Colpo di scena. La Fed è pronta ad alzare i tassi più delle attese. L’inflazione spaventa più adesso che a gennaio. Doccia fredda su Piazza Affari e i mercati internazionali. Il governatore della Federal Reserve Jerome Powell spiazza i mercati e li manda giù, a partire da Wall Street (Dow Jones -1,1%, S&P500 -0,9% al giro di boa) che come effetto domino si abbatte anche sull’Europa. Nessuna perdita pesante ma un rosso inevitabile, che va a interrompere un periodo di sostanziale vivacità poiché le borse stavano scontando il cosiddetto processo disinflazionistico pronunciato proprio da Powell in uno dei suoi ultimi interventi.
E a proposito di inflazione, fa discutere il pasticcio emerso nel calcolo dell’indice dei prezzi al consumo in Olanda, dove sono stati considerati solo i nuovi contratti energetici e non quelli vecchi, del valore più basso, che hanno alterato al rialzo la rilevazione di diversi mesi di circa il 50%. In questo senso le decisioni della Bce saranno ancora più delicate, in termine di nuovi aumenti dei tassi.
E così Piazza Affari chiude in calo: -0,6% a 27762 punti. Francoforte la imita: -0,6% e 15.560 punti finali. Meno perdite per Parigi: -0,4% e 7.339 punti. Giornata intensa a livello di emissione e collocazione di bond societari e di stato. Nel secondo giorno del Btp Italia indicizzato all’inflazione, la raccolta è stata di 2,93 miliardi di euro mentre sono andate a ruba le obbligazioni di Mediobanca e Stellantis. Il rendimento del decennale italiano resta in area 4,5%, il Bund abbandona i massimi e si posiziona sul 2,6%, per uno spread che misura 183 punti base.
Grf Ftse Mib by Borsa Italiana
Piazza Affari, chi sale e chi scende
Moncler è il titolo migliore a Piazza Affari: +1,06%: oltre a essere un equity difensivo, guadagna in scia alla ripresa cinese. Segue Unipol: +0,9%, poi Tenaris +0,5%. A proposito di energia, l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi ha dichiarato che il mercato del gas naturale sarà più difficile per l’Europa da quest’inverno al 2025 a causa della mancanza di forniture dalla Russia: “L’anno scorso, fino a luglio, ci siamo affidati a circa l’80% del gas russo, ora non ce n’è più”. In questa direzione va la seduta di Saipem: -3,3%, seguita da Nexi e Inwit: -3%.
La società attiva nei pagamenti digitali ha chiuso il 2022 con un utile in rialzo del 15%, l’ebitda margin al 49% e ricavi in aumento del 7,1%. L’outlook per il 2023 è stato confermato con previsioni di crescita “in tutte le geografie” ha detto l’amministratore delegato Paolo Bertoluzzo, che non ha smentito nè confermato l’ipotesi di joint venture con Unicredit sulle attività di pagamento: “Nexi ha conversazioni anche con altre banche fuori dall’Italia”. Risultati che hanno regalato vivacità al titolo in apertura, per poi rallentare e girare negativo. Secondo Barclays, la guidance confermata di crescita dei ricavi di oltre il 7% nel 2023 non è facile nell’attuale scenario di consumi.
Da monitorare infine Tim, -2,5%, dopo la corsa della vigilia. Vivendi è ancora fredda davanti alla proposta di Cdp e Macquarie.