Gran parte dei fondi azionari targati Esg investe in società che non sono allineate ai target dell’Accordo di Parigi sulla riduzione delle emissioni di CO2 e il contenimento dell’aumento delle temperature. Insomma, al netto dei casi di greenwashing in malafede, c’è ancora parecchia strada da percorrere per arrivare a definire quali parametri deve rispettare un prodotto finanziario per potersi definire Esg compliant.

E’ quanto emerge da un’analisi del think-tank InfluenceMap dal titolo “Climate Funds: Are They Paris Aligned?”.

I risultati della ricerca

La ricerca ha mappato 723 fondi azionari commercializzati specificamente utilizzando le parole chiave Esg e cambiamento climatico, con oltre 330 miliardi di dollari di patrimonio netto totale.

Il punteggio di Portfolio Paris Alignment si basa sullo strumento PACTA, che utilizza i dati del piano di produzione per oltre 3mila aziende dell’economia reale nei settori dei combustibili fossili, dell’energia e dell’automotive, confrontando l’esposizione dei portafogli a queste società con scenari climatici accettati.

Data la relativa mancanza di standard e regolamenti che attualmente disciplinano la commercializzazione dei fondi Esg e legati al cambiamento climatico, la ricerca ha definito oltre trenta termini di ricerca per raggruppare i fondi in due categorie principali: “Esg allargato” e “a tema climatico”.

Nell’ampia categoria Esg, InfluenceMap identifica 593 fondi azionari, con oltre 265 miliardi di dollari di patrimonio netto totale. Ne emerge un quadro sconfortante: 421 fondi (il 71%) ha un punteggio negativo rispetto al Portfolio Paris Alignment, ovvero presentano un portafogli di investimenti disallineato rispetto agli obiettivi climatici.

Nella categoria più specifica dei fondi che richiamano espressamente il cambiamento climatico, il report identifica 130 prodotti, con oltre 67 miliardi di dollari di patrimonio netto totale. Anche in questo caso, la maggioranza (72 fondi, pari al 55% circa) ha un punteggio negativo di Paris Alignment.

InfluenceMap sottolina che i fondi a tema climatico continuano ad avere in portafoglio società della catena del valore della produzione di combustibili fossili, per un importo complessivo di 153 milioni di dollari. Tra le società che compaiono più spesso nei fondi a tema climatico figurano TotalEnergies, Kinder Morgan, Enbridge, Neste, Halliburton, Chevron ed ExxonMobil. Il think-tank ricorda che il rapporto Net Zero dell’Agenzia internazionale dell’energia raccomanda l’interruzione di tutte le nuove esplorazioni di combustibili fossili entro il 2050.

Il report attribuisce che il disallineamento dei portafogli rispetto ai target alla prevalenza di strategie passive che cercano di replicare gli indici di mercato applicando criteri di esclusione e/o ponderazione. Queste strategie si traducono in portafogli che sono solo marginalmente diversi dal benchmark sottostante o identici, con l’esclusione di alcune società di combustibili fossili.

Clicca qui per scaricare il report integrale di InfluenceMap

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