Sono tredici gli italiani nominati da Goldman Sachs sui nuovi 643 managing director nel 2021, che saranno inseriti in 45 uffici della società e diventeranno operativi dall’inizio del 2022.
Si tratta di Luciano Bandolin, Silvia Biscaldi, Maria Ciani Bassetti, Gianluca Parazzini, Giuseppe Pipitone, Francesca Sabbadini, Andrea Basile, Paolo Battaglia, Elena Dal Soglio, Silvia Fassione, Giancarlo Ferrero, Carlo Didonna e Giulia Magnani.
Per la prima volta, la banca d’affari – che nomina ogni due anni nuovi managing director – ha indicato delle donne, sei. Una in meno rispetto agli uomini che sono sette.
A livello globale si tratta del numero più alto di managing director nominati in una sola volta. Nel 2019 Goldman Sachs ha nominato 465 persone, mentre nel 2017 erano stati 509. L’Europa – insieme a Medio Oriente e Africa – è tra le zone con la percentuale più bassa di nomine: 23% di europei (cioè 151 persone), contro il 60% di americani (383 persone).
Ancora bassa la percentuale di rappresentatività femminile tra le nomine. Se l’Italia fa un passo avanti – da zero donne nel 2017 e nel 2019, a sei nel 2021 -, a livello globale la quota rosa è sostanzialmente stabile: 24% (122) nel 2017, 29% (134) nel 2019 e 30% (194) nel 2021. Il 28% dei nuovi director sono asiatici (182), il 5% black (29) e latinoamericani (31). Solo il 3% dei nominati appartiene alla comunità Lgbtq+ (22).
Le poltrone italiane
Tra le nomine italiane, Goldman Sachs garantisce parità e uguaglianza di genere. Infatti, sono sette gli uomini e sei le donne. Tra i promossi, c’è Luciano Bandolin, che, insieme a Filippo Veronese e Marzo Zingarelli, ha creato l’app Quokky, che permette di archiviare e pagare le bollette e che Apple ha inserito tra le migliori applicazioni 2015 del suo store.
Silvia Biscaldi, ora alternative equity products, prima di approdare da Goldman Sachs ha lavorato in JP Morgan come analyst e poi da Citi. Dal 2015 al 2019 è stata in Barclays Corporate & Investment Bank.
Anche Maria Ciani Bassetti, head of software banking – selezionata Forbes Italia nel 2018 tra i 100 talenti under 30 – ha lavorato per JP Morgan, prima di ricoprire il ruolo di executive director da Goldman.
E Gianluca Parazzini, investment banking, è stato vice presidente per tre anni nella sede di Londra di JP Morgan. Carica ricoperta anche da Giuseppe Pipitone per nove anni in Goldman Sachs, dopo essere entrato a fare parte della società dal 2005.
Vasta esperienza (dodici anni) raccolta all’interno di Goldman Sachs anche da Francesca Sabbadini, debt capital markets and Ficc derivatives, dopo essere stata per un breve periodo in JP Morgan Chase. Come Giancarlo Ferrero per dodici anni nella società e anche Elena Dal Soglio per 19 anni. Silvia Fassione ha lavorato invece per Unicredit Bank, mentre Carlo Didonna a Morgan Stanley.
Dal 2012 alla Goldman Sachs, Andrea Basile ha ricoperto prima il ruolo di securities division summer analyst e poi Gbp swap trader. Paolo Battaglia ha lavorato invece per Lehmon Brothers e Mentors4u e Giulia Magnani per Merrill Lynch.