Superare il mito della Silicon Valley. Guardare tutte le fasi del ciclo di innovazione. Coinvolgere una varietà di attori, non solo startup ma anche imprese consolidate e centri di ricerca, lavorando a livello centrale e locale. Sono alcuni dei temi trattati durante i workshop che si sono svolti durante il Govtech Forum per la prosperità dei Paesi, prima convention italiana dedicata ai temi di sviluppo dell’ecosistema, nazionale e non solo, della digitalizzazione nella Pa e tra i servizi di pubblica utilità.
Un mercato che in Europa vale 116 miliardi di euro, mentre in Italia questo ecosistema raggiunge quota 12 miliardi di valore, con prospettive di crescita attorno ai 50 miliardi entro il 2031, con un’incidenza attesa di circa +2% sul Pil. Queste le stime di Feel, think tank operativo che ha organizzato l’evento, membro della Govtech Global Partnership promosso dalla World Bank, secondo cui per Govtech si intende l’adozione di tecnologie innovative da parte della Pubblica Amministrazione attraverso forme di collaborazione pubblico-private che permettono di attingere da un ecosistema di startup e fornitori innovativi, per migliorare l’erogazione di servizi pubblici, il coinvolgimento dei cittadini e i sistemi informativi governativi.
“Govtech non solo tecnologia per la Pa ma anche prosperità per Italia ed Europa”
“Abbiamo voluto porre l’accento su un aspetto importante -hanno commentato al termine della giornata i founder di Feel Simone De Battisti, Marcello Coppa e Andrea Landini-. Govtech non significa solo adottare tecnologie innovative da parte della pubblica amministrazione, significa anche politica per la prosperità del Paese e dell’Europa, con impatti economici e sociali che dobbiamo conoscere e poter condividere. Il forum di oggi è stata la prima di molte iniziative con istituzioni, aziende, università e startup coinvolte insieme in un vero ecosistema italiano dell’innovazione governativa”.
L’evento è stato organizzato con il patrocinio del Comune di Milano, di Cassa Depositi e Prestiti e di Anci. Hanno partecipato all’iniziativa nel ruolo di partner anche Mastercard, Iliad e Intellera Consulting, oltre a 100 esperti e istituzioni da tutto il mondo, coinvolti negli spazi di Talent Garden Calabiana a Milano. Un programma articolato, fatto di interventi e case history, messaggi istituzionali e gruppi di lavoro per elaborare fattivamente, e per la prima volta in Italia, progetti e proposte concrete per l’evoluzione del settore. Policymakers, aziende, manager di società partecipate, innovatori, startup e ricercatori hanno contribuito alla discussione aperta durante l’evento, condividendo esperienze e buone pratiche internazionali.
Italia tra i paesi più avanzati nel processo di transizione digitale
Secondo il Govtech Maturity Index 2022 della Banca Mondiale, l’Italia si colloca tra i Paesi più avanzati nel processo di transizione digitale della Pa, nelle strategie, nei piani e negli strumenti (come fatturazione elettronica, piattaforma Io, Spid, PagoPa) con ancora ampi margini di miglioramento e il potenziale per realizzare una leadership europea.
Tra i partecipanti anche importanti istituzioni internazionali e locali. Tra cui Roby Senderowitsch, practice manager for Public Administration, Governance Global Practice della World Bank, Stefanos Kotoglou, programme officer della Commissione Ue, Giulio Centemero, Membro della Camera dei Deputati del Parlamento Italiano, Guido Guidesi, Assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, Layla Pavone, Responsabile Coordinamento Board Innovazione Tecnologica e Trasformazione Digitale del Comune di Milano e Guido Arnone, Direttore Innovazione Tecnologica e Digitale del Comune di Milano.
Workshop govtech, cosa è emerso
Tornando ai workshop, sugli ecosistemi govtech il suggerimento emerso è l’adozione di “sandbox” regolatorie per facilitare l’innovazione nel settore pubblico e di coinvolgere investitori qualificati nel settore attraverso iniziative di mappatura e comunicazione con la comunità finanziaria. Per la prosperità nei territori, in particolare non urbani, non è sufficiente portare la connettività, migliorare la mobilità e le infrastrutture e alcuni servizi amministrativi. Serve la capacità di attrarre talenti (o turisti) e imprese innovative, valorizzando il contesto con una pianificazione strategica, migliorando i servizi in modo specifico rispetto alla domanda prospettica deii bisogni (sanitari, educativi, accoglienza, mobilità, sicurezza, integrazione) con approcci data-driven e rendendo quei territori validi per qualità di, beni pubblici, relazioni professionali e sociali.
Sui talenti e le competenze digitali per la Pa infine, per abilitare la trasformazione in chiave digitale non è sufficiente introdurre strumenti e piattaforme tecnologiche, ma è fondamentale lavorare sulle competenze digitali su tutti i livelli. Le leve per accrescere le competenze govtech sono l’attrazione dei talenti del digitale, lo sviluppo e l’organizzazione delle competenze digitali. Tuttavia, il contesto attuale presenta diverse sfide in termini di bassa attrattività della Pa come datore di lavoro per i professionisti del digitale, modelli organizzativi delle competenze digitali e condizioni che favoriscono il ricorso all’esternalizzazione delle competenze.