Environmental, social and corporate governance (Esg) e come questi parametri delimitano il percorso di sostenibilità intrapreso dalle società, in particolare le banche.
L’argomento è stato affrontato durante la conference ESG in Credit&Finance: dall’economia reale all’economia sostenibile, di cui Dealflower è media partner, che si è tenuta a Milano, a Le Village.
Organizzato da Credit Village e T.w.i.n, l’evento ha coinvolto rappresentati istituzionali, advisor, esperti e professionisti che hanno concordato sulla necessità di una formazione culturale nell’ambiente sulla sostenibilità.
La finanza deve facilitare la transizione energertica
Nei prossimi anni il settore finanziario ed economico dovrà attendersi all’applicazione di determinati parametri verso una sostenibilità maggiore e un ruolo fondamentale sarà ricoperto dalle banche, ha sottolineato PierMario Barzaghi, partner di Kpmg Advisory, in quando dovranno essere facilitatori del percorso di transizione delle piccole e medie imprese. Non si dovranno limitare a finanziare le pmi, ma dovranno anche essere educatrici dei protocolli Esg, di cui l’Europa stessa ha richiesto l’applicazione.
“Il cambiamento però non deve avvenire perché politicamente corretto, ma perché necessario e rilevante”, ha aggiunto Isabella Falautano, direttrice comunicazione e sostenibilità di illimity. E Barzaghi ha concordato sull’urgenza, perché la sostenibilità è “l’unico modo per potere competere con altri Paesi come la Francia, che si sono già mossi verso questa direzione”.
Il processo di transizione verso la sostenibilità non è un passaggio che può essere attuato in pochi anni, ma che necessita di una visione a lungo termine. Questo non esclude le esigenze di business delle aziende stesse.
“È sbagliato il pensiero che il concetto di sostenibilità sia da una parte e quello di guadagno dall’altra e abbiamo già dimostrato che non è così”, ha sottolineato Gianluca Randazzo, head of sustainability di Banca Mediolanum.
Un approccio sostenibile a 360 gradi
Abbracciare la sostenibilità, infatti, significa fare le cose in modo diverso, dal piano di azione alla selezione dei prodotti, ma si tratta di un approccio in cui business e piani Esg sono intrecciati.
“Quando ti immetti in questo percorso prima vengono coinvolti tutti gli organi, dal consiglio di amministrazione al management, poi si guarda alla fase più concreta e alle funzioni operative”, ha dichiarato Patrizia Sferrazza, head of communication, media relations & marketing di Banca Sistema.
Per evitare, però, di scadere nel greenwashing, cioè di propendere per un ecologismo o ambietalismo di facciata, dalla tavola rotonda è emerso che la sostenibilità deve essere considerata come un approccio complessivo.
“Come un corpo umano. La testa, cioè il management, deve credere in questa transizione e guardare anche al profitto. Lo scheletro, la struttura portante, è costituito dai parametri della sostenibilità inseriti all’interno delle policy aziendali e la pelle, la parte più supercificiale, rappresenta la comunicazione che dobbiamo mantenere con l’esterno e le aziende”, ha aggiunto Falautano.
Poche donne nella finanza
La sostenibilità non guarda poi solo al green, tema principale degli ultimi tempi. “La sostenibilità ci permette di misurare i gap, come il gender gap su cui bisogna intervenire”, ha sottolineato Randazzo.
Falautano ha ricordato, infatti, quanti step culturali e manageriali devono essere ancora fatti nell’ambito nell’economia e della finanza: a confermarlo il numero ancora troppo inferiore di donne nei ruoli di vertice nell’ambito, come amministratore delegato o dirigente.