Nel 2022 la Borsa Italiana batte tutti i listini mondiali, stabilendo un record in ambito finanziario che costituisce un avvenimento piuttosto insolito per il Bel Paese. L’anno scorso, secondo la ricerca realizzata dagli esperti di Fundstore, piattaforma specializzata in investimenti su fondi comuni, il Ftse Mib ha registrato una crescita del 33%, superando addirittura di 10 punti percentuali il rendimento del S&P 500.

Se in termini finanziari non c’è stata competizione, un’analisi più approfondita svela come la borsa di Milano in realtà sia sostanzialmente sottodimensionata e non rispecchi a pieno l’economia reale del Paese, in quanto la capitalizzazione del listino milanese rappresenta appena il 35% del Pil italiano, mentre quella della borsa francese, ad esempio, tocca quota 80%.

I settori più performanti del Ftse Mib: banche ed energetici

Fundstore riporta anche i settori del bancario e dell’energetico tra i più performanti del Ftse Mib nel 2022, con i titoli di Saipem (+146%) e Unicredit (+92%) a fare da apripista. L’annuncio dei primi di agosto di una tassa sugli extraprofitti ha spinto l’indice milanese a chiudere la giornata 200 punti base sotto la parità, evidenziandone ancora una volta la dipendenza dal settore creditizio. Tuttavia, i titoli blue chip del settore bancario italiano rimangono i preferiti anche dagli analisti.

Da un confronto tra l’andamento della borsa italiana e i fondi azionari che operano sul mercato domestico emerge che tra quest’ultimi solo 6 su 18 hanno performato meglio o in maniera analoga all’indice Ftse Mib.

Tra i meno performanti, ma comunque con rendimenti ottimi, Mediolanum If challenge Equity A e Axa Wf Italy che hanno registrato una crescita intorno al +20%. Il fondo che ha reso di più è stato invece Anima Italia A, con un ritorno superiore alla performance del Ftse Mib del +5%.

Le opportunità del Mid Cap

È chiaro, conclude Fundstore, che il rendimento di questi fondi è stato influenzato dalle loro politiche d’investimento, poiché non tutti hanno sovrappesato i titoli bancari o energetici nei propri portafogli. Molti prodotti, infatti, includono società del segmento Mid Cap e Pmi ovvero settori che da un anno a questa parte stanno sottoperformando, anche in virtù di una loro maggiore correlazione con l’economia reale.

Secondo i gestori le Mid Cap rappresentano ad oggi un’ottima opportunità di investimento nel medio periodo qualora la situazione economica dovesse rispettare le attese del così detto Soft Landing, ovvero una prospettiva di recessione per il 2024 meno grave di quanto preventivato dall’Ocse all’inizio della crisi inflazionistica, ovvero una crescita per l’Europa dello 0,9% nel 2023 e dell’1,5% per il 2024.

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