Prendete una grande azienda e una piccola, tenendo in considerazione solo le dimensioni. Quanti di voi sarebbero pronti a scommettere che la società più ampia nei numeri è davvero la più matura?
Ecco di questo effetto ottico, di questo possibile grande equivoco, ossia grandezza dimensionale uguale qualità del management rispetto alla capacità di intercettare velocemente il cambiamento, si occupa Giuseppe Morici in Crescere è una cosa da grandi. Un libro pensato per parlare di crescita aziendale nei suoi aspetti cognitivi più che produttivi e destinato a chiunque si interessi di leadership, gestione di team o di formazione del personale.

Giuseppe Morici: “Il mio libro è un diario di bordo e uno specchio personale”

Il libro del manager ed ex ad di Procter&Gamble e Barilla, attuale vicepresidente del Gruppo Feltrinelli, sarà al centro di un prossimo incontro il 12 giugno allo Spazio Eventi Dealflower (qui il link per la registrazione). Morici lo definisce “un diario di bordo, uno specchio personale, la continuazione di una conversazione”.
Così l’autore compie quindi un viaggio nella psicologia dei leader e nell’animo delle aziende, di chi le guida, di chi ci lavora, di chi le indirizza, interrogandosi, con un tono lirico e profondo, una forma che di certo non somiglia al freddo manuale di istruzioni pur non mancando esempi calati nell’attualità come il ‘caso Marchionne’, sul tema dello sviluppo qualitativo e non quantitativo delle imprese.

Resistenza al cambiamento, modificarla è “un lavoro continuo”

La resistenza al cambiamento, principale ostacolo allo sviluppo delle aziende, spiega Morici a Dealflower “è radicata perché spesso chi vuole cambiare non solo non si occupa di spiegare bene il vantaggio per ciascuno, ma anche perché ci si occupa spesso più del cambiamento strategico (mercato, prodotto, produzione) e non di quello culturale, cioè della corrente sotto il pelo dell’acqua”.
Facile a dirsi e un po’ più difficile a farsi. Specialmente quando se si ha a che fare con la psicologia dei lavoratori. L’autore in circa 150 pagine, affronta quindi i significati più profondi che ruotano intorno alla leadership e ai valori aziendali. E, allargando lo sguardo, al modo in cui le persone creano reti professionali. Come agire su di esse, per coinvolgere i professionisti nei mutamenti più significativi, rimane il tema più indagato.
Morici invita quindi a non concentrarsi solamente sulla crescita numerica delle imprese se “non si cresce al contempo nella governance, nel team, nella diffusione della leadership, nella conversazione interna, nel coinvolgimento della realtà esterna dentro l’azienda, in una parola nella maturità dell’azienda”.
Un lavoro continuo che non si esaurisce mai e che forse può essere integrato maggiormente nei tanti livelli dell’organizzazione e del management se “la preparazione dell’azienda si concentra sul cambiamento continuo, sull’evoluzione, e sulla crescita”, conclude Morici.

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