La volatilità dei mercati azionari e obbligazionari uniti al rialzo dei tassi hanno impattato in maniera importante sul bilancio della previdenza integrativa nei primi nove mesi dell’anno. Gli iscritti sono aumentati a 9,1 milioni secondo l’ultimo monitoraggio della Covip, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione. Anche le posizioni in essere registrano una crescita del 4,1% rispetto alla fine del 2021. A crollare sono stati i rendimenti. Al netto dei costi di gestione e della fiscalità, i primi tre trimestri registrano un risultato negativo del 10,6% per quanto riguarda i fondi negoziali, del 12,2% per quelli aperti e del 12,4% per i Piani individuali pensionistici (Pip) nuovi (di ramo III). Positive le gestioni separate di ramo I, che contabilizzano le attività a costo storico e non a valori di mercato e i cui rendimenti dipendono in larga parte dalle cedole incassate sui titoli detenuti, con un +0,8%.

Previdenza integrativa in crescita

Partiamo però dalle notizie positive. A settembre di quest’anno le posizioni in essere sul versante della previdenza integrativa sono salite a 10,1 milioni: 410mila in più sul 2021 (+4,2%). A queste posizioni, che includono anche quelle di chi aderisce contemporaneamente a più forme di previdenza complementare, corrispondono nel complesso i 9,1 milioni di iscritti, stando all’ultima rilevazione statistica dell’Authority guidata da Mario Padula. 

I fondi negoziali hanno registrato l’aumento più significativo delle posizioni: +8%, con 278mila adesioni in più. A fine settembre il conto totale è di 3,735 milioni ed è il fondo rivolto al pubblico impiego ad aver contribuito a tale crescita, per il quale è stata attivata l’adesione attraverso il cosiddetto silenzio-assenso per tutti i lavoratori neoassunti a partire da una determinata data. Fondo che è andato ad affiancarsi, secondo quanto riporta il dossier Covip, a quelli per i quali già da tempo sono state attivate le adesioni contrattuali (iscrizione automatica dei nuovi assunti di diversi settori per effetto del versamento di un contributo minimo a carico del datore di lavoro).

Tra il 2011 e il terzo trimestre 2022 rendimenti positivi

La nota dolente, come detto, è quella dei rendimenti, che hanno risentito del “persistere della fase di discesa dei corsi dei titoli azionari e di rialzo dei tassi di interesse, che a sua volta determina il calo dei corsi dei titoli obbligazionari”. La Covip aggiunge che tra il 2011 e il 2021 in aggiunta al periodo gennaio-settembre 2022 i rendimenti medi annui restano positivi: 2,7% per i fondi negoziali, 3% per i fondi aperti e 3,3% per i Pip di ramo III. Rendimenti che sono pari al 2,1% per i prodotti di ramo I. Nello stesso periodo considerato la rivalutazione del Tfr è stata del 2,2%.

In calo le risorse destinate alle prestazioni: 202 miliardi a fine settembre 2022, con una contrazione, per effetto delle perdite in conto capitale determinate dall’andamento dei mercati finanziari, di circa 10,9 miliardi rispetto alla fine del 2021. Crescono invece i contributi incassati da tutte le forme di previdenza complementare: le “entrate” nel periodo compreso tra gennaio e settembre di quest’anno nel complesso sono state 9,2 miliardi, con un aumento di 407 milioni (+4,6%) rispetto al corrispondente periodo del 2021.

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