A dieci anni dalla legge Golfo-Mosca, che ha previsto le quote di genere nei consigli di amministrazione, si può dire che l’obiettivo è stato conseguito. Ma a cambiare non è stata solo la governance.

Ne parliamo con Florinda Scicolone (nella foto), giurista d’impresa che da tanti anni si occupa di Women, Law e Corporate Governance, ha guidato per alcuni anni un dipartimento dei Diritti Civili delle Donne ed è oggi membro della Fondazione Marisa Bellisario.

La Fondazione Marisa Bellisario, fondata dall’attuale Presidente Lella Golfo, si occupa di empowerment femminile premiando da 33 anni il talento e le eccellenze femminili. La fondazione dedicata proprio alla memoria di Marisa Bellisario, prima donna in Italia amministratore delegato.

Classe 1972, Scicolone ha svolto il suo percorso professionale come Legal in house in diversi settori e società, fra le quali un gruppo nel settore healthcare, ed è specializzata presso la Luiss Business School, Programme in Compliance Management. Per alcuni anni è stata anche autore di commenti giuridici presso la Rivista Telematica del Gruppo Parlamentare del Senato della Repubblica, che le ha permesso di seguire e commentare proposte o disegni di Leggi fino alla loro approvazione, è autore presso la Risk & Compliance Platform Europe in Italia nonché membro del collegio dei Revisori dei Conti del prestigioso Centro Studi Ambrosoli di Milano, socio Aigi e membro del Consiglio Direttivo di AITRA- Associazione Italiana Trasparenza e Anticorruzione.

Dottoressa Scicolone, nel 2019, lei è stata tra le delegate al tavolo dei lavori sulla finanza sostenibile alla ventesima edizione del Seminario Internazionale della Fondazione Marisa Bellisario “Donne, Economia e Potere” che in Italia viene definito “la Cernobbio delle Donne”. Oggi lei ritiene raggiungibile il goal numero 5 dell’Agenda ONU entro il 2030, cioè il raggiungimento dell’uguaglianza di genere?
La pandemia ha accentuato notevolmente il gender gap. Le donne sono state fortemente penalizzate. Però fanno ben sperare le parole di Ursula Von Der Leyen che intervenendo al G20 Women la scorsa settimana ha ricordato proprio che l’Unione Europea lavorerà per raggiungere la parità di genere entro il 2030.

Quale è la sua riflessione sui primi dieci anni della Legge Golfo- Mosca?
La Legge Golfo- Mosca in tema di Corporate Gender Equality è la normativa che è riuscita a sfondare il soffitto di cristallo, in quanto ha operato una rivoluzione copernicana negli organigrammi dei cda delle quotate e partecipate. Basta analizzare i numeri. Prima dell’emanazione della legge 120/2011, la fotografia dei cda delle quotate rilevava su 272 società quotate in borsa, un totale di 2815 consiglieri, di cui 2646 uomini e soltanto 169 donne. Collegi sindacali contavano 817 sindaci, di cui 762 uomini e soltanto 55 donne. Numeri altrettanto irrisori riguardavano le presenze femminili nei cda e nei collegi sindacali delle partecipate. Invece l’ultimo rapporto Consob reso pubblico il 6 aprile 2021 indica che nei board dei cda, delle quotate, rinnovati nel 2020, le consigliere donne sono il 42, 8%.”

La Legge Golfo- Mosca si può definire una normativa compliance?
Oggi l’orientamento che si va instaurando in materia di compliance normativa è quello di annoverare tutte le legislazioni o regolamenti cui le aziende hanno obbligo di adeguarsi al fine di non incorrere nel rischio di non conformità, intendendo per rischio quello di non incorrere in sanzioni amministrative, penali, etc. Dal momento che il meccanismo di adozione delle quote di genere dalla Legge Golfo- Mosca è stato posto per le quotate, sotto la vigilanza della Consob che il potere di comminare sanzioni fino alla decadenza dell’intero cda, se la società medesima non si adegua alla terza diffida, ne fa discendere, quindi, che la Legge 120/2011, che ricordiamo essere stata prorogata dalla Legge 160/2019, rientri proprio nell’alveo delle normative compliance.

Il Premier Mario Draghi nel suo discorso programmatico al Parlamento ha riacceso la discussione se sia giusta la parità solo sulla base di un rispetto di una quota normativa, lei cosa ne pensa?
Sono d’accordo con il Presidente del Consiglio, credo che tutte noi donne auspichiamo la parità di genere per meritocrazia e non per dettato normativo. Tuttavia, è fuori di dubbio che se non ci fosse stata la Legge Golfo-Mosca, oggi ci ritroveremo con i numeri mortificanti di presenze femminili nei cda delle quotate e partecipate. Alla Legge Golfo – Mosca va riconosciuto, infatti, anche il grande merito di avere acceso una forza propulsiva al cambiamento culturale.

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