Le fusioni, in un modo o in un altro, al centro di Piazza Affari. I dati macroeconomici, in primis l’inflazione, sempre lei, al centro delle piazze internazionali. Con lo sfondo delle banche centrali, che a partire da mercoledì daranno il via alle danze. La Fed è data per certa di voler fare una pausa (grafico sotto) nella sua politica del rialzo dei tassi, la Bce che invece li alzerà di altri 25 punti base e la Bank of Japan venerdì destinata a rimanere accomodante. Proprio come la People Bank of China stanotte. Che a sorpresa ha tagliato i tassi sui prestiti a breve termine per la prima volta in 10 mesi.
Il messaggio è evidente. La Cina non cresce quanto vorrebbe. Se ne sta accorgendo il petrolio, in caduta libera appena sopra i 67 dollari al barile. E così la banca centrale di Pechino cerca di stimolare la propria economia con tutti i mezzi che ha a disposizione.
Wall Street sempre più performante, Europa vivace
Oltreoceano invece non solo il Nasdaq è tornato l’indice più performante del globo, trainato da Apple, che hanno chiuso al massimo storico una settimana dopo aver raggiunto il nuovo traguardo su base intraday in scia alla presentazione del suo visore per realtà mista Vision Pro, la sua prima nuova linea di prodotti dal 2014. Ma anche lo S&P500 ha registrato la chiusura più alta in quasi 14 mesi: effetto Fed, perché la prima pausa dopo 10 rialzi dei tassi consecutivi, seppur solo una pausa, è molto ben vista dai mercati.
Aspettando il dato dell’inflazione Usa, atteso nel pomeriggio, l’Europa parte vivace: Milano apre a +0,4%, 27.524 punti. Parigi cresce dello 0,6% a 7.295 punti, stesso guadagno per Francoforte, a 16.204 punti. Lo spread è sceso sotto i 160 punti, con il Btp decennale che rende il 4,05% mentre il Bund tedesco rimane in area 2,36%.
Grf Ftse Mib by Borsa Italiana
Storie di borsa: fusioni, Mediaset, Tim e i titoli industriali
Dicevamo delle fusioni. Tira vento contrario a Piazza Affari in questo senso. Le banche partono negative. Bper Banca (-0,4%) ha ribadito attraverso il suo ad Piero Luigi Montani di non essere ancora nelle condizioni di poter pensare a un’operazione di m&a, chiaro ed ennesimo riferimento a Mps che perde lo 0,7%. Giù anche Banco Bpm, -0,5%.
Guardando ad altri settori, c’è Mfe – Mediaset, che sale del 3,4% dopo aver guadagnato oltre il 5% alla vigilia in scia alla possibilità che Vivendi possa allungare sull’azionariato dopo la morte di Silvio Berlusconi. E poi c’è Tim, +0,4% in avvio, Il cui scenario potrebbe essere destinato a cambiare ancora. Perché adesso si fa spazio l’idea che Kkr, Macquarie e Cdp possano unire le forze per la rete unica. Con suddivisione successiva tra le parti per quanto riguarda Netco e Open Fiber.
Tra i titoli più performanti in avvio, quelli appartenenti al comparto industriale: Stm sale dell’1,28%, seguito da Cnh, +1,17% e Stellantis, +1,06%.
Il dollaro non aiuta Bitcoin, sotto i 26.000 dollari
Sul fronte valutario, aspettando inflazione e banche centrali, il dollaro rimane sui supporti a 103,34 e perde lo 0,2% cancellando i (pochi) guadagni della vigilia. Prosegue il trend rialzista di breve dell’euro, sui massimi dal 24 maggio scorso mentre accarezza quota 1,08, per un rialzo dello 0,3% (grafico sotto). La debolezza del dollaro non aiuta Bitcoin in calo dell’1,22% a 25.817 dollari, dopo una settimana complicata per il settore delle criptovalute, caratterizzata dalle cause della Sec – l’autorita’ di vigilanza dei mercati finanziari statunitensi – contro Binance e Coinbase.