Le Fondazioni di origine bancaria sono sempre meno presenti nel capitale degli istituti di credito in qualità di azionisti. A certificarlo è il rapporto dell’Acri secondo cui la stragrande maggioranza ha una partecipazione sotto il 5%.

Fondazioni, 82% sotto il 5% nelle banche

Dal rapporto emerge che a dicembre dello scorso anno, l’82,6% delle Fondazioni ha una partecipazione inferiore al 5% (38 non detengono più alcuna partecipazione, 33 hanno una partecipazione inferiore al 5%) nelle banche.

Solo nove Fondazioni hanno una partecipazione tra il 5 e il 50%, sei hanno una partecipazione superiore al 50%.

Aumentano le erogazioni nonostante mercati negativi

Malgrado il 2022 sia stato un anno negativo per i mercati finanziari, le fondazioni di origine bancaria hanno aumentato le erogazioni di cui un terzo destinato al welfare grazie ai fondi di stabilizzazione previsti negli anni precedenti e alla riduzione della tassazione sui dividendi.

Entrando nel dettaglio l’attività erogativa salire a 962,2 milioni di euro (+5,3%). Le erogazioni destinate al welfare a 332,3 milioni di euro (34% del totale).

“A fronte di un andamento decisamente negativo dei mercati finanziari, determinato da uno scenario di policrisi, caratterizzato da pandemia, guerra, crisi energetica e inflazione – ha dichiarato Francesco Profumo, presidente dell’Acri -, le Fondazioni di origine bancaria sono riuscite a mantenere inalterato il flusso delle loro erogazioni sui territori (registrando, anzi un leggero incremento). Questo si deve alla modalità operativa ormai diffusa tra gli enti di prevedere la dimensione dell’attività istituzionale dell’anno sulla base dei rendimenti dei dodici mesi precedenti. Questo approccio “anticiclico”, coniugato con i cospicui fondi di stabilizzazione e con l’accantonamento derivato dalla riduzione dell’imponibile sui dividendi, permette di garantire un supporto finanziario costante alle tante progettualità socio-culturali attive sui territori”.

Fondazioni, nel 2022 calano ricavi dai dividendi

Secondo l’Acri nel 2022 si registra un calo del flusso dei dividendi; in particolare sono scesi a 1.243 milioni di euro (-20,3% rispetto al 2021): di cui 640,8 milioni da partecipazioni bancarie (45% sul totale dei proventi) e 602,2 milioni da partecipazioni non bancarie (42,3% sul totale dei proventi).

I risultati delle gestioni patrimoniali passano da 78,5 milioni del 2021 a -36,4 milioni. La gestione degli strumenti finanziari, che include l’utile netto da negoziazione titoli, per effetto delle valutazioni e dei flussi di interessi, diminuisce il suo contributo al totale dei proventi in modo sensibile, passando da 308,3 milioni del 2021 a 71,2 milioni nel 2022. Segnano una variazione negativa anche gli altri proventi ordinari di natura non finanziaria e straordinari, che passano da 270,7 del 2021 a 147,2 milioni di euro del 2022 (-45,6%n patrimonio contabile di 40.556 milioni di euro, pari all’85% del passivo di bilancio, in aumento di circa 319 milioni di euro (+0,8%) rispetto al 2021. L’attivo delle Fondazioni ammonta a poco più di 47,6 miliardi di euro, in crescita (+0,5%) rispetto a fine 2021 (era pari a 47,4 miliardi)

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