Pochi ma gustosi. Il primo semestre del 2022 ha visto chiudersi non troppi deal in ambito food & beverage. Analizzando i dati forniti da Mergermarket e prendendo in considerazione i deal annunciati e conclusi che hanno visto protagoniste realtà italiane del settore nei primi sei mesi dell’anno sono stati totalizzate 25 operazione, dalle 31 totalizzate nello stesso periodo del 2021. Aumenta, invece, il valore complessivo dei deal conosciuti: nella prima metà del 2022 si supera il miliardo di euro (precisamente 1,03 miliardi per quattro deal resi noti), quasi il doppio del valore raccolto nei primi sei mesi del 2021 (611 milioni per 11 deal conosciuti).

Riguardo l’interesse per le realtà estere, invece, cresce il numero delle operazioni messe in portafoglio da parte degli operatori italiani del settore: da otto deal nei primi sei mesi del 2021 si è passati a 13 nello stesso periodo di quest’anno dal valore complessivo (per due deal conosciuti) 269 milioni di euro.

Ma andiamo a vedere quali sono stati, a nostro giudizio, i deal food & beverage più rilevanti della prima parte del 2022, terminata lo scorso 30 giugno.

Il brindisi di Campari

Tra le operazioni degne di nota c’è quella di Campari che a maggio ha perfezionato l’accordo con Diageo per l’acquisizione del marchio francese Picon e delle relative attività per 119 milioni di euro. Negli anni passati il gruppo italiano ha rafforzato il proprio portafoglio con i rum Trois Riviéres e La Mauny (attraverso l’acquisizione di Rhumantilles nel 2019) e lo champagne Lallier (nel 2020).

Il gruppo italiano poi non si è fermato qui. A fine agosto il gruppo ha chiuso l’ennesimo acquisto comprando da Catalyst Spirits una partecipazione iniziale del 15% di Howler Head Kentucky Straight Bourbon Whiskey per 15 milioni di dollari.

Doppia porzione di acquisti

Dopo aver messo a segno l’investimento in uno dei brand più iconici della California a inizio anno, ad aprile Poke House ha investito in Honu Tiki Bowls, catena austriaca del Poke.

Nata a fine 2018 dalle menti dei due giovani imprenditori Matteo Pichi e Vittoria Zanetti, che con più di 90 insegne attive e una pipeline di oltre 80 nuove aperture nel 2022 tra Italia, Spagna, Portogallo, Regno Unito, Francia e Stati Uniti, a gennaio la startup è diventato prima azionista di Sweetfin, conosciuto come il precursore del poke e player principale delle bowl plant-based negli Stati Uniti.

Non solo cioccolato

L’operazione più costosa realizzata dalla una realtà italiana.Ad aprile il gruppo Ferrero ha acquisito per 150 milioni di euro Fulfil Nutrition, l’azienda di barrette vitaminiche e proteiche di alta qualità che vende direttamente nel Regno Unito, oltre a distribuire in Irlanda e in altri mercati europei e dell’Asia Pacifico. Un’operazione che permetterà a Ferrero di espandersi nel segmento di mercato better-for-you.

La pasta incontra la pizza

Miscusi, startup della pasta che ha chiuso tre round di finanziamento di cui l’ultimo da 20 milioni, è entrata nel capitale di Berberè, catena di pizzerie fondata dai fratelli Aloe con una quota del 23,5% del capitale

Le due aziende food puntano ad arrivare complessivamente a 40 milioni di euro di fatturato nel 2022 per poi scalare e superare i 100 milioni di ricavi nel 2024. Intanto, Miscusi è a 12 ristoranti in Italia e uno a Londra. È inoltre in arrivo, per settembre, il terzo locale Miscusi a Torino.

Creme d’oro

Il deal più costoso, sulla base dei dati analizzati, è quello di Advent International che da solo ha mosso 1 miliardo di euro. Uno dei maggiori investitori globali di private equity che ha acquisito Irca, azienda italiana nata a Gallarate (VA) nel 1919 specializzata nella produzione di cioccolato e semilavorati per pasticceria, panificazione, gelateria e horeca dalla società d’investimento globale Carlyle.

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