Altro che prudenza. L’euro che scivola -di nuovo- sotto la parità con il super dollaro. Jackson Hole che si avvicina e le dichiarazioni poco “simpatiche” di un paio di membri del Fomc. Il gas verso quota 300 euro al megawattora. Germania quasi certamente in recessione. I mercati sono nervosi. Non potrebbe essere altrimenti.
Venerdì Jerome Powell parlerà nel consueto simposio in Wyoming. La sensazione è che le banche centrali manterranno la loro forte politica restrittiva, con l’obiettivo di sgonfiare l’inflazione, eccezion fatta per la People’s Bank of China, che al contrario effettua un nuovo taglio dei tassi a sostegno dell’economia che deve ripartire dopo i vari (e lunghi lockdown) determinati dalla politica di Pechino “Zero Covid”.
Ciò che accade sul mercato valutario sono una delle dirette conseguenze. Quando il mercato azionario soffre, gli investitori ci hanno abituati, come reazione, a un forte acquisto di dollari. La seduta odierna non fa eccezione e tra i primi effetti c’è l’oscillazione tra euro e dollaro, con la moneta unica di nuovo sotto la parità (grafico sotto) com’è già accaduto a luglio e come non accadeva da gennaio 2003.
Berlinzani (ActivTrades): “Silenzio assordante della Bce”
Spiega Saverio Berlinzani, analista ActivTrades: “Vedremo se come l’ultima volta ci sarà una reazione presunta degli istituzionali, o se l’euro verrà ‘lasciato’ andare. Silenzio assordante della Bce, in attesa di un Jerome Powell che a Jackson Hole non potrà certo essere accomodante, ma continuerà a reiterare la necessità di alzare il costo del denaro. Specie alla luce di quanto ha dichiarato Bullard, Presidente della Fed di St Louis venerdì scorso, su un possibile rialzo di 75 punti base”.
Si aggiunga che il gasdotto Nord Stream 1 verrà nuovamente chiuso, su annuncio di Gazprom, per 3 giorni causa lavori di manutenzione mentre sul fronte macro sono attesi i nuovi dati relativi agli indici Pmi nel vecchio continente, che dovrebbero confermare un altro mese di contrazione per l’attività imprenditoriale.
Piazza Affari peggior piazza d’Europa
Milano è la borsa Ue peggiore: cede lo 0,8% a 22.342 punti, sotto l’importante soglia psicologica dei 22.800. Poi accelera per un ribasso ancora più pesante, fino a perdere l’1,8% (grafico sotto). Francoforte in calo dello 0,5% a 13.472 punti, poi giù fino a -1,9%, Parigi lo 0,7% in area 6.450 punti per poi crollare fino a -1,4%, andamento simile per Madrid che oscilla appena sotto gli 8.280 punti (-1,2%).
Grf Ftse Mib by Borsa Italiana
Lo spread, ormai giunto a 230 punti base, soffre il rendimento dei btp che resta in zona 3,4%, leggermente in ribasso rispetto agli oltre 3,5% raggiunti venerdì scorso.
Rosso pesante per Saipem e i bancari
In avvio di scambi l’unico titolo sopra la parità del paniere principale è Diasorin, +0,1% per poi diventare rosso come le altre blue chip. Forti vendite su Saipem, -4,6%, in generale sui bancari, dove spicca in negativo il -3,8% di Unicredit. Ancora vendite su Tim, -2,6%, sempre più vicino al minimo storico e ben lontano dal rally che l’aveva visto protagonista la scorsa settimana in scia ai piani di Fdi in caso di vittoria alle elezioni.
Prezzo del gas, rialzo incontrollato: +15%
Sul fronte delle materie prime, come detto, è una giornata di passione, guardando il prezzo del gas europeo. La scorsa settimana si è parlato della più grande crisi energetica della storia e il prezzo era salito fino a 240. Stamattina il rialzo è del 10%, e il Ttf vola a oltre 280 euro al megawattora (grafico sotto). La combinazione è letale: forniture ancora più limitate di 7 giorni fa, domanda che si impenna per le persistenti ondate di calore in tutta Europa e la storica siccità innescata da un’estate che arida è dir poco, a cui si aggiungono le recenti alluvioni che hanno messo in ginocchio diverse aree sia in Italia che in Francia.
Petrolio sotto i 90 $, scende la domanda cinese, in arrivo più offerta dall’Iran
Scende anche sotto gli 89 dollari al barile il prezzo del petrolio Wti, in calo dell’1,2% (grafico sotto). La forza del dollaro non può che impattare negativamente sul prezzo (e lo stesso vale per oro, argento e platino, che segnano la loro sesta seduta negativa consecutiva). Inoltre gli operatori osservano i crescenti timori per il rallentamento dell’economia globale.
In aggiunta pesa la prospettiva di una maggiore offerta con il ritorno del greggio iraniano a seguito degli accordi vicini tra Usa, Ue e Teheran relativi al rilancio dell’accordo sul nucleare del 2015. Secondo Bloomberg esiste una “forte necessità di rafforzare il sostegno ai partner nella regione del Medio Oriente”.
Nel frattempo, la Cina, primo importatore, rimane impantanata nelle difficoltà economiche: la provincia del Sichuan ha esteso le interruzioni di corrente per l’industria e ha attivato domenica la massima emergenza per far fronte alla carenza di elettricità, minacciando l’attività manifatturiera nella regione.
Euro e dollaro sotto la parità, la “crudeltà” del Fomc
Il mercato continua a comprare dollari quando l’azionario scende. E si nota chiaramente guardando il Dollar index: superando i 108 punti si avvicina ancora di più al record di vent’anni fa a quota 109,3 raggiunto il mese di luglio scorso. Evidentemente pesa ancora la dichiarazione “crudele” di James Bullard, presidente della Fed di St. Louis e tra i più falchi del Fomc, che sta valutando la possibilità di sostenere un terzo rialzo dei tassi di 75 punti base anche a settembre.
Se consideriamo anche la dichiarazione di venerdì del presidente della Fed di Richmond, Thomas Barkin, secondo cui la “spinta” dei banchieri centrali è verso aumenti dei tassi più rapidi e anticipati, è facile allora fare due più due e non sorprende che l’euro, come già scritto, sia nuovamente sotto la parità con il biglietto verde, a 09994, in perdita vicina allo 0,4%. Assai debole anche la sterlina sotto 1,18, in calo dello 0,3%, anch’essa prossima al minimo di luglio, il più basso da marzo 2020.