni ordinarie di classe A, i fondatori hanno raccolto impegni da investitori istituzionali e altri investitori (tra i quali, secondo indiscrezioni di stampa, figura Patrizio Bertelli, amministratore delegato e co-fondatore di Prada), che hanno sottoscritto un nuovo contratto Pipe relativo a 12,5 milioni di azioni ordinarie Zegna, a 10 dollari l’una.
In totale, dunque, l’operazione di ipo ha registrato una raccolta di 761 milioni di dollari, al lordo dei costi di transazione e del prezzo di acquisto delle azioni della famiglia Zegna. Quest’ultima avrà in mano il 66% del capitale.
I risultati semestrali e le dichiarazioni
Il gruppo Zegna ha chiuso il primo semestre dell’anno con ricavi in rialzo del 50% rispetto a un anno prima, a quota 603,3 milioni di euro, un ebit rettificato di 66,8 milioni (era negativo per 52 milioni nel primo semestre dell’anno scorso) e unutile di 32,2 milioni (perdita di 86,7 milioni un anno prima). L’indebitamento finanziario netto è pari 73,3 milioni (6,7 milioni a fine 2020).
Ermenegildo “Gildo” Zegna (nella foto di copertina), amministratore delegato di Zegna Group, parla di “un nuovo capitolo entusiasmante e cruciale nella nostra storia di 111 anni. Quello che è iniziato come un lanificio costruito da mio nonno è ora diventato un moderno gruppo di lusso, quotato in borsa, con una piattaforma di produzione unica nel suo genere, sofisticate operazioni digitali e una scala e una portata globali. Siamo ben posizionati per accelerare le strategie di successo dei due marchi principali, Zegna e Thom Browne, continuando anche a costruire sulla nostra eredità, la nostra etica della sostenibilità e l’artigianato unico che ha reso il nostro nome sinonimo di eccellenza e lusso in tutto il mondo. Continueremo a soddisfare le mutevoli esigenze dei nostri clienti, mentre lavoriamo per attirare nuovi clienti più giovani attraverso collaborazioni entusiasmanti e innovazione digitale in tutto il gruppo”.
Andrea C. Bonomi, fondatore di Investindustrial e presidente dell’advisory board, si dice soddisfatto “del feedback incoraggiante che abbiamo ricevuto, nonché della reazione positiva al business combination con Zegna da parte dei mercati, degli investitori e della comunità finanziaria. Questo è dimostrato anche dall’importo del capitale che è stato raccolto per supportare la transazione, come dalla partecipazione di importanti investitori istituzionali. Fin dall’inizio abbiamo creduto fortemente in questa partnership, e siamo pronti a lavorare insieme e supportare Zegna in futuro per continuare la sua storia unica di crescita, artigianato, patrimonio e sostenibilità”.
Sergio Ermotti, presidente di Investindustrial Acquisition Corp, aggiungere di credere “nella forza di questa aggregazione aziendale e siamo entusiasti della nostra partnership con Zegna”.
Gli advisor
Ubs è l’advisor finanziario esclusivo del gruppo Ermenegildo Zegna e co-lead agent di collocamento sul Pipe, con un team guidato dal country head per l’Italia, Riccardo Mulone (nella foto in pagina), advisor di fiducia del gruppo Zegna. Insieme a lui hanno lavorato Guido Colonetti e Rosario Stabile.
Sullivan e Cromwell è advisor legale di Zegna.
Deutsche Bank, Goldman Sachs Bank, JP Morgan Securities e Mediobanca sono financial advisor di IIAC, con Deutsche Bank, Goldman Sachs e JP Morgan Securities che sono stati anche co-lead nel collocamento del Pipe.
Mediobanca ha fornito la fairness opinion al board di IIAC.
Chiomenti e Kirkland & Ellis sono i consulenti legali di IIAC.
Chiomenti ha agito con un team coordinato dai soci Carlo Croff e Luigi Vaccaro, con i senior associate Giovanni Colantuono e Tommaso Caciolli. Gli aspetti fiscali sono stati seguiti dal socio Massimo Antonini e dalla senior associate Elisabetta Pavesi.
Shearman & Sterling ha agito come advisor legale degli agenti di collocamento.